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I risultati negativi non sembrano affatto aver affievolito la carica di Walter Mattioli, che alla cena di Natale della SPAL si è lasciato andare ad un intervento decisamente arrembante, interrotto di frequente da applausi e strepiti dei numerosi presenti.

Il Collare d’Oro del Coni ci è stato conferito per le vittorie e per la conduzione del club, per la serietà con cui in questi anni la SPAL ha portato avanti i suoi progetti. Abbiamo ricevuto complimenti per il nostro meraviglioso stadio, che sarà piccolo, ma è uno dei più belli d’Italia. E ci è stato riconosciuto il lavoro che abbiamo fatto col settore giovanile, con più di 500 ragazzi tra i vari organici, 84 società affiliate. La SPAL ha 160 dipendenti e famiglia allargata da 800 persone. Siamo partiti quasi dal nulla e in sette anni questa società ha creato tutto questo. Abbiamo faticato tanto e magari ci abbiamo impiegato poco ad arrivare in serie A, ma vogliamo continuare a starci“.

In questo periodo tutti mi chiedono: ‘Ce la farete a salvarvi?’ e a me questa domanda torna strana. Leggo anche certi articoli di giornali in cui si sottolinea il fatto che io dica che ce la faremo. Se non lo dice il presidente chi lo dovrebbe dire? Io sono sicuro, sicurissimo, che rimarremo in serie A e vi spiego i motivi. Qui c’è una società organizzata, da serie A, che vuole continuare a portare avanti i propri programmi, che sono ambiziosi. Ci sono i presupposti per far crescere ulteriormente il vivaio, in termini di risultati e importanza, nonostante i passi da gigante degli ultimi anni. Abbiamo una compagine di dirigenti uno più bravo dell’altro. Impiegati sempre attenti e disponibili. Poi la parte più importante, il braccio armato che scende in campo. Abbiamo tecnici preparati e non badate a quello che ho detto qualche settimana fa. Ero molto arrabbiato e dopo la sconfitta contro il Brescia li avrei presi a scopaccioni tutti quanti, perché non si possono perdere certe partite a casa nostra. Ciò non toglie che io abbia il massimo rispetto per mister Semplici e tutto il suo staff. Non posso mancargli di rispetto per quello è, quello che ha fatto e che spero farà ancora insieme a noi per ancora tanto tempo“.

“Leggo spesso che la squadra va ritoccata, che servirebbe questo o quello… Ripeto quello che dico ormai da cinque mesi: ritengo la mia squadra superiore a tante altre in Italia. Sotto tutti gli aspetti, sia morali sia tecnici. Se probabilmente manca qualcosa, ma già loro (i giocatori, ndr) lo sanno, è quello di avere qualcosa in più quando si va in campo. Perché a volte viene messo agonismo, temperamento, altre invece un po’ meno. Dobbiamo toglierci il pensiero di qualche errore di troppo che viene commesso, ma nessuno può mettere in discussione questa squadra. Io ci credo ciecamente. Però a loro dico: quello che andiamo ad affrontare sarà un ritorno in cui ci aspetteranno delle battaglie, una dietro l’altra. Se ci vogliamo salvare serviranno coraggio e temperamento. Bisognerà lavorare il doppio, però bisogna arrivarci. Ferrara, la sua provincia e i suoi tifosi non possono perdere la serie A. Chi non è d’accordo con me alzi pure la mano e mi dica: ‘Presidente, io non credo più nel progetto, mandami via o scelgo io d’andar via’. Ma non rimanete qua a perdere del tempo. Questo è il periodo in cui bisogna dare e non chiedere. Se siete uomini come io penso, mettiamoci insieme perché così abbiamo raggiunto grandi traguardi e lo faremo anche quest’anno“.