Alea iacta est. Il dado è tratto, e si può dire che è stato sbancato il jackpot: lo stadio Paolo Mazza è pronto e la SPAL, nella serata di mercoledì, ha ricevuto l’OK dalla commissione di vigilanza per poter giocare in casa la partita di lunedì sera contro l’Atalanta. Per questo motivo, giovedì mattina è stata indetta una conferenza stampa, alla quale era presente sia una rappresentanza dell’amministrazione comunale di Ferrara – il sindaco Tiziano Tagliani e gli assessori Aldo Modonesi e Simone Merli – che della dirigenza biancazzurra – il patron Francesco Colombarini, il presidente Walter Mattioli e il direttore generale Andrea Gazzoli – per fare un rapido riassunto su questi ultimi tre intensissimi mesi di duro lavoro, culminati con l’approvazione dell’impianto da parte della Lega di Serie A e delle istituzioni.
Dopo una breve presentazione iniziale del logo dello stadio che richiama, per grafica e simbologia, uno dei monumenti della città di Ferrara, il Palazzo dei Diamanti, per sottolineare una volta di più la sinergia che ha accompagnato SPAL e Comune in questa vera e propria corsa contro il tempo, per primo ha preso la parola il sindaco Tagliani, che ha analizzato la questione più dal punto di vista urbanistico che sportivo: “So bene che parlare di miracoli evoca interventi soprannaturali, ma è evidente che mettere insieme due appalti e coadiuvare più imprese con un budget di 10 milioni di euro è quantomeno un qualcosa di straordinario. Tutto ciò significa tre cose: c’è stata capacità aziendale, organizzativa e una grande sinergia tra il settore pubblico e quello privato. Invece che costruire un impianto nuovo, che avrebbe comportato più contro che pro, a partire da spese tre volte superiori, Comune di Ferrara e SPAL hanno deciso di scommettere insieme su una gara contro il tempo. Da parte dell’amministrazione comunale mi sento in dovere di fare una serie di ringraziamenti: in primis alla società e a tutti i lavoratori che negli ultimi tre mesi hanno sacrificato ferie, famiglie e riposo per farcela. Poi gli abitanti della zona che hanno dovuto convivere con il rumore del cantiere, il via vai di mezzi pesati e la viabilità modificata. Sono orgoglioso di quanto fatto perché il risultato ottenuto dai noi è rarissimo da vedere in Italia. Come dicevo poc’anzi, non abbiamo stravolto la nostra urbanistica per mettere in piedi una struttura fuori città, non abbiamo intrapreso questo tipo di strada perché Ferrara ama lo stadio Paolo Mazza e altre soluzioni potevano venire a costare anche il triplo di quello che effettivamente è stato speso. L’interesse della gente era tanto, come testimonia il continuo curiosare degli “umarell” fuori dall’impianto. E non dimentichiamo che così siamo riusciti a dare una grossa spinta alla riqualificazione di questo quartiere. Oggi siamo qui per festeggiare questa grandissima prestazione professionale“.
Dal numero uno di Ferrara al numero uno (insieme al figlio Simone) della SPAL, Francesco Colombarini, come sempre rapido ma estremamente diretto nei suoi interventi di fronte ai taccuini della stampa: “I ringraziamenti io li faccio in gran parte a chi ha operato in questa sede, a chi ha diretto il personale perché un risultato del genere è veramente qualcosa di incredibile. Eravamo già pronti a disputare un’altra partita fuori Ferrara ma dopo ieri sera possiamo dire con certezza che il Paolo Mazza sarà operativo lunedì per la gara contro l’Atalanta. Peccato che ora non potremo più andare in Europa League, uno stadio del genere non è sufficiente (ride; ndr). Scherzi a parte, siamo molto orgogliosi e ringraziamo tutta la città che si è stretta intorno a chi ha compiuto questa impresa. Davvero, siamo felici di ringraziare chiunque“.
Niente Europa? Arriva subito la precisazione di Aldo Modonesi in un divertente scambio di battute: “Datemi un secondo che rispondo a Francesco: per l’Europa League basta cambiare la luce, i problemi sono per la Champions League eventualmente (sorride; ndr). Tornando a noi, nelle mie parole vuole esserci tutta la soddisfazione per aver scritto una bellissima pagina di questa città. Lo dico con la consapevolezza di chi ha sofferto e lavorato insieme per raggiungere questo traguardo. In questi tre anni si è visto a Ferrara qualcosa che difficilmente si è visto da altre parti. Siamo passati da 7.500 a 16.000 spettatori in un contesto residenziale con tutte le difficoltà del caso, ma abbiamo sempre rispettato gli impegni. L’aver giocato solo una partita fuori sede nell’ultimo triennio è il segno che quando le cose si vogliono fare i risultati si raggiungono. Mi associo ai ringraziamenti alle imprese, ai tecnici, anche a quelli comunali. Sono stati messi insieme grossi numeri di operai, questo vuol dire che c’è stato un grande lavoro di programmazione e gestione. Ringrazio ovviamente anche il presidente Walter Mattioli e la proprietà: se non ci fosse stata la loro spinta ora saremmo qui nel vecchio Paolo Mazza. Ringrazio anche Andrea Gazzoli, con il quale in questi mesi si è creato un clima di cooperazione e credo che sia stato uno dei migliori acquisti che la società abbia fatto. Sono stati affrontati imprevisti ma sempre con grande spirito di collaborazione e voglia di arrivare all’obiettivo. Oggi il cantiere chiude i battenti per quanto riguarda l’agibilità per le partite, qualcosa deve ancora essere ultimato a livello estetico perché l’intero stadio va inserito in un quartiere urbano che necessita di questo tipo di presenza“.
