Premesse doverose: è ancora calcio di luglio, la rosa della SPAL è ancora incompleta, mister Semplici non ha ancora pienamente fatto vedere cosa ha in mente per quanto riguarda i nuovi automatismi tattici. Detto questo, cosa lascia l’amichevole vinta 4-1 con la Feralpi Salò?
La prima ora di gioco, prima delle sostituzioni, è quella che ha potuto fornire un minimo di indicazioni sul lavoro svolto dai ragazzi di Semplici fino a ora e ha mostrato una SPAL che affrontato con la mentalità giusta un avversario che, viste le due categorie di differenza, magari avrebbe potuto indurre a una inconscia sottovalutazione. A livello tattico sono balzati all’occhio sia il lungo possesso palla sia la tendenza, in fase difensiva, a tenere la linea ancora più alta rispetto alla scorsa stagione, con meccanismi ovviamente ancora da perfezionare. Entriamo però un po’ più nel dettaglio dei singoli reparti.
DIFESA – La SPAL, pur con l’esordio del neo-arrivato Di Francesco che porterà a qualche innovazione tattica, si è schierata con l’ormai collaudato 352, con Cionek–Vicari–Felipe nel terzetto iniziale davanti all’esordiente, e poco operoso, Berisha. Come detto sopra, la tendenza è quella di una linea molto alta, portata a cercare l’anticipo, spesso più orientata sull’uomo che a movimenti di reparto. Un atteggiamento di grande personalità, ma che ad oggi, non essendo i meccanismi difensivi ancora ben oliati, qualche falla tende a concederla. La Feralpi ha cercato di sfondare o con palloni a scavalcare il trio arretrato, oppure con cross dal fondo, sfruttando soprattutto il lato sinistro, dove la coppia Di Francesco-Cionek ha dovuto un po’ improvvisare, per forza di cose. L’esterno ex Sassuolo ha fatto mezzo allenamento con i nuovi compagni prima di essere schierato. In fase di possesso, invece, si è vista una grande personalità nel portare la palla nella metà campo avversaria, come accaduto con la percussione di Cionek che ha portato al primo gol di Valoti, e nel cercare il fraseggio anche a pochi metri dalla propria porta, necessità ormai inevitabile per via delle novità regolamentari che entreranno in vigore in questa stagione.
ESTERNI – La grande sorpresa di giornata, visto l’arrivo nella serata antecedente la partita, è stato l’esordio dal primo minuto di Di Francesco, posizionato largo a destra, con Strefezza ancora una volta schierato a sinistra. La sua prova ha confermato quanto già si sapeva sulle sue caratteristiche: grande estro e velocità dalla trequarti in avanti, ma qualche amnesia dietro. Semplici ha spiegato come l’idea sia quella di chiedere a Cionek di scalare prima e maggiormente, per evitare di richiedere al nuovo arrivato troppi e dispendiosi recuperi. Strefezza in compenso è stato il migliore in campo. Una delle sorprese di questa prima fase di ritiro. Il brasiliano ha cercato di applicarsi, con ottimi risultati, in quella che è la fase che conosce meno, ovvero quella difensiva. Col passare dei minuti, poi, si è lasciato andare a qualche sortita in avanti. Nella ripresa c’è stato spazio anche Lorenzo Dickmann: il laterale ex Novara ha fatto la parte del leone, con un gol segnato, un autogol procurato e un’altra marcatura sfiorata in almeno due occasioni. Chissà che non possa essere l’anno buono anche per lui.
CENTROCAMPO – Nel cuore del gioco spallino, senza Kurtic assente per affaticamento al pari di D’Alessandro, Semplici ha rilanciato Valdifiori nel ruolo di regista, con Murgia e Valoti ai suoi lati. Il centrocampo spallino ha cercato, per gran parte del primo tempo, di gestire il possesso palla con passaggi corti e rapidi, sfruttando l’intercambiabilità di Valdifiori e Murgia in regia e i movimenti tra linee e in profondità di Valoti, uno dei quali ha portato al 2-0. La prova del centrocampista ex Empoli e Torino, dopo un anno decisamente sotto tono, ha mostrato qualche segnale di ripresa. Nel secondo tempo sono entrati Missiroli e Jankovic, ma dei giocatori impiegati il montenegrino, schierato nell’inedito ruolo di mezzala, è sembrato il meno convincente. Anche se, a sua discolpa c’è da dire come la partita e la formazione attorno a lui non fossero più ai livelli del primo tempo.
ATTACCO – L’alternanza della punte di queste prime amichevoli ha visto Moncini al fianco di Floccari, anche lui, come Berisha, all’esordio stagionale. Gran parte del movimento di raccordo l’ha fatta, come al solito, il “Boia”, mentre a Moncini è stato richiesto un ruolo più di finalizzatore. Come avvenuto in occasione del primo gol, quando l’ex Cittadella si è trovato da opportunista sulla traiettoria del tiro di Floccari. Per il resto si è visto oggettivamente poco. Floccari ha lavorato maggiormente per la squadra, ma probabilmente la dea bendata non era dalla sua parte, perché dopo il gol “rubato” da Moncini, ci ha pensato De Lucia ha negargli il gol su rigore.
Nell’intervallo è entrata la coppia Petagna–Paloschi, che ha mostrato una buonissima intesa, con Petagna più deputato a creare col suo sinistro e Paloschi pronto a colpire alla Moncini. Sfortunatamente il 43 è rimasto a secco, fermato dal palo.