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Troppo facile dire che mister Semplici, a questo punto della stagione, vuole vederci chiaro. E allora perché fare fatica? L’allenatore della SPAL si presenta nella sala stampa del centro Gibì Fabbri con un elegante paio d’occhiali dalla montatura vintage e scatta subito la battuta: “Così posso veder meglio le partite“. Il rendimento affatto entusiasmante della sua squadra nel girone di ritorno (6 punti, peggio ha fatto solo il Chievo con 2) in ogni caso non gli impedisce di mostrarsi di buon umore, pur consapevole della delicatezza del momento.

Mister, è più preoccupato dalla forza della Roma o dalle difficoltà mostrate dalla SPAL nelle ultime settimane?
“La Roma perché è una squadra forte e di valore assoluto, che a prescindere dagli interpreti ha una rosa eccellente. Anche loro hanno passato un momento particolare, c’è stato il cambio di allenatore e avranno senz’altro una reazione a livello morale. Indipendentemente da questo dovremo fare una partita di grande intensità, per tutti e novanta i minuti. Questo è un aspetto che non possiamo perdere. Lo abbiamo visto anche a San Siro: per settanta minuti siamo stati in campo in una certa maniera, poi dopo il loro gol non siamo stati bravi e capaci di reagire come potevamo e dovevamo. Mi sarebbe piaciuto vedere una SPAL migliore in quegli ultimi 25 minuti”.

L’assenza di Lazzari è sostanzialmente coincisa con l’assenza di risultati: lo rivedremo in campo domani?
“Manuel sta discretamente, anche se sicuramente non è al top. L’infortunio prima alla caviglia e poi questo a livello muscolare lo hanno un po’ condizionato. Per noi è importante per tutte le ragioni che ben conosciamo. E’ a disposizione, vedremo come poterlo utilizzare”.

A quanto parla Roma schiererà due punte (Dzeko e Schick): è un motivo di ulteriore preoccupazione?
“Oltre alle punte ci sono altri due esterni che in pratica sono degli attaccanti, quindi bisognerà stare attenti anche a loro. Per quella che è la loro forza e il loro blasone vorranno fare la partita e starà a noi rispondere con intensità e voglia di lottare. Ma soprattutto dovremo essere continui nell’arco dei novanta minuti, senza commettere gli errori che in genere compromettono i risultati”.

Rivedremo Murgia tra i titolari?
“Lo considero un giocatore importante e stiamo valutando il suo impiego. Però a prescindere da Murgia serve da parte di tutti un miglioramento di tanti aspetti che sono mancati. Ripeto: dobbiamo far uscire le nostre caratteristiche e far uscire il carattere che abbiamo sempre dimostrato di avere, anche in situazioni più difficili. E’ ora di tirar fuori una prestazione importante, eccezionale. Non bisognerà sbagliare niente, per portare anche gli episodi fortuiti dalla nostra parte”.

Sotto il profilo psicologico la squadra ha pagato gli episodi controversi delle ultime due partite casalinghe?
“Mi sono raccomandato con la squadra di non pensare di aver perso le partite per il VAR. Quando si perde la colpa è sempre dell’allenatore in primis e poi della gestione dei momenti delle gare. Con un’interpretazione diversa, ad esempio con la Sampdoria, invece di trovarci 0-2 potevamo avere uno svantaggio meno pesante da recuperare. Non ci devono essere alibi. I ragazzi stanno bene, sono consapevoli del momento che stiamo passando e sono consapevoli del campionato che ci aspettava. Forse qualcuno se n’è dimenticato. Per cui sappiamo che la nostra salvezza passa anche dalle sconfitte con le grandi squadre, come capita per le formazioni che lottano per lo stesso obiettivo. Questa però è una consapevolezza che non ci deve togliere qualcosa, ma dare. Perché se si pensa che avremmo dovuto vincere con l’Inter si era un po’ fuori strada. Si poteva vincerla, ma sulla carta in 99 casi su 100 è più facile perdere quando si va a Milano. Siccome si è perso allora si dice che non abbiamo tirato e siamo stati molli… bisogna prendere quel tipo di gara lì in maniera costruttiva per provare a fare meglio. Chiaro che le partite diminuiscono e sono sempre più importanti e anche il valore di ogni singola gara è diverso da quello precedente”.

La classifica la preoccupa?
“Non l’ho mai letta, però sappiamo tutti di essere padroni del nostro futuro. Questo è un aspetto importantissimo. L’anno scorso prima di andare a Crotone eravamo a -4 ed era una situazione molto più difficile. Questo non ci deve far stare sereni e tranquilli, ma preoccupati nella giusta maniera. Consapevoli che il nostro obiettivo è lì e dipende da noi, non si deve mollare. Abbiamo un piccolo margine che ci deve permettere di essere più sfrontati, più coraggiosi e avere più iniziativa”.

