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Partiamo da un dato di fatto importante: la SPAL chiuderà il girone d’andata 2018-2019 senza aver trascorso una singola giornata in zona retrocessione. Nella scorsa stagione occupò alternativamente terzultimo e penultimo posto per 7 turni su 19, per cui il progresso già di per sé c’è stato. Che poi i biancazzurri si apprestino a chiudere questa prima parte di campionato circondati da qualche perplessità in merito al rendimento degli ultimi due mesi è perfettamente comprensibile, viste le nove giornate di digiuno dalla vittoria. Gli ultimi tre punti raccolti tutti in un colpo risalgono al 21 ottobre, quando ancora sciarpe e berretti se ne stavano riposti nell’armadio e la SPAL tornava vittoriosa dall’Olimpico di Roma, pregustando l’esplorazione di zone di classifica sconosciute.
Da allora la squadra di Semplici è andata avanti a passettini, ma si può dire l’abbia fatto seguendo un ritmo da lumaca che accomuna praticamente tutte le concorrenti per la salvezza. Tra novembre e dicembre il solo Empoli è riuscito a mettere insieme un bottino a doppia cifra (10 punti, media 1.25), seppure ora sembri essere incappato in un periodo negativo fatto di tre sconfitte consecutive. Dalla 13^ piazza della serie A in giù troviamo tutte squadre che con l’arrivo dei primi freddi hanno rallentato più o meno vistosamente, fino a raggiungere una poco lusinghiera media inferiore al punto a partita. E chi doveva necessariamente cambiare passo dopo un avvio complicato (Chievo, Frosinone) non ha cambiato marcia nella misura necessaria per stravolgere la propria classifica.
Cagliari: prime dieci partite media 1.3, da novembre 0.87
Genoa: prime dieci partite media 1.4, da novembre 0.62
SPAL: prime dieci partite media 1.2, da novembre 0.62
Empoli: prime dieci partite media 0.6, da novembre 1.25
Udinese: prime dieci partite media 0.9, da novembre 0.75
Bologna: prime dieci partite media 0.9, da novembre 0.50
Frosinone: prime dieci partite media 0.5, da novembre 0.62
Chievo: prime dieci partite media 0.2, da novembre 0.75
Sviluppo fisiologico di un campionato ormai da anni spezzato in tre tronconi, di cui uno stabilmente composto da sette o otto squadre in lotta per la permanenza in serie A. La SPAL aveva senz’altro messo in conto di far parte di questo gruppo, anche se l’avvio sprint con nove punti in quattro partite può aver contribuito a sopravvalutare un tantino il valore della squadra, almeno agli occhi di tifosi e addetti ai lavori. La tendenza a non capitalizzare al meglio gli scontri diretti casalinghi inizia indubbiamente a essere frustrante, ma è anche vero che certi allarmismi sembrano un tantino esagerati. La SPAL da questo punto di vista è in linea con quanto fatto nella scorsa stagione: 8 punti fece con le dirette concorrenti nel 2017, 8 ne ha portati a casa finora con le squadre dello stesso calibro. Così come 8 è il numero chiave che ricorre anche per le giornate di digiuno da successo: per due volte nella scorsa stagione Antenucci e compagni hanno dovuto aspettare otto giornate per ritrovare la vittoria. Nel primo intermezzo portarono a casa la miseria di un pareggio (in casa, col Crotone), nel secondo tre punticini (con Torino, Udinese e Inter). Per non parlare della lunga serie di pareggi consecutivi (6) che avvicinarono la SPAL alla sofferta salvezza del 20 maggio.
La SPAL sta andando piano, è un dato di fatto, ma di positivo c’è che sembra aver imparato la lezione della scorsa stagione, che è poi una lezione vecchia come il calcio stesso: se non si può vincere, l’importante è muovere la classifica con dei pareggi, belli o brutti che siano. Certo, nell’epoca dei tre punti non suona bene come ai tempi di Massei, ma – con metafora ciclistica – permette di rimanere più o meno comodamente col gruppo nella speranza di trovare la forza per uno sprint. O nella speranza che magari qualcuno di quel gruppo nel frattempo si ritrovi con una ruota forata in salita. I tedeschi l’hanno chiamata schadenfreude e la SPAL (con i suoi tifosi) ha il pieno diritto a godersela, in attesa di programmare la promozione – molto meno epica da raccontare – nel troncone centrale della classifica.