La serata di domenica della festa della curva Ovest è stata aperta da Angelo Barlati, che snocciolando numeri e statistiche come un fiume in piena, ha raccontato il volto della Curva Ovest in trasferta: “Abbiamo raggiunto obiettivi non solo come SPAL ma anche come movimento: quest’anno, secondo un sito che raccoglie statistiche (goal.com), i tifosi biancazzurri sono stati i sesti in Italia a spostarsi di più. Media di 1100 persone in viaggio. Un risultato clamoroso. In casa, invece, non abbiamo rivali: riempiamo il Paolo Mazza con percentuali che superano il 90%. Il merito? Dell’organizzazione, del sudore versato e delle ore spese. A grandi linee, abbiamo impiegato 270 mezzi in questa stagione, 7-8 ogni settimana. L’impegno è stato di tutti. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. Colgo l’occasione per lanciare il motto il prossimo campionato: ‘Porta un amico in trasferta’, così cresciamo ancora“.
Al termine della sua presentazione abbiamo voluto fare due chiacchiere proprio con lo stesso Barlati per approfondire l’argomento: “Avevo raccolto i dati sulle trasferte anche l’anno scorso, ma i numeri erano abnormi perché era l’esordio in serie A e quindi avevamo fatto prestazioni pazzesche, come a Roma o Milano in cui siamo andati veramente in migliaia. Facendo la media risultavano più di 2.000 presenze in trasferta. Un dato falsato dal ritorno in serie A dopo 49 anni. In questa stagione i numeri sono più realistici: passata l’euforia, in trasferta ci sono voluti quelli che volevano veramente venirci, facendo registrare comunque dati notevoli“.
Vi aspettavate numeri del genere?
“No, essere sesti in Italia non me l’aspettavo. Sapevo che avevamo numeri importanti, ma non di questa portata“.
E’ cambiato qualcosa nello stile delle trasferte dai tempi della serie C?
“Sì, certo. Fino a tre anni fa ognuno ballava con sua nonna… tanti piccoli gruppetti, ognuno si organizzava autonomamente. Oggi c’è un’organizzazione più strutturata che vede un raccordo tra i vari gruppi, anche per una questione di rapporti all’interno della stessa curva Ovest. Quindi dove non arriva un gruppo, c’è qualcun altro pronto a dare una mano“.
La tua trasferta preferita?
“Di quelle che ricordo mi viene da dire tutte e nessuna (ride, ndr). Però secondo me Terni è stata inarrivabile“.
Hai parlato dell’idea ‘Porta un amico in trasferta’: cosa si può dire a chi magari non fa parte della Ovest, ma vuole affacciarsi al movimento?
“Beh, noi portiamo in giro un sacco di persone che non fanno parte della Ovest e magari vanno in gradinata e tribuna. Molti di questi però lavorano per organizzare le trasferte. Il nostro è un movimento importante, però con noi ci sono tanti ragazzi che frequentano altri settori. Solo che in trasferta siamo tutti uguali, diventiamo tutti curva Ovest“.
ha collaborato Francesco Mattioli