Il rito scaramantico dell’intervista fuori dagli schemi tradizionali si ripete anche quest’anno per Davide Vagnati. Come avviene da due stagioni a questa parte il ds della SPAL si è concesso una lunghissima chiacchierata col collega Enrico Testa, attuale caporedattore centrale di Rai Sport ed ex direttore della nostra testata. Un dialogo – publicato su Facebook – ricchissimo di spunti e pieno di divagazioni, di cui riportiamo i passaggi di più stretta attualità.
Obiettivo per questa stagione, meglio chiarirlo subito: salvezza senza voli pindarici, l’hai anche specificato a chiare lettere e giustamente perché chi pensa ad altro è da tso, ma magari non all’ultima giornata. In quel caso che cosa farai?
“Mah, intanto sarebbe sicuramente un passetto in avanti. Il gran colpo che abbiamo fatto è quello di non avere venduto nessuno. Visto come va il mercato tutti vendono e fanno plusvalenze importanti. Noi pensiamo al consolidamento del gruppo, che è più importante. Siamo convinti di poter lottare per la salvezza fino alla fine, magari con meno sofferenza ma personalmente firmo per salvarmi all’ultima col Milan. Questa è l’unica cosa che conta. Se poi ci sarà da festeggiare una o due giornate prima cambia poco. Il mantenimento della categoria è e deve essere il nostro chiodo fisso… Tal dig”.
Ritorniamo a una stagione fa. Sul mercato qualcosa andò storto. Ci sta ma è inevitabile parlarne. Borriello, Oikonomou e Pa Konate i flop più pesanti… Quale errore non rifaresti mai e quale ti imputi maggiormente?
(Ci pensa). “Al di là del fatto che quando faccio un’operazione penso sia giusta, ovviamente, voglio fare una premessa: quando si fa mercato, e in questi anni onestamente ne abbiamo sbagliate poche, facciamo scelte condivise con tutti. Poi, certo, la responsabilità è mia e mi prendo onori e oneri. Quando abbiamo preso Borriello non è stato un errore. Peraltro è arrivato senza dare un euro al Cagliari. Aveva fatto venti gol tra campionato e coppa… Certo, per tanti motivi non è andata bene. Sugli altri due nomi mi sono reso conto che in A prendere giocatori che costano poco e che speri si rilancino è sbagliato. Se non ci arrivi a livello economico a certi calciatori, meglio non prenderne altri tanto per prenderli. Non potevamo comunque spendere certe cifre. Ma a gennaio abbiamo preso Kurtic, Everton e Cionek, operazioni economicamente rilevanti, e si è vista la differenza”.
Tornando a Borriello, qualche giorno fa ha raccontato la sua verità. Vuoi rispondere?
“Non ne vale la pena”.
Più che l’esperienza, comunque fondamentale, lo scorso campionato ha dimostrato che gli stimoli, la serietà e la voglia non hanno prezzo, né età. (Ri)vedere per credere la stagione di Antenucci, Vicari, Lazzari, Grassi, Costa e Cionek tra gli altri…
“Sì… guarda, una delle esperienze più importanti che conservo dell’anno scorso è quella di aver sempre visto voglia e determinazione nella squadra tutta. Sapere che hai uomini su cui puoi contare. Sapere che entrano in campo, mi ripeto, degli uomini che hanno la voglia oltre alla qualità. Abbiamo capito che servono giocatori che ci credono non solo per i soldi o perché giocano in serie A. Per questo ora abbiamo optato per avere meno prestiti fini a sé stessi”.
Nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe immaginato nella conferma contemporanea di Lazzari e Vicari e non solo. Si sperava restasse anche Grassi ma credo si tratti di un lungo capitolo a parte.
“L’ho detto prima… Confermare i ragazzi che avevano qualche richiesta credo sia stato fondamentale per dare continuità al progetto e avere giocatori che vogliono rimanere qui per crescere ancora. E’ evidente che abbiamo dovuto farli contenti con contratti diversi. Sarebbe stato stupido dire a Lazzari: resti con lo stesso contratto. Hanno fatto bene, meritavano e in questo modo capiscono che la società non chiacchiera. Su Grassi vedremo che cosa succede, il mercato è lungo. Certo è che noi abbiamo dei parametri e dobbiamo cercare di rispettarli”.
L’acquisto di giovani come l’ultimo arrivato Nikolic va letto sempre in un’ottica di consolidamento del proprio patrimonio?
“Sì, perché dobbiamo cercare di prendere ragazzi che possano diventare ottimi giocatori di A. L’esempio più clamoroso è l’Atalanta che ha una forza certamente di gran lunga superiore alla nostra, come mezzi e non solo, e ha sempre avuto tanti giocatori cresciuti in casa che poi hanno portato a vendite importanti. E’ chiaro che serve arrivare prima degli altri e non è facile. Quella di Nikolic è un’operazione importante. Avevamo due posti per gli extracomunitari e uno l’abbiamo impegnato con lui. Segno che ci puntiamo, eccome”.
“Mah, di facili ce ne sono poche. Questa non lo è di certo”.
“Certo, Kevin è uno dei nostri ragazzi, tra virgolette. L’ho preso quando non giocava in Lega Pro, è venuto qui e si è fatto tredici partite in tribuna e poi ha fatto un signor campionato. Sarebbe bello riabbracciarlo”.
“Stiamo valutando diversi profili. Lui è uno di questi, ne stiamo parlando”.
“E’ un ragazzo che seguiamo e apprezziamo da tempo, stiamo ragionando se investire su di lui e fargli fare un campionato di B in prestito”.Quanto sarà importante ritrovare il vero Kurtic che a Ferrara si è visto solamente a sprazzi?
“Qui credo ci sia stato un errore da parte di tutti. Il fatto di dire e scrivere che era il giocatore più caro della storia della Spal ha creato qualche pressione in più nel ragazzo. A volte ci dimentichiamo che in fondo sono giovani e magari c’è chi soffre di più certi impatti e certi “pesi”. Lui veniva dall’Atalanta, ha dovuto giocare per salvarsi quindi un gioco diverso, e ha fatto molto lavoro oscuro. Jasmin è un ragazzo sensibile e ha dimostrato di essere forte, sa che può fare meglio e in ritiro sta facendo bene. Per fortuna ce l’abbiamo noi, quando un avversario si trova davanti Kurtic non sta tranquillissimo. Farà un signor campionato”.
“Sì e non solo patrimoniale. Prima o poi anche noi dovremmo vendere qualche calciatore dobbiamo farci trovare pronti. La famiglia Colombarini è fantastica ma alla lunga qualche cosa deve entrare nelle casse della società”.
“Sì, ma intendiamoci: prima viene il mantenimento della categoria, il fatto di rispettare il progetto tecnico e di migliorare. Poi dobbiamo investire i soldi per crescere e per mantenere l’azienda Spal sana”.