Walter Mattioli non è arrivato per primo allo stadio Paolo Mazza nella mattinata di sabato solo perché il direttore generale Gazzoli ha praticamente preso residenza lì dentro. Di sicuro il Pres ci è arrivato con solerzia e con la necessità di togliersi dei massi dalle scarpe dopo un mese di silenzio che lui stesso ha definito come imposto: “Sono stato obbligato a stare zitto. Ma è stato giusto, perché altrimenti non so cosa avrei potuto dire e cosa sarebbe successo. Quando mi hanno chiamato la prima volta per dirmi di questa storia ero diretto a Milano per la riunione di Lega. Appena mi hanno detto che ci hanno sequestrato lo stadio ho risposto subito ‘Ehzà’… pensavo fosse uno scherzo. A caldo ho pensato che abbiamo fatto talmente tanti lavori che una roba del genere mi pareva davvero strana“.
“Credo – ha rimarcato Mattioli – che nei nostri sei anni di gestione questo sia stato il periodo più brutto. E’ successa una cosa che non doveva succedere. Il nostro stadio era sicuro prima, come lo è di più adesso. Mi dispiace, ma cerco di limitarmi nelle mie personali considerazioni. Però credetemi: i danni creati alla società sono di un’intensità che non potete immaginare, sia economici sia di immagine, e non ce lo meritavamo. Con questo signore (indica Francesco Colombarini, ndr) sono venticinque anni che portiamo avanti insieme progetti e la nostra vita è improntata sulla serietà e l’immagine da dare ogni giorno agli altri. È arrivata questa indagine e siamo rimasti in silenzio perché in questi casi non c’è altro da fare. Anche se avendo passato le notti allo stadio in mezzo a chi costruiva, avevamo la sicurezza che le cose fossero state fatte al meglio. Ma quando si tratta di sicurezza è giusto controllare. Sono le accuse arrivavate da personaggi che forse non sapevano cosa stavano dichiarando che mi hanno dato fastidio. Abbiamo aspettato tutto l’iter per parlare, perché non era giusto farlo e forse non lo è nemmeno ora, ma almeno possiamo dire con certezza che il nostro stadio è sicuro, forse uno dei più sicuri in Italia. Siamo stati parti lesa insieme al Comune, ma molti non sanno neanche cosa voglia dire, e hanno pensato che sia stato il presidente a fare chissà quali cose per costruire in tempi brevi o che abbia potuto mettere in pericolo la vita di persone. Questa la cose è che mi amareggia più di tutte: mai farei qualcosa che possa mettere in pericolo la nostra gente. Anche una piccola parte di tifosi ci ha chiesto cosa sarebbe successo con gli abbonamenti. Se ci sarebbero stati i rimborsi e cose del genere. Questa mancanza di fiducia è stata molto fastidiosa, tanto che io e Francesco abbiamo parlato anche di cose più importanti e abbiamo tanta rabbia dentro, che spero ci passi. Ce la possono far passare solo i nostri tifosi, standoci vicino e ricreando quella sinergia particolare perché questo è un anno che è nato molto male. Dobbiamo ricompattarci tutti, ripartire con entusiasmo perché è un momento molto delicato per la società e la città. Per ultimo: anche i giornalisti hanno creato un po’ di terrorismo psicologico nei tifosi, soprattutto all’inizio, quando sarebbe bastato un pizzico di attenzione in più. Oggi, invece, alcuni hanno parlato poco di quanto successo. È un modo di fare informazione che non mi piace, soprattutto quando ci si ritiene parte di questa famiglia e di questa società, anche a livello di tifoseria. Si riparte, spero la nostra gente ci ascolti, con gli abbonamenti sarà una corsa contro il tempo, di cui ci scusiamo, ma abbiamo bisogno della nostra gente, che resti vicino alla nostra società.”
Il dubbio su che alla base di quanto successo non ci fosse “solo” un problema di sicurezza si è insinuato anche nel presidente, che però ha cercato di glissare: “Mi ripeto, eravamo convinti di aver fatto un buon lavoro, perché l’anno scorso abbiamo discusso mille volte e, per quanto possibile in queste situazioni, eravamo tranquilli. Rispondere non è facile, perché potrebbe uscire qualcosa di offensivo e non voglio. Quando si parla di sicurezza e vengono allo stadio 16.000 persone bisogna verificare. Il modo in cui sono arrivate le accuse non mi è piaciuto, poi se gli organi competenti hanno deciso di controllare è giusto cosi. Noi sicuramente paghiamo tutte le conseguenze, soprattutto in termini di immagine visto che siamo finiti su tutti i telegiornali e anche sotto l’aspetto economico stiamo pagando migliaia, quasi milioni, di danni. A fine indagine faremo delle valutazioni e vedremo anche di rifarci con chi li ha procurati, anche se visti i tempi della giustizia italiana non so come andrà a finire. Sicuramente spero che chi ha sbagliato abbia la forza di pagare, ma ho grossi dubbi”.
Secondo il presidente la vicenda dell’ultimo mese non ha influenzato troppo la squadra: “Abbiamo cercato di tenere la squadra lontana da queste tematiche, anzi ieri è venuto Semplici ha chiederci novità. Secondo me hanno lavorato molto bene, penso siano stati toccati relativamente. Noi abbiamo vissuto un mese di sofferenza dormendo poco, la nostra fortuna è la credibilità che abbiamo a livello nazionale e la Lega ci ha sempre dato la massima disponibilità, aspettandoci per tutto il tempo necessario. Anche perché l’alternativa sarebbe stata andare di nuovo a Bologna e là non erano troppo contenti all’idea. Questo rispetto da parte della Lega di serie A deve essere motivo d’orgoglio, non solo per noi, ma per tutta la città“.