Tra i più elogiati c’è il dg Andrea Gazzoli, che però schiva con la con la sua consueta professionalità l’etichetta di top player: “Lasciatemi ringraziare l’assessore Modonesi per i complimenti, sono stati anche troppi. Vorrei poi portare anche l’attenzione su una cosa: il nostro obiettivo è solo ed esclusivamente vincere le partite, e lunedì ci aspetta una gara difficilissima. Il Comune ha capito che lo stadio era un asset da sviluppare per crescere e ci siamo mossi di conseguenza. Non dobbiamo diventare il Milan o la Juventus, ma è importante investire in quello che abbiamo a disposizione, compreso lo stadio. Ringrazio a cascata le aziende che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e che hanno lavorato 24 ore su 24 rendendo possibile l’impossibile. Abbiamo portato a termine in ottanta giorni un lavoro che ne avrebbe chiesti ben di più. Chiunque fosse coinvolto ha indossato la maglia della SPAL e lasciatemi concludere con questa frase: lo stadio è la casa dei tifosi spallini, ma sarà per sempre anche la casa di chi si è sacrificato per far sì che lunedì si giochi al Mazza“.
Dopo un brevissimo intervento di Simone Merli che ha ringraziato la città per il sostegno dimostrato, a chiudere la carrellata di dichiarazioni è stato il presidente Mattioli: “La cosa che mi ha meravigliato di più è stato l’ottimismo di chi ha lavorato giorno e notte all’interno dello stadio. Adesso è tutto bello, tutto magnifico, ma ci sono stati dei momenti duri e difficili, e li abbiamo superati perché la SPALè una grande famiglia e i nostri rapporti con l’amministrazione sono quasi fraterni. Ieri ero in Lega per l’assemblea con gli altri presidenti di A e la maggior parte dei colleghi mi ha chiesto dello stadio e di poter venire a vedere la partita con l’Atalanta. Il Paolo Mazza tirato a lucido è veramente bellissimo e vorrei essere vicino ad ogni tifoso lunedì sera per leggere negli occhi di ciascuno l’orgoglio di una città intera. Abbiamo fatto una grande opera, ma se ci sarà da migliorare qualcosa la miglioreremo. Se abbiamo pensato di non farcela? No, neanche per un istante. Bologna e i bolognesi si erano già espressi facendoci capire che se non fossimo tornati non sarebbe stato un grosso dispiacere per loro. Sì, era un rischio essere così ottimisti, ma abbiamo voluto rischiare. L’importante adesso è che questo stadio diventi il nostro fortino; per come è stato posizionato credo che ci sarà una vera e propria bolgia. Doverosi i ringraziamenti al Comune di Ferrara e alla famiglia Colombarini perché non è facile investire in qualcosa che non è di proprietà. Tutto è stato mosso dall’amore che nutre verso Ferrara e per i tifosi della SPAL; ringrazio tutti i nostri uomini e i nostri sponsor, una menzione speciale per Tassi che è stato l’uomo in più; e non dimentico gli abitanti di questa zona, che da stasera torneranno a dormire sonni tranquilli; Un ringraziamento anche alle istituzioni e in particolare al Prefetto. Tutti si sono adoperati affinché la nostra casa fosse pronta in tempi utili. Se ci vogliamo salvare dobbiamo vincere soprattutto al Mazza, i ragazzi e Semplici lo sanno e quando vedranno lo stadio resteranno a bocca aperta“. Stuzzicato sul tema Europa, però, Mattioli si è lasciato scappare qualche parola ancor più ambiziosa, se possibile: “Nell’arco di qualche anno (2021; ndr) potrebbe esserci una coppa dedicata alle squadra di metà classifica in giù. Noi siamo pronti”.
Tornando allo stadio, è di interesse collettivo il costo di questa opera cantieristica che ha come obiettivo anche la riqualificazione del quartiere: “Adesso non si può ancora dire con certezza, serviranno ancora una quindicina di giorni di sviluppo per fare un resoconto finale più preciso. Per il Comune siamo comunque oltre i 5 milioni di euro investiti e se dovremo intervenire negli altri settori dello stadio, tra cui la tribuna, non ci tireremo indietro“. Per la SPAL, invece, intervengono Mattioli e Gazzoli: “Da parte della società in questi tre anni sono stati tirati fuori tra i 10 e gli 11 milioni. Uno stadio nuovo sarebbe costato tre volte tanto. Quelli di Cagliari e Bologna sono sui 2.000/2.500 euro a posto”. E aggiunge Tagliani: “Più tutti gli interventi urbanistici da fare. E il costo del terreno. Il progetto sarebbe stato tra i 30 e i 36 milioni. Per renderlo sostenibile economicamente sarebbe stato necessario affiancarlo ad altre attività commerciali come multisale, ipermercati, e non c’era lo spazio economico sufficiente per mettersi in marcia in questa direzione. In pratica o si decideva di stravolgere urbanisticamente la città con il rischio di creare una cattedrale nel deserto, o altrimenti di puntare sulla nostra voglia di lavorare e affidarci a professionisti competenti. Questa è stata una scommessa che ha permesso a Ferrara di risparmiare“. Salvaguardando anche una pezzo di storia dello stadio: “Il recupero della cinta esterna caratterizza questo lavoro in maniera molto particolare. La struttura è la stessa dello scorso“. Ma se per i calciatori è previsto un obiettivo al raggiungimento dell’obiettivo prefissato ora cosa devono aspettarsi gli operai che hanno lavorato alacremente senza sosta? Mattioli ha già qualcosa in mente: “Qualcosa sicuramente faremo, un momento di ringraziamento“. E da Gazzoli parte l’invito ufficiale: “Stiamo già raccogliendo le adesioni per la partita di lunedì, gli inviti sono partiti. Chi vuole, e riesce, a venire, è il benvenuto“.