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A venti giorni dall’inizio del nuovo campionato la SPAL dimostra, contro l’Hellas Verona, di aver idee di gioco chiare, ma anche di essere ancora alle prese con le scorie della preparazione atletica. In una partita giocata senza Felipe, Kurtic e Di Francesco (in panchina solo per onor di firma) e nella quale Semplici ha cercato di far giocare un po’ tutti, alcuni si sono messi in evidenza e altri invece hanno offerto indicazioni meno incoraggianti.

IN EVIDENZA

Cionek – Il polacco di Brasile ormai è un veterano e ha il merito di farsi valere per tutta la partita: di forza, di intelligenza e anche di furbizia, soprattutto quando le cose dietro prendono una piega preoccupante. Tupta e Di Carmine prima e Lee poi non riescono realmente a dargli fastidio.

Valoti – In leggera difficoltà nel trovare la posizione nel primo tempo, anche se conquista una punizione dal limite con un intelligente inserimento. Nel secondo tempo passa in versione d’assalto. Crea due pericoli in rapida successione, colpendo anche il palo con un altro dei suoi inserimenti di testa dal tempismo impeccabile.

Petagna – Con Moncini a fare il riferimento avanzato, tocca a lui rifinire il gioco d’attacco, creando spazi e portando a spasso i centrali di Juric. Soprattutto nel primo tempo lo fa e anche bene, pur ritrovandosi troppo spesso troppo lontano dal compagno di reparto. Non ha troppe occasioni per liberare il tiro, anche perché è l’osservato speciale della difesa scaligera.

IN OMBRA

Valdifiori – La qualità in impostazione c’è, è la velocità a essere un problema. Sembra un pochino in difficoltà sul piano fisico e in copertura fatica molto a trovare i tempi giusti, quindi a essere efficace. Allo stato attuale è lui a prendere in carico corner e punizioni, almeno in assenza di Kurtic e Murgia.

Strefezza – L’intraprendenza c’è e l’aggressività pure. Strappa applausi per un tiro a giro che finisce fuori di poco e nella ripresa prova a fregare Silvestri con una ‘trivela’ da brasiliano vero. Le buone notizie però riguardano solo la fase di spinta (resa tuttavia prevedibile dal mancato uso del sinistro), perché quando è ora di difendere lascia aperte diverse falle e si ritrova a dover usare le cattive su Faraoni.

Moncini – Corre e si batte, ma non trova mai la sua collocazione ideale. Esce sconfitto dal duello con i centrali dell’Hellas, pur provando a batterli in scaltrezza con movimenti sul filo di fuorigioco. L’intesa con Petagna è totalmente da costruire.

MENZIONI SPECIALI

Igor – Era il primo vero test significativo per lui e si può dire che l’abbia superato, malgrado l’inconsistenza offensiva dell’Hellas. Qualche piccola amnesia si è vista, ma a impressionare è stata la grande personalità e l’assoluta prepotenza fisica che riesce a esprimere anche quando parte palla al piede. Giocatore da ‘sgrezzare’ un po’, ma che può sorprendere.

D’Alessandro – Piazzato a destra, passa il primo tempo soprattutto a difendere e tutto sommato lo fa bene, dimostrando che può rendersi molto utile anche in fase di copertura. Manca qualcosa quando è ora di arrivare sul fondo o saltare l’uomo sui primi passi, ma forse a condizionare il giudizio è il ricordo ancora fresco delle scorribande di Lazzari.