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Il tempo per festeggiare in tranquillità il Natale quest’anno non ci sarà. La SPAL è attesa da un’impegnativa serie di partite che la vedrà in campo per ben tre volte in una settimana, alla ricerca di punti in grado di smuovere la classifica. La prima tappa è senz’altro la più dura: sabato pomeriggio, al “San Paolo”, la squadra di Semplici verrà ricevuta dal Napoli di Carlo Ancelotti, in una sfida in cui gli azzurri non hanno alcuna intenzione di fare regali, malgrado il pensiero del big match con l’Inter giusto dietro l’angolo. Per inquadrare meglio la situazione in casa Napoli abbiamo fatto una chiacchierata con l’amico Massimiliano Gallo, direttore responsabile de Il Napolista.
Massimiliano, dopo l’eliminazione in Champions League si pensava che il Napoli potesse accusare lo schock anche in campionato, ma la vittoria di Cagliari, seppur raggiunta nel finale, ha detto in realtà che questa squadra non sembra per nulla demoralizzata.
“Il colpo della Champions c’è stato, perché pur essendo un girone duro la squadra se l’era giocata fino alla fine, arrivando all’ultima giornata e con un pareggio sarebbe riuscita a passare il turno. Il gruppo ci credeva e un po’ di rammarico è rimasto, con la consapevolezza di essere usciti a Liverpool contro i vice campioni d’Europa e di fronte ad un degli attacchi tra i più forti in circolazione. La reazione vista a Cagliari è stata però importante: vincere contro una squadra ostica, con una formazione composta da diverse seconde linee, ha fatto capire che il Napoli mentalmente c’è. E’ una squadra pronta. Una squadra che sta vivendo il campionato quasi come una cronometro ciclistica: la Juventus viaggia a ritmi insostenibili e quindi gli uomini di Ancelotti devono darsi l’obiettivo di rimanere quantomeno in scia e mantenere ben solida la propria media-punti. Diciamo inoltre che il Napoli sta facendo un signor campionato, senza i favori del pronostico e con dei cambi a livello di rosa – almeno inizialmente – poco incisivi. Rispetto alla scorsa stagione, arrivati a questo momento, gli azzurri hanno solo un punto in meno ma con la differenza di aver giocato un girone di Champions molto più esaltante. Segno che il cambio di allenatore -che è il vero colpo della campagna acquisti estiva – è stato sicuramente decisivo”.
Parliamo proprio di questo: l’era di Carlo Ancelotti ha rappresentato una svolta sia sul piano del gioco sia su quello ideologico per gli azzurri. Com’è cambiata in questi sei mesi la squadra che l’anno scorso era allenata da Maurizio Sarri?
“Ancelotti ha portato una visione di calcio completamente diversa: prima di tutto in campo, dove ha lasciato intatte le basi di Sarri in difesa (un settore che non aveva bisogno di stravolgimenti in quanto pressoché perfetto) ma poi per il resto ha cambiato tantissimo: a centrocampo non c’è più il playmaker che tocca centocinquanta palloni come Jorginho, davanti non c’è più il tridente classico dei “piccoli”, ma è stato varato un attacco a due punte che riassume un nuovo modo anche di stare in campo (4-4-2), unito ad una gestione della rosa rivoluzionaria rispetto al suo predecessore. A Napoli quest’anno hanno giocato tutti, mentre l’anno scorso con Sarri scendevano in campo sempre gli stessi. Per anni c’è stato un acceso dibattito riguardo ad una presunta rosa corta, individuata come la lacuna principale rispetto all’abbondanza della Juventus. Ancelotti in tre mesi ha dimostrato che invece erano teorie basate sul nulla, valorizzando una rosa ampia e composta da giocatori di grande qualità che nel mercato estivo ha aggiunto sostanzialmente solo tre nuovi elementi di movimento: Malcuit in difesa, Verdi davanti e Fabian Ruiz a centrocampo, con quest’ultimo che rappresenta la vera rivelazione di quest’inizio di stagione. Sarri è un grandissimo allenatore ed ha scritto la storia del Napoli, quello che però non ho mai capito è perché abbia sempre voluto accompagnare i suoi successi con il concetto che la squadra non avesse una rosa all’altezza. Siamo solo a metà anno ma credo che questa convinzione abbia trovato una risposta che la smentisce. Il Napoli non aveva e non ha una rosa debole, anzi”.
La Juve viaggia spedita e le lunghezze da recuperare sulla prima sono già otto. Il Napoli non può perdere colpi e la rincorsa passa anche dalla sfida di sabato contro la SPAL.
“Senza ombra di dubbio il Napoli non sottovaluterà la partita contro gli spallini. Parliamo sempre di una sfida undici contro undici e può succedere qualsiasi cosa, ma gli azzurri hanno dimostrato grande concentrazione contro le cosiddette ‘piccole’ squadre, eccezion fatta per la sfida contro il Chievo che ha rappresentato un imprevisto lungo un cammino fin qui ottimo. Il Napoli giocherà ovviamente per vincere e per mantenersi ben salda lì dietro, in attesa che più su possa essere commesso qualche passo falso. La Juventus attualmente viaggia ad una media da centodieci punti e se continuerà così credo che ci sarà ben poco da fare un po’ per tutte, sia in Italia che in Europa. Ripeto che però in casa Napoli non possono che essere soddisfatti dopo questi primi quattro mesi della stagione. C’è un Europa League da giocare da protagonisti e la serie A chissà, forse potrà dire ancora qualcosa. Staremo a vedere”.
