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Neppure il tempo di disfare la valigia che a Nenad Tomovic (1987) è stato chiesto di debuttare in campionato. Il difensore serbo, con le sue oltre 200 presenze in serie A sul groppone, non si è certo fatto impressionare e ha dato il suo contributo nei venti minuti finali del match con l’Atalanta.
Archiviata la sconfitta di domenica, Tomovic ha potuto presentarsi alla stampa per quella che è la sua quinta tappa in Italia. Finora ha vestito le maglie di Genoa, Lecce, Fiorentina e Chievo. Abile a ricoprire tutti i ruoli della difesa, è la pedina che mancava a Semplici per completare il reparto arretrato della sua squadra.

Le prime impressioni sul nuovo numero 40 biancazzurro le ha offerte come d’abitudine il ds Davide Vagnati: “Nenad è un giocatore che vanta una grande esperienza sia nel nostro campionato sia in campo internazionale. Sono rimasto subito colpito dalla grande professionalità e sappiate che per noi è un valore non aggiunto, ma fondamentale. Voleva fortemente venire alla SPAL, tanto da rinunciare a tanti soldi dovuti ad un contratto economicamente importante col Chievo. Speravamo di chiudere l’operazione prima, ma alla fine l’importante è che oggi sia qui. La sua esperienza, sommata alla sua qualità e alla sua duttilità tattica, ci sarà molto utile nel corso della stagione”.

Tomovic ha voluto iniziare dalle motivazioni che lo hanno portato a scegliere la SPAL:  “Ringrazio il direttore per queste belle parole. La trattativa è durata più di un mese e questo mi ha dimostrato che la società mi voleva fortemente e non ho avuto dubbi nell’accettare subito. Ho tanta voglia ed entusiasmo di dimostrare le nostre qualità.
Tatticamente mi trovo bene in una difesa a tre, posso giocare sia a sinistra che a destra. Per la maggior parte della carriera ho ricoperto questi ruoli e di conseguenza mi trovo a mio agio in queste due posizioni. Alle spalle ho tanti campionati in Serie A. Ogni anno è pieno di cose nuove, di miglioramenti, di esperienza e di tanti sacrifici. Col passare del tempo il campionato italiano migliora grazie a giocatori sempre più forti e quindi aumenta sempre la difficoltà. Ma vedo nella SPAL tutte le componenti per salvarsi. Dall’organizzazione della società, allo staff tecnico che lavora più che bene e ad un gruppo unito, sano e con tanta qualità, tecniche ma soprattutto umano. Questo serve per stare in A. Tra i ragazzi conoscevo Kurtic, ma prima di scegliere Ferrara ho parlato con Floccari, con cui condividevo la stanza ai tempi del Genoa”.

Per quanto riguarda l’infortunio che ha condizionato l’ultima stagione del giocatore col Chievo: “La stagione scorsa l’infortunio all’adduttore non mi ha aiutato. Da un problema apparentemente piccolo è nato un grosso infortunio, soprattutto perché ho sbagliato anch’io ad accelerare i tempi di recupero, in modo da tornare subito in campo. Non è stata una scelta giusta. È stata la prima volta in cui mi sono fatto male seriamente. Avevo una pubalgia che mi ha costretto a saltare tante partite, ma ora sono al 100%. Nell’ultima parte della scorsa stagione ho pensato a sistemarmi fisicamente, già da prima di iniziare il ritiro estivo. Ora sono pronto, fiducioso e convinto di rendermi utile per questa squadra”.

Tanto pronto da essere lanciato in campo già nel match di domenica contro l’Atalanta, in cui è subentrato a D’Alessandro a venti minuti dal fischio finale. “Prima di entrare stavo parlando col mister della mia collocazione tattica, ma il secondo gol subito ha generato un po’ di confusione. Da quando sono entrato sono rimasto concentrato nel fare al meglio il mio lavoro, ma purtroppo è arrivata un’altra botta. È stato un inizio sicuramente sfortunato, ma nel primo tempo ho visto una SPAL veramente forte”.

 

foto: ufficio stampa SPAL