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Massimo Albiero è uno che di difesa – e quindi di attaccanti – se ne intende. L’ex difensore spallino (112 presenze con la maglia biancazzurra) è intervenuto nella serata di lunedì a Che Centrattacco, il magazine sportivo di Radio Sound realizzato in collaborazione con LoSpallino.com: “Devo essere onesto e fare una premessa: io il VAR non l’ho ancora capito bene. Dicono che quanto successo domenica, dal punto di vista tecnico ed a livello protocollare, sia giusto. Io però voglio osservare la cosa da un’altra angolazione: Felipe ha fatto un’entrata che non doveva fare, al di là di arbitro e VAR. Un difensore non può entrare di forza e impeto quando l’avversario ha il pallone sotto controllo, soprattutto se di fronte ha un calciatore rapido e abile nel controllare il pallone come Chiesa, che per è molto bravo. Ai miei tempi ho giocato contro Maradona, Zico, Platini, Van Basten e Rummenigge, per dirne qualcuno. Erano attaccanti con cui i difensori devono fare grande attenzione. Chiesa non è a quel livello, ma è comunque molto abile. Quello di Felipe è un intervento in cui il difensore deve essere sicuro al 120% di prendere il pallone. Lui invece è entrato nettamente in ritardo sul piede. E poco conta se il pallone fosse già partito o meno. Non possiamo giustificarlo: doveva invece scegliere di accompagnarlo, anche perché i giocatori di oggi, e questo vale per tutti, devono rassegnarsi all’idea che il VAR poi riuscirà a individuare anche il minimo tocco“.
Ma è giusto che il VAR intervenga su ogni minimo contatto? “Secondo me il VAR è un bene. E’ giusto che nessun colpevole la passi liscia. Però ribadisco, c’è un problema tecnico nei difensori, che entrano in maniera spropositata. Felipe dovrebbe fare mea culpa, perché comunque ha fatto un fallo evidente. Poi possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo, ma se non avesse fatto fallo il VAR non sarebbe intervenuto”.

Dopo il contatto non ci sono state lamentele da parte degli attaccanti della Fiorentina, Chiesa compreso, che invece hanno protestato più per la mancanza di fair-play da parte della squadra di Semplici, vista la continuazione dell’azione: “Molto probabilmente Chiesa ora sta molto attento ad eventuali proteste, ma il fallo per me resta evidente. Il dato di fatto è che i difensori adesso devono stare attenti. Leggono male le situazioni e, a livello generale, l’aspetto della marcatura a uomo non viene più curato. I difensori di valore sono sempre meno e non è possibile che gli attaccanti riescano a fare dai 20 ai 30 gol a campionato“.

Semplici in conferenza stampa ha evitato per quanto possibile l’argomento, anche per rilassare l’ambiente, ma non ha mancato di sottolineare come la squadra si sia sciolta quando mancavano ancora quindici minuti: “Semplici, che io stimo tantissimo, ha centrato il problema. L’alibi è l’arma dei deboli. Anche in caso di ingiustizia si continua a giocare e non ci si ‘sbraga’. Condivido in pieno il suo pensiero. Ma cosa più importante, i giocatori ora non dovranno cercare alibi. L’arbitro può sbagliare, ma si continua. Io ho perso una finale di Coppa Italia perché un tifoso ha buttato una monetina in campo, sfiorando il direttore di gara. Se avessimo guardato il VAR, avremmo visto che l’arbitro se l’era inventato e non ce l’avrebbero data persa a tavolino. La squadra deve ripartire dalle parole dell’allenatore. I giocatori hanno un concorso di colpa su quanto accaduto e darsi alibi è la cosa peggiore“.

Per Albiero comunque rimane un problema di fondo: “E’ indiscutibile che ci sia sudditanza psicologica di alcuni arbitri a favore delle squadre medio-alte. Non spetta a me dire sia giusto o sbagliato o se lo facciano apposta. Sono cose che esistono da sempre, anche nei tempi in cui giocavo io“.