Il mercato, almeno quello in entrata, è finito da ormai quattro giorni e in questo lasso di tempo Davide Vagnati non aveva ancora avuto il tempo di concedersi alle domande di chi durante l’estate ha provato a estorcergli il minimo sindacale di informazioni per far sognare i tifosi. Il ds della SPAL lo ha fatto a margine della presentazione di Simone Missiroli, affrontando i temi principali della coda del calciomercato.
IL BILANCIO DEL MERCATO
“Non sta a certo a me dare dei voti, bisogna vedere cosa dirà il campo. Io sono molto contento di quello che siamo riusciti a fare in base all’obiettivo della squadra e ai parametri economici. Abbiamo rispettato il budget e tenuto tutti i giocatori più importanti. La rosa è un po’ abbondante, ma di positivo c’è che non c’è stato bisogno di escludere qualcuno dalla lista. In una stagione così lunga può succedere qualunque cosa, per cui un organico ampio può rappresentare una risorsa”.
LA PERMANENZA DI VIVIANI
“Dal punto di vista personale non è successo niente, con Federico andiamo d’accordo. Abbiamo investito su di lui all’inizio del mercato perché eravamo convinti del suo valore e lui aveva voglia di rimanere. Poi nel corso dell’estate ci sono state esigenze tecniche valutate assieme all’allenatore e abbiamo deciso di completare la rosa con altri tre giocatori, tra cui Valdifiori, restando dentro i parametri economici. Abbiamo fiducia in Federico, poi mi metto nei suoi panni e immagino provi un po’ di rammarico, perché se arriva un giocatore nello stesso ruolo ci sta di non essere proprio contenti. Però noi siamo una società seria e non abbiamo necessità di mandare via nessuno e lui ci potrà dare una mano. Si è parlato tanto di Valdifiori e leggendo i giornali sembrava dovesse arrivare subito, ma non era esattamente così. All’inizio non c’erano le condizioni, poi alla fine abbiamo deciso di fare un ulteriore sforzo e ci siamo riusciti. Negli ultimi giorni non puoi dire a un giocatore ‘non ci servi più‘, non fa parte del nostro stile. Penso che anche quest’anno Viviani potrà dare un apporto”.
VITALE IN USCITA
“Mi spiace per lui perché abbiamo cercato fino all’ultimo una società in B, avevamo un impegno con un club che però poi non è stato ripescato (il Novara, pare – ndr). Il blocco dei ripescaggi ha complicato il quadro dell’ultima settimana di mercato. Ora guardiamo all’estero fino al 31, vediamo. E’ un ragazzo in cui crediamo, se andasse a fare un’esperienza sarebbe sicuramente formativa”.
MURANO IN LISTA
“Jacopo non ha superato le visite mediche per un problema cardiaco. Nel corso di questa settimana farà ulteriori accertamenti, vedremo più avanti se questa problematica comunque lieve sarà risolvibile”.
MAGGIORE CHE RIMANE ALLO SPEZIA
“Abbiamo fatto un’offerta, non è stata accettata e quindi non c’è stato modo di trovare un punto d’incontro. I giocatori a parametro zero non possono essere contattati prima del 1 febbraio, magari verrà a gennaio alla SPAL, vedremo. Volevamo prenderlo per prestarlo di nuovo in serie B”.
QUATTRO PORTIERI IN ROSA
“E’ stata una scelta deliberata. Abbiamo visto l’anno scorso con Meret, che è rimasto fuori a lungo a dispetto delle previsioni iniziali. Una società di serie A secondo me deve avere quattro portieri che possono farla stare al riparo da eventuali carenze. Poluzzi è un ragazzo serio e che conosciamo da tempo: sa qual è il suo ruolo e per noi è fondamentale essere chiari. Si allena con professionalità, sapendo che in caso di necessità potrà fare la sua parte”.
DA GRASSI A MISSIROLI
“Grassi non l’abbiamo preso perché sono coerente con le cose che dico. In questo mercato abbiamo cercato di creare un patrimonio sulla base di un mandato di Simone Colombarini. Ci è stato detto di utilizzare le risorse per avere degli asset e non solo per l’utilizzo tecnico di una stagione. C’era la possibilità di prendere Grassi e infatti abbiamo parlato sia col Napoli sia col procuratore, ma le condizioni non era compatibili con i nostri attuali parametri. Già da un po’ avevamo deciso di lasciare questa pista e siamo andati su un giocatore diverso, ma altrettanto valido”.
GENOVA FERITA
“Da genovese questa vicenda l’ho vissuta davvero male, ho pianto perché quel ponte l’ho fatto tante volte per andare ad allenarmi (Vagnati ha militato nella Sampdoria – ndr). Quel pezzo di strada rappresenta Genova, non a caso veniva chiamato il ponte di Brooklyn. Pensare che dei concittadini abbiano perso la vita per questa disgrazia evitabile è assurdo. Da sempre si sentiva dire che il ponte aveva bisogno di manutenzione e che sarebbe servita una strada alternativa. Per fortuna non è crollato alla mattina presto perché ci sono centinaia e centinaia di persone che da Ponente vanno verso il centro per lavorare, tanto da crearsi sempre delle lunghe code. E’ stata davvero una brutta botta. Quel giorno ho ovviamente chiamato tutti i miei parenti in città, ma fortunatamente nessuno è stato coinvolto. Resta comunque una grande amarezza per questa tragedia”.