Arrivato a questo punto della stagione si aspettava qualche certezza in più dal reparto d’attacco o è soddisfatto di quanto visto?
“Sapevamo le caratteristiche dei nostri attaccanti, anche se mi aspettavo da parte di qualcuno qualche gol in più, ma questo è normale in base al lavoro che è stato fatto. Si poteva fare un po’ meglio, ma abbiamo buone caratteristiche e mi auguro che i ragazzi in generale riescano a essere più incisivi. Quest’anno siamo stati un po’ deficitari a livello offensivo, non è solo una questione di attaccanti. Nel corso delle settimane abbiamo lavorato su diversi aspetti per cercare di avere maggiore pericolosità negli ultimi 16 metri, ma il lavoro deve farlo tutta la squadra”.

Ci sono possibili punti di contatto tra la gara d’andata e quella di domani?
“Quella è stata una vittoria straordinaria, ma a livello di gioco nella prima mezz’ora non avevamo fatto bene. Se la Roma avesse fatto gol non sarebbe stato sorprendente. Mi è piaciuto il fatto che dopo il vantaggio abbiamo messo grande determinazione e attenzione, limitando una Roma ben diversa e specialmente in dieci abbiamo fatto una grande partita a livello tattico e morale”.

Le critiche post-Inter della dirigenza si sono concentrate soprattutto sulla mancata reazione dopo il vantaggio dei nerazzurri. Come spiega questa pecca della squadra?
“Continuo a pensare che fino al gol dell’Inter siamo stati in campo nella giusta maniera. Non siamo mai stati pericolosi, ma nemmeno loro lo erano stati. Loro avevano delle assenze, ma se poi andiamo a vedere i costi dei cartellini dei giocatori in campo la differenza c’era comunque. Fino al gol siamo riusciti ad avere cattiveria e aggressività, col proposito di provare a ripartire. Non ci siamo riusciti, ma lì bisogna dar merito all’Inter. La mancata reazione ha rappresentato un dispiacere soprattutto per i ragazzi. Forse è stata colpa mia che ho messo il terzo attaccante. Questo sistema di gioco ci induce a non avere la stessa fluidità che invece abbiamo col 352. Poi ha inciso la stanchezza di alcuni elementi, che negli ultimi venti minuti non sono stati in grado di riproporsi con la stessa intensità fisica avuta fino a quel momento. Abbiamo analizzato questo aspetto con lo staff e secondo me la volontà di recuperarla subito col terzo attaccante ha fatto perdere un po’ di equilibrio alla squadra. Non sempre aggiungere una punta comporta una maggiore pericolosità. A Parma questo ha funzionato, anche se la conduzione della gara era diversa”.

In questo momento la SPAL ha gli stessi punti dello scorso campionato, in una serie A dai presupposti un po’ diversi. Fin dall’estate si è sentito dire che il proposito era quello di salvarsi con meno affanno, ma a undici partite dal termine sembra che ci siano forti possibilità di arrivare col fiatone anche quest’anno. Cosa ha impedito alla SPAL di viaggiare ad un livello leggermente superiore in termini di rendimento?
“Fino ad oggi lo abbiamo fatti, da qui in avanti vedremo. Il campionato della SPAL, come quello delle altre che lottano per la salvezza, passi da un confronto con squadre costruite in maniera diversa. Il divario con le prime è abbastanza evidente. Quindi è un campionato in cui il punticino, la vittoria ogni tanto e le sconfitte frequenti fanno parte del percorso. Io ho sempre detto che avremmo dovuto soffrire, perché il campionato ha un valore più alto rispetto all’anno scorso. Non ci sono squadre materasso e la nostra conferma in categoria sarà ancora più difficile. Ora i punti si faranno più pesanti e starà a noi fare delle prestazioni maggiormente positive. Ma non è che se perdiamo siamo scarsi e se vinciamo sia i più bravi. Non siamo né nell’una, né nell’altra situazione e bisognerà avere quell’equilibrio in grado di raggiungere i punti utili a conquistare la salvezza”.

Tornando un momento gli spunti di formazione: cosa ha impedito a Valdifiori di imporsi come un titolare in questa squadra? 
“In questo momento ho preferito fare altre scelte, perché ci sono giocatori che in grado di garantirmi cose che non sono nelle sue corde. Rimane un giocatore importante che abbiamo voluto e quando lo riterrò opportuno lo utilizzerò per le sue caratteristiche”.

Invece a che punto sono Jankovic e Regini?
“Difficile giudicare solo in base agli allenamenti. Tutti e due sono in crescita. Vasco è pronto anche per fare il titolare, mentre Marko ha fatto buone cose, sta crescendo dopo essere stato fermo tanto tempo. Una mezz’ora a partita in corso può farla”.