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Raccogliere l’eredità di Emiliano Viviano tra i pali della SPAL non è sicuramente un compito facile, ma Etrit Berisha sta quantomeno dimostrando di essere sulla buona strada, dopo un anno in cui ha dovuto lottare con Pierluigi Gollini per una maglia da titolare a Bergamo. Queste le parole del portiere albanese sul pareggio con l’Hellas Verona: “Abbiamo fatto una bella partita soprattutto in fase difensiva, mentre non siamo stati bravi in quella offensiva perché non abbiamo trovato i giusti tempi per superare il centrocampo e la loro difesa. Visto che siamo in preparazione e le gambe sono pesanti abbiamo ancora tempo per lavorarci. Loro cercavano i lanci lunghi e il recupero delle seconde palle, ma noi siamo stati bravi a tenere alta la difesa. Però non siamo stati abbastanza veloci una volta che riprendevamo il possesso. Il fuorigioco lo abbiamo fatto abbastanza spesso perché il mister vuole che la squadra stia corta e dobbiamo sapere quando uscire o meno. Questo è stato il primo vero test contro una squadra di serie A e con i miei compagni di reparto ci siamo comportati davvero bene”.

“Salvarsi sarà difficile per tutti, quest’anno ci sono squadre che si vogliono rinforzare come noi e ci sarà da lottare con circa la metà della squadre, almeno inizialmente, finché non inizieranno a vedersi le differenze. Sicuramente noi vogliamo essere protagonisti e siamo fiduciosi. I compagni mi hanno aiutato molto per inserirmi, la società è stata sempre presente, quindi sono stato messo nelle migliori condizioni. Stare o meno a Bergamo è stata una mia decisione. Io pensavo di aver bisogno di una nuova avventura e ho scelto così. Da quando sono in Italia ho girato un po’. Prima di venire qua ho parlato sia con Petagna sia con Kurtic, mi hanno spiegato un po’ com’è la città e piano piano riuscirò a vederla, visto che fino ad ora siamo stati quasi sempre in ritiro. Contro Gasperini non ho assolutamente nulla, lui e la società hanno scelto di puntare di Gollini e io non posso dire nulla. Mi conoscono e sapevano cosa avrei potuto dare”.