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Come esce la Fiorentina dal match di recupero contro la Sampdoria? Dopo aver segnato la rete del momentaneo vantaggio con Simeone, la Viola si è vista acciuffare nel secondo tempo grazie a una prodezza di Caprari da fuori area. Con 7 punti raccolti nelle prime quattro gare, i toscani si presentano all’incontro casalingo contro la SPAL a due lunghezze di distanza dai biancazzurri.

FORMAZIONE
Pioli si affida ancora una volta al 433, ma è costretto a cambiare qualcosa rispetto al match di sabato scorso perso contro il Napoli. Con Lafont ancora fuori per infortunio, tocca nuovamente a Dragowski proteggere la porta. In difesa confermati i soliti Milenkovic, Pezzella, Victor Hugo e Biraghi. A centrocampo Benassi viene tenuto a riposo e, alla destra di Veretout e Gerson, ricompare Fernandes, a sua volta ai box contro il Napoli. In attacco, spazio dal primo minuto a Pjaca sulla fascia sinistra. Simeone e Chiesa chiudono come di consueto il tridente d’attacco.

LA PRESTAZIONE
La Fiorentina parte subito bene, mostrando fin dai primi minuti un atteggiamento diverso da quello visto al San Paolo solamente quattro giorni prima. La squadra sembra avere un assetto più aggressivo e non impiega molto tempo per rendersi pericolosa. A Simeone infatti bastano solamente tredici minuti per mettere in rete la palla dell’1-0 su cross di Biraghi. Mentre la Samp va avanti con idee e trame confuse, i toscani continuano a spingere: solamente un miracolo di Audero può fermare la conclusione a botta sicura di Pjaca. La secondo metà di gara inizia con il pallino del gioco nuovamente tra i piedi dei viola. Tuttavia i blucerchiati prendono sempre più coraggio e, quando gli avversari perdono lucidità, Caprari trova il tempo e lo spazio per calciare da fuori e realizzare un gol eccezionale. Dal sessantesimo in poi, entrambe le squadre – a corto di fiato – provano ad aggredire l’area di rigore avversaria, non riuscendo però a impensierire realmente i due estremi difensori. Eccezione fa Milenkovic che, poco prima dello scadere, infine, impegna seriamente Audero con una conclusione da fuori area, confermandosi così come una minaccia nelle conclusioni dalla distanza.

LA CHIAVE TATTICA
Dopo l’addio di una pedina fondamentale come Badelj, mister Pioli è stato costretto a rivedere gli automatismi della passata stagione. Il 4231  sembra momentaneamente accantonato, ma il 433 utilizzato finora presenta diverse analogie dal punto di vista dei compiti col sistema di gioco precedente. Le partite contro Napoli e Sampdoria hanno evidenziato due possibili atteggiamenti. In fase di impostazione Pioli mantiene ancora una volta la difesa a tre. Tuttavia il blocco non è più formato dai due centrali più Veretout (che si abbassava per permettere ai due terzini di salire), ma da Hugo, Pezzella e Milenkovic, che può ricoprire più ruoli della difesa con grande qualità. Quando i tre sono stretti, come contro il Napoli, la squadra assume l’assetto di un 3241. A Pioli piace costruire dal basso e i due mediani in appoggio servono per dare più sicurezza alla manovra dei difensori. La linea da quattro, analogamente a quanto visto nella scorsa stagione, ha il compito di esercitare una pressione immediata sugli avversari in caso di perdita del possesso. Contro la Samp, invece Hugo, Pezzella e Milenkovic, hanno cercato sempre di tenersi larghi e dopo aver provato a innescare Biraghi sulla sinistra – probabilmente per eludere il pressing aggressivo dei blucerchiati – tornano poi quasi sempre dal difensore serbo per cercare con soluzione diretta Federico Chiesa. In entrambe le partite si è visto un calcio molto verticale e, non a caso, Chiesa è stato schierato entrambe le volte a destra e non a sinistra. Se a sinistra il giovane attaccante offre grande qualità e ottiene spesso la superiorità numerica (grazie anche ai movimenti dei terzini che gli portano via l’uomo), a destra può praticare un calcio fatto di corsa, cross in mezzo e scarichi verso il centro per tentare l’inserimento. Sarebbe stato suo l’assist per il possibile 2-0, se Audero non avesse fatto un mezzo miracolo sulla conclusione a botta sicura di Pjaca.

