L’inchiesta sui bilanci delle squadre di serie A realizzata da La Gazzetta dello Sport conferma ancora una volta quanto la presenza (e la permanenza) della SPAL a questi livelli non sia da considerare come un fatto scontato.
I dati pubblicati nell’edizione di venerdì 22 marzo dicono che il club biancazzurro nella stagione 2017-2018 si è salvato pur essendo ultimo in classifica sia alla voce ricavi (26,2 milioni di euro), sia per incasso da diritti televisivi (15 milioni). Una dimostrazione (ulteriore) di quanto equilibrio, programmazione e attenzione al bilancio possano pagare in un calcio sempre più indebitato e con una visione a brevissimo termine.
Spiega Gazzetta: “Se non fosse per le plusvalenze, il buco della serie A sarebbe una voragine. La gestione è particolarmente stressata, anche perché i club italiani, salvo rare eccezioni, perseverano nell’antico vizio di spendere solo sulle rose, rinviando gli investimenti utili a uno sviluppo strutturale. La riprova? Da due anni sono tornate di moda le plusvalenze, in certi casi fittizie. Nel 2017-2018 le plusvalenze hanno toccato quota 731 milioni. Non il modo migliore per riequilibrare i conti. Difficile quantificare la fetta ‘malata’ di questa cifra, però è un fatto che diverse società abbiano l’abitudine di scambiarsi calciatori come figurine, a cui vengono assegnati valori arbitrari aggiusta-bilancio“.
In un quadro del genere, la SPAL viene elogiata per la sua capacità di abbinare competitività e ordine nei conti: “Un bell’esempio di matricola – scrive Gazzetta – che non specula sul salto in serie A, ma investe in un progetto di ampio respiro. Da quanto è nel massimo campionato il club dei Colombarini ha investito 50 milioni tra parco calciatori e infrastrutture. 12 milioni per il rifacimento dello stadio Mazza e 2,5 per il centro sportivo Gibì Fabbri. Dal punto di vista gestionale la parola d’ordine è equilibrio. Il bilancio 2017, con metà stagione in B, era stato chiuso a -1,5 milioni ma considerando la stagione 2017-2018 il risultato sarebbe +1,3, con un marginale ricorso alle plusvalenze“.