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Mirko Valdifiori doveva arrivare a Ferrara già da un pezzo, o almeno così dicevano gli spifferi del calciomercato. L’attrazione tra il centrocampista di Lugo e il club di Ferrara era nata a gennaio di questo stesso anno, quando i biancazzurri stavano cercando rinforzi per raggiungere la salvezza e si guardavano intorno alla ricerca di uomini di qualità, gente già rodata che potesse dare una marcia in più nel motore spallino, in quel periodo ingolfato e arrancante. Alla fine non se ne fece nulla, il Toro era nel mezzo di una rivoluzione tecnica e il nuovo mister Mazzarri pose il veto sulla cessione di tutti i giocatori, rinviando ogni discorso all’estate. Dopo circa otto mesi, con una salvezza conquistata e un’estate di progetti di consolidamento, il corteggiamento al centrocampista è andato a buon fine, dando il via ad una nuova avventura che si chiama SPAL.

A introdurre il nuovo arrivato ha provveduto come da prassi il ds Vagnati: “Era da un po’ che parlavamo con Mirko di questo trasferimento, abbiamo deciso negli ultimi giorni di fare un passo importante sia per lui che per noi, abbiamo avuto delle ottime referenze sul suo aspetto professionale ed ho capito subito che voleva venire alla SPAL. Lui è di queste zone e sicuramente anche quest’aspetto ha pesato molto sulla sua scelta, ci darà tanto dal punto di vista tecnico tattico e la sua professionalità sarà d’esempio per i ragazzi più giovani”. Valdifiori si presenta al centro “G.B. Fabbri” con l’entusiasmo di un ragazzino, ma con la carta d’identità che segna 32 anni e un bagaglio d’esperienza non indifferente, maturato in piazze importanti come Napoli e appunto Torino: “Sono molto contento e sono molto carico di essere qui, sono rimasto affascinato da questo progetto e da questa società che vuole crescere. Vengo da sei mesi difficili ed ho voglia di rimettermi in gioco e tornare ad essere importante: qui c’è un grande ambiente ed ho già capito fin dai primi giorni che è come vivere in una grande famiglia. Cercherò di dare una mano alla squadra come è avvenuto a Bologna e sono molto felice per questo inizio, sono stato facilitato fin da subito dai compagni e questo è senza dubbio un grande vantaggio”.

Il ruolo dell’ex Torino è quello di regista puro di centrocampo, chiamato a dirigere il traffico ma non solo: “Ho sempre cercato di giocare in quella posizione, i migliori anni li ho fatti con Sarri ad Empoli davanti alla difesa, mi chiedeva sempre di stare al centro del gioco e scambiare con i compagni, sia in profondità o fra le linee. Personalmente cerco di essere sempre a disposizione del compagno, quando sei nel vivo del gioco devi essere sempre presente, sempre dentro la partita. Cercherò anche qui di dare il massimo mettendomi a completa disposizione dell’allenatore”. Da quell’Empoli del 2014-15 a questa SPAL l’obbiettivo è sempre uno: la salvezza. Valdifiori spiega la ricetta giusta per le squadre che inseguono questo obiettivo: “Quando hai meno qualità delle altre squadre devi puntare sull’organizzazione e sull’umiltà, caratteristiche fondamentali per una dimensione come questa. Credo che chi si deve salvare debba sempre puntare sul concetto di squadra, abbinando chiaramente anche delle giocate individuali da cui nessuna squadra può prescindere”. Dall’Empoli alla SPAL vuol dire anche passare da Sarri a Semplici, entrambi toscani ed entrambi determinati nella loro idea di calcio: “Ho visto giocare la SPAL sia in serie B che l’anno scorso, nonostante le differenze di modulo entrambe le filosofie vogliono sempre cercare la giocata col possesso palla. Il vertice basso e il ruolo di regista rappresentano una caratteristica comune: entrambi vogliono partire da dietro e cercare la verticalizzazione. Il mister mi ha fatto subito sentire parte di questo gruppo e adesso sta a me cercare di ripagare la fiducia dimostrata dalla società”.

Tra la prima grande stagione in Toscana e il presente ci sono state due tappe importanti come Napoli e Torino nella carriera del regista, città inevitabilmente diverse da Ferrara per ambizioni calcistiche: “Non voglio dare giudizi, ma penso che anche quest’anno la SPAL abbia fatto una grande campagna acquisti. A Torino e Napoli ho giocato con grandi giocatori, ma alla fine credo che alla base di tutto, come detto, serva organizzazione. Ho la ferma convinzione che la SPAL se la possa giocare con tutte alla pari dando del filo da torcere in ogni partita. Come ho passato questi mesi contraddistinti dalle voci di mercato? Per fortuna alla fine sono arrivato, ho sempre pensato solo ad allenarmi con grande intensità. Normale che avrei preferito arrivare ad inizio luglio così da avere più tempo per abituarmi alla nuova realtà. Però sono contento che questo affare sia andato in porto, se parlarne tanto è servito per portarmi qui allora è stato solo un bene“.

In conclusione due parole sulla serata di domenica a Bologna (“È stata una serata bellissima, esordire in una partita così è stato molto emozionante ed ho visto lo spirito giusto che serve per salvarsi“)  e due ancora sulla concorrenza a centrocampo, che non sembra preoccupare il nuovo numero 16: “La concorrenza c’è in tutte le squadre, io sono arrivato con la massima disponibilità e cercherò una volta chiamato in causa di mettere le mie qualità a disposizione, in un campionato lungo come questo è normale essere in tanti ma dobbiamo fare affidamento l’uno sull’altro, consapevoli che il contributo di tutti sarà fondamentale. Aspettative personali per questa stagione? Ho tanta voglia di tornare protagonista e di rimettermi in gioco, forse a Napoli ho sbagliato io su certi aspetti ma è stata un’esperienza che mi ha aiutato moltissimo. A Torino ho avuto un cambio di allenatore che nel mio ruolo preferiva un altro tipo di giocatore. Ora sono qui in un ambiente che ha creduto tantissimo in me e lo ripagherò con tutto me stesso”.