I 45 minuti giocati (senza gol) contro i dilettanti del Brusaporto potrebbero essere stati gli ultimi di Andrea Petagna (1995) con la maglia dell’Atalanta. Ormai tutti gli indizi puntano verso un suo passaggio alla SPAL: l’esistenza di una trattativa in fase avanzata è stata ammessa anche da patron Simone Colombarini e da Bergamo, dove peraltro è in corso anche la festa della Dea, segnalano che il giocatore si è già formalmente congedato dai tifosi.
Le cifre in ballo fanno tremare i polsi, se confrontate con quelle di cui si è parlato fino alla scorsa stagione: 2 milioni di euro per il prestito in questa stagione, altri 10 di riscatto obbligatorio in caso di salvezza nel campionato 2018-2019 e un’aggiunta di paio di milioni attivabili tramite bonus. Al giocatore invece sarebbe stato proposto un quadriennale da 1,2 milioni di euro a stagione che farebbe di Petagna il giocatore più pagato della rosa di Semplici, seppur lontano dal record fissato nell’agosto 2017 da Borriello. Tra le altre cose il suo trasferimento frantumerebbe un record fissato appena sette mesi fa, quando Jasmin Kurtic arrivò dall’Atalanta per 6 milioni di euro.
La settimana entrante dovrebbe essere decisiva per definire gli ultimi dettagli e portare a Ferrara il centravanti nato a Trieste, che tra le altre cose può contare su un seguito massiccio sui social media.
Petagna era arrivato all’Atalanta nell’estate 2016 per appena un milione di euro (più bonus vari) dal Milan. Agli ordini di Gasperini è diventato una pedina fondamentale per i nerazzurri, svelandosi come un centravanti atipico (188 cm per 84 kg), intelligente tatticamente e ideale per l’apertura degli spazi, ma dotato di scarsa freddezza sotto porta. Gli appena 11 gol in 75 presenze sono lì a confermarlo, ma vanno messi sul piatto anche i 18 assist vincenti e tutte le giocate che in genere non entrano nelle statistiche. Nel suo curriculum c’è anche il debutto in nazionale a marzo 2017 (Olanda-Italia 1-2) durante la gestione Ventura.
La SPAL peraltro era già una questione di famiglia: il nonno di Andrea, Francesco Petagna (1923-2000) è stato uno degli allenatori più longevi della storia biancazzurra. Allenò la SPAL alle dipendenze di Paolo Mazza dal 1964 al 1969, prima di essere allontanato nella stagione del ritorno in serie B. Tornò brevemente nel 1975, sempre nel campionato cadetto, ma durò solo tredici giornate prima di essere avvicendato con Umberto Pinardi. Nel corso della sua esperienza a Ferrara ha allenato giocatori importanti per la storia dell’Ars et Labor come Bozzao, Pasetti, Bagnoli, Massei, Capello, Reja, Muzzio, Cantagallo, Bertuccioli, Ranzani, Dell’Omodarme e Boldrini.