Gabriel Strefezza da San Paolo, Brasile, è l’uomo del momento in casa SPAL, tanto da essersi guadagnato persino un articolo di approfondimento su La Gazzetta dello Sport nell’edizione del 18 settembre del quotidiano rosa.
L’accostamento a Lazzari probabilmente non piacerà granché a Semplici e ai dirigenti biancazzurri, che in questi giorni hanno rimarcato quanto sia opportuno evitare di creare eccessive pressioni e aspettative nei confronti del giovane esterno. A fronte di questo c’è l’orgoglio di aver visto un ex Primavera debuttare in serie A, anche se Strefezza è formalmente cresciuto nel settore giovanile del Corinthias e in Italia ha disputato, da fuori quota (essendo un classe ’97), solo un anno di Primavera nel 2016/2017, l’ultimo prima della suddivisione in A e B, sfiorando i playoff e disputando un’ottima Viareggio Cup. Prima della gavetta in serie C e B con le maglie di Juve Stabia e Cremonese, ad introdurlo nel calcio italiano ci ha pensato mister Roberto Rossi, allenatore della Primavera della SPAL nella stagione 2016/2017, attualmente sulla panchina del Cesena femminile in serie B.
Mister Rossi, Gabriel Strefezza, uno dei suoi ragazzi, ha fatto il debutto in serie A. Contento?
“Sì, anche se io Strefezza l’ho ereditato. Era già nel giro della prima squadra da qualche tempo, ma si attendeva l’arrivo di tutti i permessi. Non è una mia scoperta, anche se spero di averlo aiutato nel percorso di crescita e di ambientamento in Italia“.
Fin da quella stagione lei ha sempre mostrato un certo ottimismo per la traiettoria della carriera di Strefezza.
“Quando era con noi aveva delle qualità superiori rispetto alla media dei ragazzi. Ha fatto il suo percorso in C e in B ed è stato bravo. Ha avuto la fortuna e il merito di debuttare in A, posso solo augurargli di continuare a fare delle buone partite e di crescere. Ha ancora dei margini di miglioramento“.
In quella Primavera c’era una specie di diktat per l’utilizzo del 3-5-2. Strefezza giocò quinto a destra, poi qualche partita da seconda punta. Qual era il disegno per lui?
“In qualche partita avevamo bisogno delle sue qualità in avanti e giocò da attaccante. Fu anche un esperimento in accordo con la società, poi eravamo d’accordo con Ruggero (Ludergnani, ndr) e Vagnati che il ragazzo dovesse giocare da esterno. La società vedeva come ‘futuribile’ l’impegno da esterno più che da attaccante. Il quinto di centrocampo l’ha fatto sempre bene, perché come qualità era superiore alla media e anche perché in Brasile aveva fatto quel ruolo. Un terzino con caratteristiche offensive quasi da ala come nella tradizione brasiliana, quindi giocavamo un po’ ‘storti’, cioè dalla sua parte eravamo più offensivi, perché è bravo nell’uno contro uno e sapeva rompere gli equilibri. Contro l’Inter al Viareggio giocò da mezzala e fece bene anche lì, perché fondamentalmente è un giocatore bravo. L’ho visto lo scorso anno a Cremona contro il Palermo: giocava nei tre trequartisti e fece molto bene“.
A Castellammare di Stabia e a Cremona è riuscito a scalare le gerarchie. Anche nell’anno della Primavera appariva determinato nell’obiettivo di poter arrivare tra i grandi.
“Noi tecnici dicevamo che è cresciuto nelle favelas. E’ un ragazzo che ha fame, voglia di arrivare. Si applicava con impegno e poi, con le qualità che aveva, il percorso è stato più facile. Non credo abbia sentito troppa ‘saudade’ e in questo sono stati bravi i compagni. C’era un bel gruppo, si scherzava parecchio. Lui era un 97 e quindi era uno tra i più grandi. I ragazzi lo stimavano molto per le sue evidenti qualità in campo e quindi lui dal punto di vista morale è stato rinfrancato. Nello spogliatoio era un leader silenzioso, ossia tra quelli che sapeva prendersi delle responsabilità pur non parlando molto, ma facendo parlare i fatti. Lui faceva poi la spola con la prima squadra. So che già allora era tenuto molto in considerazione anche da Semplici, tanto che poi debuttò per uno spezzone in serie B“.
