Ma quindi qual è la vera SPAL? Quella del debutto al Paolo Mazza o quella di Firenze? Chiederlo a Leonardo Semplici significa ricevere una risposta quantomeno spiazzante al primo impatto: “Tutte e due“. Il tecnico biancazzurro, elaborando il ragionamento, sembra suggerire che una prestazione scadente come quella del Franchi sia parte integrante del percorso di maturazione di un gruppo che sta ancora cercando la sua dimensione: “Abbiamo fatto quattro partite nella maniera giusta, con aggressività e spirito d’iniziativa, cercando sempre di far leva sulle nostre qualità per mettere in difficoltà gli avversari. Sabato invece abbiamo avuto un passaggio a vuoto: ci sono stati errori dei giocatori e anche miei. In questi casi la priorità è ripartire subito, facendo tesoro della sconfitta. La nostra è stata una prestazione sotto tono che ha reso la vita facile alla Fiorentina. Domani dovremo fare qualcosa di diverso per tornare sui livelli delle prime partite. Tutti hanno voglia di dimostrare che è stato un incidente“.
Tema numero uno, il turnover. Qui Semplici lascia tutti nell’incertezza, probabilmente anche a scopo di non offrire alcun tipo di sponda ai rivali di giornata: “Non credo farò molti cambi. I ragazzi dopo Firenze hanno recuperato discretamente nonostante la sconfitta. Anzi, il livello di concentrazione generale si è alzato e fino all’ultimo sarò indeciso se fare più o meno cambi. Ho tutti a disposizione, tranne Viviani che ha ricominciato ad allenarsi ma avrà ancora bisogno di tempo. Vicari, Missiroli e Petagna stanno bene. L’orientamento generale è quello di far giocare grosso modo gli stessi. Dovrò valutare soprattutto la condizione mentale, perché fisicamente non vedo problemi. A maggior ragione visto che sabato ci siamo presi un turno di riposo (sorride, ndr). Mi auguro che stavolta i ragazzi diano tutto quello che hanno, sia a livello fisico, sia di energie mentali“.
La sensazione è che il mister voglia tenere tutti sulla corda, giornalisti (e le loro previsioni) compresi: “Se ci saranno cambi, verranno fatti in funzione di alcuni situazioni particolari che vorrò valutare con i miei occhi. La nostra forza in questi anni è sempre stata quella di dare spazio a tutti nei momenti in cui ce n’era bisogno. Quindi i giocatori impiegati di meno possono stare tranquilli: devono solo coltivare l’ambizione di poter essere scelti di settimana in settimana. Si devono far trovare pronti e se non sarà domani arriverà un’opportunità alla prossima: tutti avranno una possibilità di farsi valere. E’ un aspetto al quale presto sempre grande attenzione“.
Uno che scalpita potrebbe essere Vanja Milinkovic-Savic, a maggior ragione dopo l’errore di Gomis a Firenze. Ma su questo tema Semplici non deroga dai principi già espressi in passato, tutelando il portiere senegalese: “Ho assolutamente ho fiducia in lui. In questo momento è il nostro titolare. Devo dire che ho rivisto il gol in questione e mi è sembrata molto più bravura dell’avversario che un errore di Alfred. Gli errori comunque possono capitare a tutti: ai portieri come agli attaccanti, sono parte del gioco. Da parte mia rimangono la fiducia e la comprensione: come sbaglio io la formazione un giocatore può sbagliare una giocata qualunque“.
Altri giocatori in cerca di minutaggio: Djourou e Valdifiori. Parlando del difensore svizzero, il tecnico biancazzurro allarga il ragionamento: “Dopo aver avuto un inizio problematico a livello fisico ora sta bene, e infatti l’ho utilizzato quando ho potuto. Fino a sabato si diceva che eravamo una delle difese meno battute d’Europa, cambiare tanto per cambiare non mi sembrava la cosa giusta“. E anche il centrocampista di Lugo rimane una valida opzione: “E’ arrivato all’ultimo e ha dovuto inserirsi gradualmente, ma verrà anche il suo momento“.
A prescindere dagli interpreti, un aspetto migliorabile è senz’altro la difesa sui calci piazzati: “Bisogna senz’altro lavorarci perché negli anni passati non abbiamo preso tantissimi gol. In cinque partite siamo già a due e quindi sta a noi trovare soluzioni migliori. La tipologia di marcatura che adottiamo c’entra poco: se fossimo sicuri che marcando a uomo o con un sistema misto non si prende gol allora lo faremmo. Ma sappiamo che non è così, quindi ci adattiamo alle caratteristiche dei calciatori in quei momenti. Con la difesa a zona servono più attenzione nella ricerca del pallone, ma anche più determinazione e più cattiveria. Si tratta di lavorare sui dettagli“.