La fase difensiva di Pioli invece è da sempre piuttosto aggressiva. Contro la Samp, il reparto offensivo della Viola ha spesso e volentieri pressato con decisione con l’intento di insidiare i difensori in ricezione e il regista. La linea dei centrocampisti è spesso alta per impedire il fraseggio tra i due reparti avanzati, mentre quella difensiva – anche questa alta per accompagnare lo schermo del centrocampo – in caso di elusione del primo e del secondo pressing, scala rapidamente a protezione dell’area di rigore. In questa fase ha un ruolo importantissimo Federico Chiesa, poiché con la sua grande capacità di pressing e recupero (già dieci le palle recuperate in queste prime quattro giornate di campionato), fornisce continue occasioni di contropiede immediato ai suoi compagni.
A dispetto di quanto detto, però, contro il Napoli si è vista una Fiorentina molto accorta, schierata quasi tutta nella propria metà campo per fare densità con una linea da quattro e una da cinque, evidente contromisura contro le squadre dotate di grande qualità di palleggio.

Analizzando infine l’azione del gol di Simeone, una delle poche passate per una costruzione ragionata, possiamo notare qualcosa in più del gioco di Pioli. Simeone attacca la profondità e, insieme a lui, anche Chiesa che, come già detto, dalla destra ama tentare gli inserimenti  in area di rigore. A crossare però è Biraghi che, sganciatosi in fase di costruzione dal blocco difensivo, si presenta in zona avanzata del campo per tentare il traversone. Questo meccanismo si ripresenterà sicuramente tante e tante altre volte in campionato, essendo Biraghi sempre a supporto di esterni d’attacco che amano tagliare il campo e accentrarsi (Eysseric, Pjaca e lo stesso Chiesa).

OCCHIO ALL’AVVERSARIO
Il giocatore più rappresentativo del gioco di mister Pioli è certamente Chiesa. Il giovane figlio d’arte nasce come esterno sinistro e ama spesso accentrarsi per cercare la soluzione del tiro. Tuttavia Pioli tende a impiegarlo spesso e volentieri a destra, con l’intento di sfruttare sia la sua velocità, sia le sue grandi capacità in copertura e dribbling. Sulla fascia destra Chiesa può ribaltare velocemente il fronte di gioco, saltare gli avversari e fornire ottimi cross ai suoi compagni. Inoltre Chiesa ha anche l’abitudine di aggirare le mercature avversarie al fine di attaccare la profondità.
L’attaccante di riferimento per le manovre della Viola è invece Simeone. Il Cholito è il tipico attaccante d’area di rigore, velenoso negli spazi stretti e pericoloso sia di testa che con i piedi. In Serie A è sempre andato in doppia cifra e, per una squadra come la Fiorentina, non può che essere una garanzia.
Veretout è invece sicuramente l’uomo da tenere d’occhio sulle palle inattive. Oltre a essere un giocatore interessante dal punto di vista tecnico il francese classe ’93 è uno degli uomini più insidiosi del campionato sui calci piazzati. Basti solamente pensare all’incredibile prodezza da calcio d’angolo in quel Bologna-Fiorentina valido per la ventitreesima giornata dello scorso campionato. Ma Veretout non è solo questo. Oltre a essere in possesso di una buonissima tecnica, il centrocampista francese risulta anche imprescindibile dal punto di vista tattico: non è raro infatti vederlo in aggressioni e inserimenti pericolosissimi verso l’area di rigore avversaria.
Occhio infine a Marco Benassi, motore della squadra di Pioli, nonché uno dei migliori visti in questo primo scorcio di stagione. Il classe ’94 è il tipico giocatore dinamico e abile nei contrasti, che però riesce a coniugare a questa qualità anche una buona capacità di inserimento e un notevole tiro dalla distanza. Sono già tre infatti le reti in questo campionato. Contro la SPAL dovrebbe tornare il portiere Lafont, ormai completamente recuperato.

L’ANDAMENTO RECENTE
(2V-1N-1S)

Sampdoria – FIORENTINA 1-1 (Simeone);
Napoli – FIORENTINA 1-0;
FIORENTINA – Udinese 1-0 (Benassi);
FIORENTINA – Chievo 6-1 (2 Benassi, Milenkovic, Gerson, Chiesa, Simeone)