La domanda che ricorre tra gli appassionati spallini è questa: può essere in qualche modo l’erede di Lazzari?
“Secondo me le caratteristiche sono diverse. Lazzari ha un passo totalmente differente e in Italia è unico nel suo genere. Gabriel è rapido nei primi passi, ma non ha i venti-trenta metri di Lazzari. Nasce come giocatore più offensivo, per cui deve continuare a crescere sulla fase difensiva, ma so che con l’applicazione potrà migliorare. E’ un ragazzo che a mio parere in serie A e in questa SPAL ci può stare“.
Appena entrato in campo, Strefezza ha rimediato un’ammonizione per la classica ‘stecca’ su Lazzari. Al Viareggio 2017 fu anche protagonista della rissa con gli argentini del Belgrano. La sua aggressività può condizionarlo?
“E’ un giocatore di temperamento. Tiene botta, ricevendo le entrate dure e sa farsi rispettare, nonostante la statura. Ha un fisico compatto, sa adattarsi alle situazioni. Se c’è da dare la scarpata non si tira indietro, così come quando c’è da prenderle non tira via la gamba. In campo, e secondo me questa è una qualità importante, era un leader. Pur avendo una posizione defilata non si nascondeva mai, chiedeva sempre la palla, anche con la squadra in difficoltà cercava di essere protagonista. Ha qualità tecniche, un buon tiro e questi primi metri importanti con un dribbling secco. Migliorando con attenzione la fase difensiva può far anche il ruolo di quinto, seppure con caratteristiche diverse rispetto a Lazzari. Visto il percorso fatto, può essere utile alla SPAL e secondo me in società ci credono molto. Magari al momento come alternativa ai nuovi arrivati, poi magari col tempo potrà ritagliarsi il suo spazio“.
Di quella Primavera, oltre a Strefezza, finora sono emersi ad alto livello i soli Thiam (oggi nella rosa dei portieri della prima squadra) e Mawuli (Fano, Catanzaro e adesso nella A slovacca). Sta seguendo le loro vicende?
“In occasione dell’amichevole a Cesena ho avuto modo di rivederli e ci siamo fatti delle gran feste, sarà che ero circondato dalle ragazze della mia squadra e quindi son stati ancor più felici di rivedermi. Mawuli stava facendo un bel percorso di crescita tra Fano e Catanzaro, una società con altre ambizioni e in un girone difficile come quello del sud. La scelta della A slovacca può permettergli di crescere, perché non sarà una B, ma sarà sicuramente più competitiva della nostra C. Anche con Demba la scelta può essere condivisibile, perché a star con i bravi si migliora. Anche se magari, a quella età, farebbe bene giocare con maggior continuità“.
La diaspora della Primavera 2016-2017 di Roberto Rossi:
in serie A: Thiam (SPAL), Strefezza (SPAL).
in serie B: nessuno.
in serie C: Artioli (Imolese), Di Pardo (Juventus U23), Seri (Imolese), Spaltro (Cavese).
in serie D: Boreggio (Adriese), Granziera (Clodiense), Maranzino (San Tommaso), Righetti (Lanusei), Scarparo (Adriese), Ubaldi (Cannara).
all’estero: Mawuli (ViOn Moravce; serie A slovacca), Vago (FC Paradiso; 4^ serie svizzera).
categorie minori: Anostini (Castelbaldo Masi; Eccellenza Veneto), Boccafoglia (Copparese; Eccellenza Emilia-Romagna), Cantelli (Portuense; 1^ categoria Emilia-Romagna), Concas (Treviso; Promozione Veneto), Equizi (Montecchio Maggiore; Eccellenza Veneto), Ferrari (Virtus Viareggio; Eccellenza Toscana), Foschini (Consandolo; 1^ categoria Emilia-Romagna), Maghini (Copparese; Eccellenza Emilia-Romagna), Picozzi (Fenegrò; Eccellenza Lombardia).