Al termine della partita i due coach, Leka del Kleb e Martelossi di Udine, con umori diametralmente opposti hanno commentato la partita in sala stampa. Spazio anche a Davide Liberati, elogiato proprio dal suo allenatore albanese per l’impatto avuto nella rimonta decisiva che ha messo al tappeto i friulani.
SPIRO LEKA
“Sapevamo che non sarebbe stato facile. Udine ha un roster lungo e ci ha bombardato sin dall’inizio, facendoci uscire subito dal piano gara. Poi c’è stata la nostra reazione e la scintilla è arrivata da Liberati e Buffo, che hanno fatto vedere agli altri come saremmo potuti rientrare in partita. L’intensità difensiva ha fatto la differenza. Non abbiamo fatto la partita della vita, ma siamo stati bravi a trovare i protagonisti di giornata. Qualcuno non ha giocato bene, ma ci sta. Campbell ha iniziato subito a fare il suo dovere, ha stretto i denti nonostante l’infortunio, e contro una delle migliori cinque squadre del campionato siamo usciti dal nostro tugurio. La nostra gente poi ci ha dato la spinta giusta ed è andata bene. Ringrazio il mio preparatore atletico, siamo sempre aggressivi e questo vuol dire che a livello fisico ci siamo. Se siamo salvi? No, lo saremo quando ce lo dirà la matematica. Non dobbiamo aspettarci regali dagli altri, ma domenica andremo in trasferta a Bologna con la mente libera, con cuore e carattere. L’ultimo quarto? La nostra forza di volontà ci ha permesso di recuperare i nostri limiti tecnici. Abbiamo esasperato Udine con la nostra aggressività. Ora siamo più sporchi e con un ultimo quarto 25-13 si può ben sperare. Il mio futuro? Qua non manca niente per fare un passo in avanti. La passione c’è, la società è solida. Se ci saranno le condizioni ne parleremo. Intanto preoccupiamoci di ottenere questa salvezza”.
ALBERTO MARTELOSSI
“Credo sia stata una buona partita, godibile per gli spettatori. Parlo da perdente: sono dispiaciuto, ma faccio i complimenti al Kleb per la prestazione importante. E’ difficile come si possa perdere dopo aver accumulato un vantaggio discreto come quello che avevamo noi. La differenza l’ha fatta il sangue freddo. Devo dividere la partita in due tronconi: volevamo uscire dal nostro periodo complicato e volevamo farlo con una partita vera, e credo che quella ci sia stata. Non abbiamo centrato, invece, l’obiettivo di vincere la partita, abbiamo perso i nervi nei momenti clou e speriamo di avere altre chance per correggere questo punto. Nella seconda parte, nonostante i miglioramenti in difesa sul pick&roll di Ferrara, siamo mancati in altre fondamentali. La sensazione di aver giocato una buona partita c’è, ne avevamo bisogno, ma è anche vero che quando Ferrara ha alzato la pressione siamo usciti fuori dagli schemi”.
DAVIDE LIBERATI
“La mia tripla? E’ il tiro della vita. Da uno schema non riuscito è venuta fuori quella conclusione. La palla è entrata, ma credo che la scossa della partita sia nata all’intervallo. Era una partita da vincere per raggiungere il prima possibile il nostro obiettivo. Cosa ci siamo detti nello spogliatoio a fine partita? Eravamo tutti contenti, è stata una grande rimonta, ma dobbiamo restare concentrati perché la salvezza non è ancora matematica. Il pubblico? Ci ha aiutato tantissimo. Le vittorie permettono alla gente di avvicinarsi alla squadra e i nostri tifosi sono stati importantissimi. Gli elogi del coach? Fanno piacere, cerco di lavorare bene in settimana e non credo siano casuali. Stasera è toccato a me ma è tutta la squadra a sudare in allenamento”.