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Il lunedì non è mai una giornata facile, figuriamoci se può esserlo per la SPAL dopo l’ondata di emotività scatenata dalla partita con la Fiorentina. Eppure in casa biancazzurra dovranno essere bravi a far sbollire in fretta rabbia e frustrazione, magari trasformandole in energia positiva.

Parecchio del lavoro sporco sarà a carico di Semplici e del suo staff. Non è un caso che fin da subito, sia in zona-tv sia in sala stampa, il mister abbia provveduto a stemperare i toni, provando a spostare l’attenzione sui temi tecnici della partita e lasciando alla dirigenza il compito di presentare eventuali rimostranze per l’operato di Pairetto e della squadra arbitrale. Sbraitare contro gli arbitri avrebbe avuto un’utilità parecchio relativa: sarebbe valso qualche titolo in più su giornali e tg, ma niente di più. E il fatto che l’avversaria fosse la Fiorentina c’entra nulla: il comportamento sarebbe stato questo anche in presenza di qualunque altra squadra.

Al di là dell’indole pacata e della connaturata signorilità di Semplici, la sua (coerente) scelta comunicativa va in una precisa direzione: lasciare fuori dalla porta ogni possibile idea di condizionamento esterno sulle prestazioni della squadra. In altre parole: guai a crearsi degli alibi in partenza e sentirsi così penalizzati a prescindere dal proprio livello di concentrazione e impegno. La psicologia di un gruppo di calciatori è materia delicata e lo staff dovrà battere parecchio su questo tasto nella settimana che condurrà al difficile confronto esterno col Sassuolo. Perché di avversità da qui a maggio ce ne saranno altre e se alla prima – magari ancora di stampo arbitrale – la SPAL dovesse squagliarsi di nuovo, diventerebbe parecchio difficile trovare la forza per risalire.

L’episodio (surreale) che ha portato la SPAL dal 2-1 all’1-2 nello spazio di neanche cinque minuti ha avuto un impatto devastante sul morale e sulla lucidità dei biancazzurri. Non poteva essere altrimenti, perché non solo è arrivato nel contesto di una partita parecchio tirata, ma ha anche rappresentato una situazione totalmente non codificata a livello psicologico. Qualcosa di misterioso e mai sperimentato, che a caldo non poteva che creare un gigantesco senso di sconforto e ingiustizia. Lo stesso che poi ha sperimentato la stragrande maggioranza del pubblico. La SPAL lo ha pagato in pieno e infatti Semplici si è detto preoccupato da questo tipo di shock. Dal gol di Veretout in poi la squadra è come stata vittima di uno stato confusionale: comprensibile e in gran parte giustificato, ma da mettere immediatamente nella giusta prospettiva perché il tempo per interiorizzarlo è veramente scarso, soprattutto con una classifica così corta.

Spetterà quindi al mister trovare le parole giuste per riportare tutti sul pezzo e rasserenare un gruppo inevitabilmente ferito e incazzato. La SPAL ha bisogno solo ed esclusivamente di credere nelle proprie potenzialità, quelle mostrate spesso nell’ultimo mese: a Bergamo, col Torino in casa, a Parma, a Ferrara nel secondo tempo col Bologna. Da lì deve ripartire il percorso dei biancazzurri, senza cattivi pensieri, solo tanta cattiveria da mettere su ogni singolo pallone.