Con la vittoria di Roma per la SPAL è caduto un altro tabù: quello della tradizione negativa nei match arbitrati dal signor Pairetto di Nichelino. Prima del confronto di sabato all’Olimpico il conto era di cinque sconfitte in altrettanti incroci, col precedente recente di Sampdoria-SPAL del 30 dicembre 2017 contrassegnato da diverse polemiche. Tuttavia anche questa volta non sono mancati gli spunti da moviola, in particolare per quanto riguarda l’espulsione di Vanja Milinkovic-Savic. Per la verità anche la Roma ha avuto di che recriminare (Di Francesco ha giudicato generoso il rigore accordato alla SPAL), ma l’episodio più discusso riguarda senz’altro il portiere serbo.
La Gazzetta dello Sport assegna un 5,5 in pagella al fischietto piemontese: “Espelle Milinkovic-Savic come un maestrino caccerebbe dalla classe uno scolaro appena irrequieto. Ne poteva fare proprio a meno“. La circostanza viene approfondita nel box della Moviola curato da Alessandro Catapano: “Il portiere viene inizialmente ammonito per perdita di tempo prima di operare una rimessa dal fondo (beccato dalla curva Sud). Potrebbe cavarsela così e invece reagisce scagliando il pallone fuori dal campo con un lancio rugbistico. Reazione scomposta, ma non finalizzata a perdere ulteriori secondi visto che un altro pallone era già posizionato nell’area piccola, pronto ad essere calciato. Pairetto però lo punisce ugualmente con un secondo giallo. Decisione esagerata (il VAR non può intervenire perché non è un episodio contemplato dal protocollo)“. Sul rigore il quotidiano rosa si esprime così: “La spinta di Pellegrini c’è, decisione giusta“.
Il Corriere dello Sport-Stadio considera corrette entrambe le decisioni (“L’espulsione di Milinkovic-Savic è a norma di regolamento“), ma dà un impietoso 5 al direttore di gara: “Non convince la sua gestione della partita“.
L’ex arbitro Luca Marelli, nella sua consueta analisi degli episodi spinosi di giornata, si sofferma a lungo su entrambi gli spunti. Sul rigore assegnato alla SPAL: “Nonostante il contatto sia più leggero di quanto possa essere apparso vedendo le immagini live, la scelta di Pairetto è del tutto condivisibile: Pellegrini, probabilmente in modo del tutto involontario, tocca l’avversario con il ginocchio sinistro sulla gamba di appoggio, provocandone la caduta. Indubbio (come sempre in questi casi) l’accentuazione del contatto ma ciò non toglie che l’irregolarità sia punibile. Giusta anche la sanzione disciplinare: impossibile ritenere l’intervento di Pellegrini come inteso alla ricerca del pallone, così come è difficile ipotizzare un’espulsione per chiara occasione da rete, considerando la posizione decentrata e la zona dalla quale Lazzari avrebbe potuto controllare il pallone e tirare verso la porta della Roma“.
Un pochino più articolato il giudizio sull’espulsione di Milinkovic-Savic: “Episodio gestito malissimo sia da Pairetto che dall’assistente Ranghetti. La prima sanzione per comportamento antisportivo può starci, ma il pasticcio avviene successivamente. Milinkovic Savic si lamenta platealmente della decisione di Pairetto e protesta visibilmente. Nulla di grave, sia chiaro: non ci son state espressioni offensive e nemmeno gesti oltre le righe. Il problema è che Pairetto volta le spalle al portiere dopo l’ammonizione per prendere posizione nei pressi del centrocampo. Allo stesso modo Ranghetti si disinteressa del campo per annotare la precedente ammonizione. Un calciatore ammonito per un comportamento antisportivo raramente accoglie con un sorriso un’ammonizione di questo genere e bisogna prestare attenzione massima agli avvenimenti più o meno improvvisi. In circostanze del genere è fondamentale controllare il calciatore, evitando di girar le spalle al giocatore. Allo stesso tempo è imperdonabile che anche l’assistente si disinteressi di quanto accade sul terreno di gioco. Il gesto di Milinkovic Savic è sciocco, inutile girarci attorno. Allo stesso modo, però, questa è una delle rare circostanze in cui deve sovvenire in soccorso la famosa regola 18, quella del buon senso. Regola virtuale e troppo spesso citata totalmente a sproposito ma che viene utilizzata quasi sempre dopo un’ammonizione per proteste: se si dovesse espellere un calciatore per aver continuato nelle proteste dopo un cartellino giallo, sarebbero rarissimi i casi di ammonizioni non seguite da espulsione. La scelta migliore, soprattutto nel contesto di una gara facilissima da dirigere, sarebbe stata quella di non girare le spalle, di controllare quanto accaduto, di richiamare veementemente Milinkovic Savic (facendogli capire di aver utilizzato l’ultimo bonus a sua disposizione) e di riprendere velocemente il gioco“.