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Nella settimana che conduce a SPAL-Lazio gli ultras di Curva Ovest Ferrara hanno pubblicato un comunicato nel quale intendono lanciare un risoluto appello all’unità di intenti di un ambiente – a loro parere – un po’ fiaccato dai risultati sul campo e non. Non solo: il cuore del tifo biancazzurro punta a rinforzare il concetto domenica sugli spalti, attraverso un’altra coreografia allestita per l’occasione.
Di seguito il testo integrale del comunicato.

La storia ci dice che siamo tra i grandi del calcio italiano. Non è solo un coro, è una constatazione che ci riempie di orgoglio. Ma la storia ci dice anche un’altra cosa. Che per rivedere la S.P.A.L. in serie A dopo i fasti del presidente Mazza si sono dovuti attendere quarantanove anni. La situazione attuale è complessa, ne siamo consapevoli. In un calcio dove le logiche economiche sembrano essere la discriminante unica per il successo noi ci presentiamo per l’ennesima volta come Davide, davanti a decine di Golia. Perché in virtù delle nostre disponibilità non potremmo essere altrimenti, a meno di trasformarci in una delle troppe gestioni fraudolente e fallimentari che hanno costellato il calcio dell’ultimo ventennio. L’annata sarà dura. È iniziata in salita e ci sarà da pedalare col rapporto corto fino al novantesimo dell’ultima giornata, potete scommetterci. E l’esito potrebbe perfino essere un’uscita dai palcoscenici scintillanti della massima serie, è un’ipotesi tra le tante che nessuno nega. Ma all’alba del quindici settembre ce lo volete spiegare che cazzo di senso ha deprimersi per quella che a tutti gli effetti rimane soltanto un’ipotesi tra le tante? La campagna acquisti non vi ha soddisfatto, ci sembra di capire. Le prime prestazioni non vi hanno convinto. Il modulo non vi appaga. Non siamo esattamente da Scala del calcio. La condizione fisica è ancora approssimativa. Dite voi. E quindi? Che cazzo vogliamo fare? Partiamo sconfitti alla terza di campionato? Con venti squadre in sei punti? Attorno a noi, per la prima volta, percepiamo un’aura che non ci piace. L’ambiente è una delle poche cose sulle quali possiamo davvero influire, e non rinunceremo a farlo. Di fronte agli ostacoli esistono soltanto due possibilità. Arrendersi o combattere. Per la prima temiamo dovrete rivolgervi altrove, perché nemmeno la trattiamo. E non per supponenza o per mancanza di raziocinio, ma perché non fa parte del nostro codice genetico. Mai per la partita, mai per la categoria, recitano i nostri mantra. Si lotta per la maglia, e la maglia non perde mai finché la sostieni. Noi esistiamo in virtù di ogni singolo fottuto coro. Perché alla fine la somma di tutti i nostri sforzi farà la differenza tra vincere o perdere, sugli spalti. E viviamo nella convinzione che possa farlo anche sul campo. Non conta la partita. Non conta il risultato, né l’esito finale del campionato. Conta aver lasciato il cuore su quei gradoni, e non aver nulla da rimpiangere. Da parte della squadra l’impegno in campo è tutto ciò che pretendiamo e su cui non transigiamo. Per tutto il resto vogliamo che quei novanta minuti siano una bolgia fuori da ogni contesto. Siano il nostro contributo concreto alla lotta per la salvezza, siano il nostro dribbling, il nostro tackle duro. Perché alla fine anche il risultato arriverà, ne siamo convinti. Contro la Lazio allestiremo una coreografia che racchiuda questo messaggio e che induca tutti a remare dalla stessa parte. Facciamo in modo che il messaggio passi, e che ci accompagni per tutto l’anno e per le stagioni a venire. A prescindere da tutto. Siate affamati, siate folli. Questo è il nostro tempo, non sprechiamolo con inutili depressioni. Lottiamo fino alla fine! Avanti Curva Ovest! Avanti Spal!“.