Nel giro di un paio di settimane la vita di Federico Di Francesco è cambiata un bel po’. Non solo è approdato in nuova squadra, passando dal Sassuolo alla SPAL, ma è pure diventato papà. Felice circostanza che gli ha impedito di ambientarsi completamente nel periodo iniziale della sua avventura in biancazzurro.
Dopo le esperienze di Bologna e Sassuolo l’esterno classe 1994 – figlio di mister Eusebio – continua il suo tour dell’Emilia Romagna approdando a Ferrara con il compito (apparente) di sostituire Manuel Lazzari sulla fascia destra, seppure con prerogative diverse. Le prime impressioni su di lui le ha offerte il ds Davide Vagnati: “Siamo molto contenti di presentare Federico, che entra a far parte della nostra famiglia. Quella per portarlo qui è stata un’operazione lunga. Sin dai primi incontri con Federico eravamo già convinti che questo matrimonio potesse essere positivo per tutti e due, perché ci ha dato subito delle risposte importanti e, per quanto mi riguarda, cerco sempre di portare a Ferrara ragazzi con grande voglia e spirito di partecipazione. In lui ho visto grande voglia di lavorare per noi e cercare di mettersi a disposizione della squadra con le sue grandi qualità. Siamo convinti che sia un calciatore importante che può fare ancora molto nella sua carriera, vista anche la giovane età. Questo per lui deve essere un trasferimento di consacrazione“.
Quindi la parola è passata allo stesso Di Francesco, che ha raccontato le motivazioni che lo hanno portato a vestire biancazzurro e la sua collocazione tattica: “Sono contento di essere qui. Ringrazio tutti, dal presidente a Vagnati a mister Semplici. Ho sentito fin dai primi incontri la voglia della SPAL di avermi con sé dopo un’annata per me non semplice. Ferrara è una piazza che vive di calcio e qui potrò trovare tutti i presupposti per fare bene. Ho trovato un ambiente familiare che fin da subito mi è piaciuto molto. In serie A ogni anno ci sono tanti cambiamenti e ci vuole sempre un po’ per trovare l’amalgama giusta all’interno del gruppo. Qui ho trovato un ambiente forte, con calciatori che hanno valori umani importanti e che mi hanno messo subito a mio agio. Prima di venire mi sono confrontato con Floccari, con cui avevo giocato a Bologna, che mi ha parlato tanto della filosofia SPAL. Sono veramente contento di essere in un ambiente così positivo”.
“A livello tattico ho giocato poche volte col 3-5-2. Quello di quinto di centrocampo è un ruolo in cui non ho avuto la possibilità di giocare molto, ma che posso comunque fare. Ho giocato principalmente come esterno, ma anche da mezzala. Sono a completa disposizione del mister e dei compagni di squadra. Il paragone con Lazzari? Lui è un gran giocatore e non sono sicuramente qui per fare confronti di questo tipo. Siamo due ragazzi con caratteristiche diverse. Io il laterale lo farei con le mie peculiarità, cercando di migliorare le mie lacune, soprattutto in fase difensiva. Ci stiamo lavorando e ho grande voglia di migliorarmi. Io ci sto mettendo grande disponibilità per imparare, la continuità sul campo mi aiuterà. L’ultimo anno è stato un po’ complicato: ho avuto un problemino fisico a gennaio e ho faticato a riprendere il ritmo. Da lì in poi ho giocato poco, anche perché chi è entrato al mio posto (Boga, ndr) ha giocato molto bene. Con De Zerbi però ho avuto un ottimo rapporto, è sempre stato onesto con me. Tuttavia, anche giocando meno, mi sono sempre allenato e anche a livello di atteggiamento penso di essere migliorato. Con Semplici non ho avuto modo di confrontarmi nel dettaglio sui miei compiti in campo, perché dopo qualche giorno di ritiro sono tornato a casa per la nascita di mio figlio. Però ho cercato di capire un po’ l’idea di calcio che vuole trasmettere alla squadra”.