I numeri dicono che nello spezzone di partita all’Olimpico il giovanissimo Georgi Tunjov ha toccato 16 palloni, trasformandone 7 in qualcosa di utile per la squadra. Ma non sarà certo questo che rimarrà impresso nella memoria del ragazzo estone mandato in campo da Leonardo Semplici nella ripresa di Roma-SPAL. Tunjov, nato nel 2001, è il secondo ragazzo della Primavera a debuttare in prima squadra in questa stagione. Il precedente recente è quello di Jaume Cuéllar, schierato nei minuti finali del match di Coppa Italia contro il Lecce.
Tunjov ha fatto il suo ingresso in campo al 73′, a pochi minuti dal 2-1 segnato su rigore da Perotti. Semplici aveva iniziato a meditare il suo inserimento già diversi minuti prima, con la partita ancora in parità, segno di una fiducia sincera da parte del tecnico nei mezzi del numero 96 biancazzurro. Ovviamente la penuria di centrocampisti (l’unica altra alternativa era Valdifiori, di quindici anni più anziano) ha contribuito a far scalare le gerarchie all’estone, che dopo aver rimpiazzato un acciaccato Felipe si è piazzato nella posizione di mezzala sinistra. Nel post-partita ha ovviamente celebrato l’avvenimento con diversi post sul suo profilo Instagram.
Tunjov è nato il 17 aprile 2001 a Narva, una cittadina nella parte nord-est dell’Estonia, a due passi dal confine russo ed esattamente a metà strada tra la capitale Tallinn e San Pietroburgo. Il suo percorso calcistico è iniziato nel Jalgpalliklubi Narva Trans, la squadra della sua città, una delle due squadre estoni a non essere mai retrocessa nella locale serie B (l’altra è il Flora). Nelle file del settore giovanile rossoblù mostra di avere qualcosa in più dei suoi compagni, tanto che nel 2016 l’allenatore della prima squadra, Adyam Kuzyaevcon, decide di regalargli il finale di stagione coi grandi, in Meistriliiga, ovvero la serie A nazionale. E così Georgi, il 15 agosto 2016, a quindici anni e tre mesi, esordisce tra i professionisti, con cui colleziona sei presenze, di cui una da titolare.
La stagione successiva il ragazzo si alterna tra Under 17, di cui è capitano e trascinatore con nove gol, e prima squadra, con cui collezione altre 19 presenze, quasi tutte da mezzala in un 4-3-3. Finito il campionato, con i rossoblù che ottengono il pass per i preliminari di Europa League, il destino di Georgi é quello di salutare gli amici e prendere un aereo per l’Italia, con la SPAL che decide di portarlo nel suo vivaio.
Il ragazzo viene fatto esordire nell’Under 17 di mister Perinelli (dove conosce Cuèllar, già capocannoniere della squadra) il 17 marzo 2018, nel derby vinto contro il Cesena. Neanche un mese dopo trova il suo primo gol italiano, contro il Cittadella. Una rete che già traccia l’identikit perfetto di quello che sarebbe diventato il giocatore: lettura del gioco, tempo d’inserimento e tiro potente. Combinazione perfetta per un centrocampista che già si percepisce possa promettere bene. Nel frattempo Georgi inizia a scalare i gradini nelle rappresentative di una nazionale che non brilla di talenti. Oggi è titolare (quasi) inamovibile di una selezione Under 19 che non ha ancora trovato il suo primo punto nelle qualificazioni ai campionati europei di categoria, in un gruppo con Ucraina, Slovenia e Svezia.
Ma torniamo indietro di un anno. Dopo i primi due mesi con Perinelli nella U17, Georgi passa alla Primavera allenata da Cottafava. Qui, complice una squadra esperta che lotta per il primo posto ed una forte competizione nel suo ruolo, il giocatore inizia a trovare un po’ di spazio solo nel girone di ritorno, in cui gioca otto partite, di cui soltanto tre dal primo minuto, e mette a segno un solo gol. Gli va decisamente meglio con Fiasconi nell’attuale stagione. In un sistema di gioco a lui più familiare (4-3-3) torna ad essere titolare, mettendo a referto otto partite (sette dal primo minuto) ed un’altra rete. Questo fino a inizio dicembre quando Semplici, per ovvie necessità numeriche lo aggrega al suo gruppo.
Giocatore tecnico e potente (è alto 184 cm), è dotato di grande resistenza e predilige il ruolo di interno di centrocampo. Sicuramente più portato per il gioco offensivo che per quello difensivo, il ragazzo ha un buon tempo di inserimento e non si tira indietro quando si tratta di battere calci d’angolo e punizioni. Cottafava è stato l’allenatore che maggiormente ha giocato con il suo ruolo, provandolo sia come mediano davanti alla difesa che come ala destra nel 3-4-3 (come la prima volta che ha calpestato l’erba del Mazza alla Viareggio Cup) o come trequartista nel 3-4-1-2, ruolo in cui però si è trovato chiuso dal leader di quella squadra, ossia Spina (oggi in prestito al Gozzano di Sassarini).
Ora solo il tempo potrà dire quale sarà il futuro del giocatore. Per Tunjov i 22 minuti di Roma potrebbero essere l’inizio di una nuova storia o semplicemente un episodio senza seguito. A deciderlo potrà essere soltanto lui, con il duro lavoro e la fame. Ma per il momento rimane il terzo giocatore del vivaio fatto esordire nella gestione-Semplici dopo Strefezza e Cuéllar e questa soddisfazione, come quella di pestare il prato dell’Olimpico, non gliela toglierà mai nessuno.