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Nella settimana di Torino-SPAL è inevitabile che dal capoluogo piemontese si guardi con un certo interesse verso Ferrara. Così Tuttosport ha deciso di intervistare Davide Vagnati per scoprire qualcosa in più sui biancazzurri e sui criteri con i quali è stata costruita la squadra di mister Semplici.

LO SCOUTING
Ho la pessima convinzione di fidarmi poco perfino di quel che vedo io, si figuri degli altri. A me piace vedere le partite dal vivo per valutare i giocatori sul campo: il modo in cui si rapportano con i compagni, come si muovono senza palla, l’atteggiamento verso il pubblico. Certo, i video servono e stiamo riorganizzando lo scouting, ma bisogna macinare chilometri e vedere partite“.

I GIOCATORI DA RILANCIARE
E’ fondamentale che da noi ci siano calciatori che hanno ancora qualcosa da dire, che abbiano il fuoco addosso e
la luce degli occhi sempre accesa. E che abbiano voglia di sposare il nostro progetto: Missiroli, per esempio, voleva solo il prestito perché si sentiva legato al Sassuolo. Ci siamo parlati, lui ha visto, ha capito e ha chiesto di venire a titolo definitivo. Valdifiori ci ha detto molto chiaramente che vuole dimostrare a coloro che in questi ultimi anni non hanno creduto in lui che è ancora quello di Empoli: quello che era arrivato in Nazionale“.

L’ACQUISTO DEL CUORE
A parte Lazzari, che ho preso dai dilettanti e con cui c’è un rapporto di affetto davvero speciale, in Serie A sono particolarmente legato all’acquisto di Cionek: si è calato subito nell’ambiente, ci ha regalato la solidità che ci serviva in retroguardia e ogni giorno si allena come se fosse una finale di Champions. Inoltre è stato anche un affare: l’ho preso dal Palermo spendendo poco (150 mila euro, ndr) e questa estate ha perfino giocato i Mondiali“.

A TORINO DA CAPOLISTA (E DA FAVORITA?)
Ma non scherziamo nemmeno: il Torino è fortissimo, non dovremo sbagliare nulla in copertura e, soprattutto, in ripartenza. Per potenzialità della rosa, il Torino arriva subito dopo le prime cinque grandi del campionato. Che poi Mazzarri dica che siamo favoriti noi perché siamo in testa fa parte del gioco, ma non ci crede lui per primo“.