Normalmente il mese di gennaio non è un mese di grandi sconvolgimenti di mercato, ma ci sono comunque riflessioni da fare e ritocchi da apportare. La SPAL non starà con le mani in mano e dovrebbe mettere mano praticamente a tutti i reparti per consegnare a Semplici una rosa in grado di conquistare la seconda salvezza consecutiva. Facciamo il punto sulla squadra alla vigilia dell’apertura del mercato.
PORTIERI
A meno di cataclismi dell’ultimo momento, la situazione è già delineata: arriva Viviano (1985) per garantire maggiore esperienza ad un reparto senz’altro impoverito dalla partenza di un potenziale fuoriclasse come Meret e in cui è stato inserito uno dei diversi ingaggi un tantino infelici della sessione estiva. Milinkovic-Savic (1997) verrà restituito al Torino dopo aver dimostrato di essere tutt’altro che pronto per un posto da titolare in serie A. Dietro a Viviano ed a Gomis (che così male non ha fatto) rimangono Poluzzi (1988) e Thiam (1998). Lo staff tecnico di Semplici predilige lavorare con quattro portieri, per cui a meno di promozioni dalla Primavera, i due dovrebbero rimanere fino al termine della stagione.
DIFENSORI
Con il progressivo miglioramento delle prestazioni di Bonifazi (1996) e la certa permanenza del terzetto composto da Cionek (1986), Vicari (1994) e Felipe (1984) restano da valutare le situazioni di Djourou (1987) e Simic (1996). Il centrale svizzero ha trascorso più tempo in infermeria che in campo (367 minuti tra serie A e Coppa Italia) e anche quando è stato schierato non ha particolarmente impressionato. L’accordo sottoscritto in estate (un anno di contratto con opzione per il secondo) consente alla SPAL una certa flessibilità, per cui non è da escludere una risoluzione o una cessione già in questo mese per fare posto ad un elemento altrettanto d’esperienza, ma dalla maggiore integrità fisica. Caceres (1987) per esempio risponde al primo requisito, al secondo un pochino meno.
Non molto diverso è il discorso relativo al giovane centrale croato, attualmente in prestito dalla Sampdoria. Simic ha trovato pochissimo spazio (159 minuti, una presenza da titolare) e quando l’ha fatto non è parso confermare le positive impressioni offerte nello scorso campionato. Anche nel suo caso hanno contribuito diversi problemi fisici, in particolare ad una caviglia. Dalla Croazia si apprende che l’Hajduk Spalato (club nel quale Simic ha mosso i primi passi) sarebbe lieto di dargli spazio, in vista soprattutto degli Europei U21 previsti quest’estate proprio in Italia. Nel caso però servirebbe l’assenso sia della Sampdoria, sia della SPAL: un po’ come avvenne un anno fa con la cessione di Oikonomou.
ESTERNI
Salvo sorprese che avrebbero del clamoroso, sarà l’unico reparto a rimanere totalmente integro. Lazzari (1993) non si muoverà prima di giugno, Fares (1996) nemmeno, mentre Dickmann (1996) e Costa (1995) rimarranno le alternative. Sul mancino ex Chievo circola qualche spiffero relativo ad interessamenti di Hellas Verona e Pescara, ma il rinnovo della scorsa estate (fino al 2021 con opzione) e l’effettivo fascino delle (presunte) offerte sembrano costituire un deterrente ad una partenza.
CENTROCAMPISTI
Sembra esserci parecchio lavoro da fare, soprattutto in uscita. La situazione di Viviani (1992) è senz’altro la più spinosa e ormai se ne parla da settimane. Una sua cessione è scontata, restano da capire destinazione e formula. Con il riscatto della scorsa estate dal Verona, la SPAL e Viviani si sono legati fino al 2022. Che a ventisette anni il centrocampista accetti di rimanere inattivo fino a giugno pare abbastanza improbabile (è la terza scelta dopo Schiattarella e Valdifiori), per cui lo scenario più verosimile è quello di un prestito con diritto di riscatto. La squadra di cui si parla con maggiore insistenza è la Fiorentina, ma non ha l’aria di essere un’operazione così immediata da concludere. Un altro giocatore che cambierà aria probabilmente sarà Vitale (1997), visto che già in estate la SPAL avrebbe voluto collocarlo in prestito senza però riuscirci. Il centrocampista di scuola Juventus non ha giocato un singolo minuto e ha limitatissime probabilità di farlo da qui a giugno, per cui sei mesi in una squadra di serie B sarebbero la soluzione ideale per toglierli un po’ di ruggine di dosso. Da valutare anche la situazione di Everton Luiz (1988) ad appena un anno dal suo sbarco a Ferrara. Il brasiliano di recente è uscito dalle rotazioni di Semplici: dopo aver giocato da titolare (male) contro la Lazio si è visto per 15 minuti contro l’Empoli e di nuovo da titolare nella partita di coppa con la Sampdoria, sostanzialmente riservata alle seconde linee. La SPAL non ha urgenza di cederlo, ma se dovesse trovare l’incastro per inserire una mezzala dalle caratteristiche diverse (uno alla Giaccherini, per intenderci) prenderebbe in considerazione l’ipotesi. Gli interessamenti non mancherebbero, a partire da quello del Partizan (la sua squadra di provenienza) che lo riaccoglierebbe con piacere. Il resto della truppa ovviamente rimarrà dov’è: non trova alcuna conferma la voce di Kurtic (1989) corteggiato dal Cagliari. Ma anche se fosse, la SPAL non sarebbe disposta a privarsi del centrocampista sloveno, uno dei pilastri dell’attuale squadra. Occhio alla possibile promozione in prima squadra del giovane serbo Nikolic (1999) che finora ha fatto la spola tra il gruppo dei grandi e la Primavera.
ATTACCO
Tutto ruota attorno a Paloschi (1990). Il numero 43 fatica a trovare spazio da titolare, complice la scelta esplicita di puntare su Petagna come centravanti principale. Con Antenucci e Floccari a operare come registi offensivi in appoggio all’ex Atalanta, la SPAL riflette sulle sue possibilità. L’interessamento per Stepinski (1995) del Chievo è tutt’altro che un’invenzione dei media, ma portare a Ferrara l’attaccante polacco potrebbe non essere così facile. Anche perché Paloschi ha un solido contratto con scadenza 2021 e bisognerebbe trovare un acquirente realmente interessato a puntare su di lui nel medio-lungo termine. Lo scambio col Chievo sembra l’opzione più ovvia, ma nel caso il club di Campedelli chiederebbe anche un conguaglio. C’è poi da capire dove finirà Moncini (1996), che è promettente ma è decisamente chiuso dai più esperti colleghi. Il suo ex allenatore Castori lo vorrebbe di nuovo con sé, stavolta al Carpi, e pare che un discorso per un prestito sia già avviato.