Con tutta probabilità Leonardo Semplici avrebbe voluto raggiungere in maniera diversa il traguardo delle 200 partite alla guida della SPAL. Farlo con tre sconfitte nel giro di una settimana (di cui una casalinga), 8 gol al passivo e una valanga di critiche ha reso senz’altro meno allegra la ricorrenza, per quanto il mister – ormai da tempo – abbia dimostrato di saper mantenere calma e atteggiamento costruttivo anche nei momenti di burrasca più violenta.
Le 200 panchine (178 in campionato, 22 tra Coppe Italia e competizioni accessorie) fanno di lui il secondo allenatore più longevo di 112 anni di storia biancazzurra (egnent…): davanti a lui rimane solo l’altro toscano Mario Caciagli, in grado di collezionare 198 partite di campionato (in serie B e C) e 22 di coppa. Anche se gli eventi dovessero, malauguratamente, portarlo a mancare il sorpasso sul suo corregionale, la sua impronta sulla storia della SPAL rimarrà per decenni e indurrà anche i critici più feroci a considerarlo un valido candidato per il platonico titolo di allenatore spallino più grande di sempre. Va da sé che non se ne verrà mai a capo in maniera unanime, è pur sempre un dato soggettivo.
C’è tuttavia un altro dato, meno contestabile, che dovrebbe aiutare anche i più accaniti detrattori di Semplici (e dei suoi collaboratori, mai dimenticarli) a riconsiderare il loro armamentario retorico, ammesso che siano lucidi al punto tale da volerlo fare. In 82 partite di serie A con Semplici alla guida della SPAL, la squadra è stata fuori dalla zona retrocessione per 46 giornate. Il 56% del tempo.
La striscia positiva di 42 giornate consecutive sopra al 18° posto, aperta il 29 aprile 2018 a Verona (1-3 all’Hellas) è durata per l’intero campionato 2018-2019 e si è chiusa solo mercoledì scorso col tonfo casalingo per mano del Lecce. Tolte le vacanze estive, si parla di 333 giorni in salvo: quasi un anno intero. Un dato costruito faticosamente, con tanto lavoro sul campo, gioco di squadra, visione d’insieme e nervi saldi. La prima SPAL di Semplici in serie A trascorse 14 giornate su 38 nelle sabbie mobili. Ci entrò dall’8^ alla 10^, dalla 14^ alla 17^, dalla 21^ alla 26^ e infine ci infilò un piede e mezzo alla 34^, quando la Roma vinse a Ferrara (1-3) e contemporaneamente il Crotone sbancava Udine. Sembrava una specie di pietra tombale e invece la storia ha detto che la B se la sarebbe dovuta sorbire qualcun altro.