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Sabato scorso, a Empoli, il presidente della SPAL Walter Mattioli ha fatto un riferimento piuttosto esplicito ai benefici economici che potrebbero derivare da un buon piazzamento della squadra in questo campionato di serie A. Non solo: il numero uno di via Copparo ha anche fatto presente che i giocatori stessi potrebbero ricavare vantaggi significativi in termini di premi, nel caso riuscissero a portare la SPAL a ridosso della colonna sinistra della classifica.

Il ragionamento di Mattioli non fa una piega, perché grazie alla nuova distribuzione dei proventi dei diritti televisivi in vigore da quest’anno, fare punti e conseguire un buona posizione di classifica può modificare in maniera significativa i numeri del bilancio e questo per una società della taglia della SPAL può fare una discreta differenza. Infatti, dopo la riforma della legge-Melandri, la ripartizione della milionaria torta messa a disposizione network televisivi prevede una fetta pari al 15% del totale calcolata in base al risultato dell’ultimo campionato (12% posizione raggiunta in classifica e 3% punti realizzati). Vale la pena ricordare che la fetta più grossa è quella distribuita in parti uguali (50%), mentre le altre voci prese in considerazione sono il numero di tifosi (20%), la storia del club dalla stagione 1946-47 (5%) e l’andamento negli ultimi cinque campionati (10%). Questo significa non solo che la SPAL potrà “scalare” un campionato di serie C dal computo dell’ultimo quinquennio, ma può anche puntare a un discreto gruzzolo per la performance della stagione in corso.

Difficile stimare una cifra precisa a causa delle numerose variabili in gioco e l’assenza di premi prestabiliti da parte della Lega di serie A, ma l’edizione ferrarese de Il Resto del Carlino – in un’analisi firmata da Luigi Pansini – ci ha provato, delineando un quadro nel quale la SPAL potrebbe incamerare 3,5 milioni di euro mantenendo l’attuale 13° posto. La cifra salirebbe sopra i 5 milioni in caso di sorpasso su Cagliari e Fiorentina, mentre scenderebbe sotto i 2 piazzandosi quart’ultima. Differenze che a prima vista potrebbero sembrare di poco conto, ma che incidono su un bilancio da 26 milioni di euro di ricavi (fonte: Gazzetta dello Sport).

La seconda salvezza consecutiva dei biancazzurri, tra le altre cose, consente alla società di essere classificata club di “fascia B” nel computo del cosiddetto “paracadute” destinato alle squadre retrocesse. Un pensiero che ovviamente nessuno vuole affrontare, ma che inevitabilmente va considerato. La militanza in due campionati di serie A negli ultimi tre complessivi dà (potenzialmente) il diritto a ricevere 15 dei 60 milioni messi a disposizione dalla Lega, in caso di retrocessione in serie B. Nessuno vorrebbe mai dovervi fare ricorso, ma nel caso è sempre meglio avere le spalle adeguatamente coperte.