Due parole su Alex Meret, portiere che qui a Ferrara ha lasciato ottimi ricordi dopo una promozione storica ed una salvezza raggiunta lo scorso anno. Smaltito l’infortunio quante possibilità ci sono che possa diventare il titolare della porta partenopea?
“Dipende senza dubbio dalle sue condizioni fisiche. Per ciò che concerne gli infortuni rappresenta un po’ un mistero come anche voi ferraresi avete avuto modo di capire nei due anni di militanza alla SPAL. Quest’estate ha subito una frattura al braccio, ci sono stati molti ritardi sul suo recupero e praticamente ha giocato una sola partita da titolare due settimane fa col Frosinone, a cui aggiungiamo le notizie recenti che ci raccontano di dolori alla spalla che ne mettono ancora in dubbio il suo utilizzo per sabato, in una sfida che per lui avrebbe chiaramente un sapore speciale. Il Napoli ha trovato un’ottima coppia di portieri con lui ed Ospina: il colombiano è la chioccia migliore che ci possa essere in attesa che Meret si riprenda dal punto di vista fisico, dato per scontato che dal punto di vista tecnico non ci sono dubbi sulle sue potenzialità. De Laurentis ha investito tanto e imbastito in estate una campagna acquisti mirata alla linea verde con un occhio anche all’italianità, dove l’ex portiere della SPAL è stato individuato come futuro numero uno della squadra azzurra. Il suo percorso a Napoli dipende solo da lui e dalla sua resistenza contro i problemi fisici che sembrano non dargli pace”.
Focus sul mercato che tra due settimane aprirà le porte: in passato Napoli e SPAL avevano imbastito l’operazione. Grassi, giocatore che nello scorso mercato estivo gli spallini avevano provato a riprendere senza successo. Pensi che qualche altra trattativa possa essere avviata sull’asse Napoli-Ferrara o viceversa? Non è un mistero che Manuel Lazzari piaccia a De Laurentis.
“Si parla abbastanza di Lazzari, ma in tutta sincerità non so quanto possa essere percorribile questa pista a gennaio, specialmente dal fronte SPAL che non credo voglia privarsi di un suo elemento di spicco con ancora metà campionato da giocare. Il Napoli ha qualche elemento che gioca poco e può rappresentare un’idea per il mercato invernale, ma poi entra in gioco il discorso di collocazione tattica che molto spesso è vincolante su determinati acquisti. I calciatori che potrebbero cambiare aria con più facilità sono due: Younes, ala pura che è stato un po’ sfortunato ma ha ottime qualità tecniche, e Marko Rog, autore anche di buone prestazioni quando è stato chiamato in causa, ma in sostanza utilizzato davvero col contagocce. Tra i due forse il secondo sarebbe più indicato per la SPAL, visto che invece Younes gioca in un ruolo non contemplato da Semplici nel suo 3-5-2 classico. Per ora comunque non si parla granché di giocatori in uscita o in entrata. Il Napoli è una squadra che a gennaio fa poche operazioni, tende a cambiare poco in corsa e soprattutto medita per lungo tempo quando deve vendere o acquistare. Non fa colpi di testa. A mio parere si muoverà qualcosa dall’estate prossima”.
In vista della gara di sabato, tenendo conto di quello che abbiamo detto in precedenza sul turnover, si può provare ad ipotizzare una probabile formazione?
“Con Ancelotti è sempre complesso provare ad ipotizzare un probabile undici, possiamo  basarci sulle scelte che ha varato per l’ultima partita e da lì regolarci di conseguenza. Partendo dall’attacco credo in una riconferma di Milik ed un ritorno di Lorenzo Insigne, con Mertens destinato almeno inizialmente in panchina. In difesa a destra dovrebbe esserci Hysaj e a sinistra Ghoulam, mentre la vera sorpresa la potremmo trovare tra i due centrali, dove Koulibaly potrebbe finalmente riposare in vista dell’Inter. In quel caso la coppia sarà formata da Albiol e Maksimovic. Al centro mancherà Allan (non convocato), possibile tocchi a Rog o Diawara al fianco di Hamsik e larghi sulle corsie a destra Callejon e a sinistra Zielinski, anche se quest’ultimo è in ballottaggio con Fabian Ruiz.  Tra i pali infine, se non dovesse farcela Meret potremmo vedere addirittura il terzo portiere Karnezis. Ancelotti ha dimostrato che anche in porta si può fare turnover e non mi sorprenderei se venisse dato un turno di riposo ad Ospina, con l’intenzione comunque fino all’ultimo di dare a Meret la possibilità di confrontarsi con il suo passato”.