A voi e famiglia!
#ammamate
#assorrate
No, non l’ho vista la partita, l’ho vissuta nella mia solita cameretta sgombracà, davanti al solito schermo nero della tv. Difficile spiegare questa mia turba, ma chi mi conosce oramai ci ha fatto il callo. E niente, l’augurio di inizio articolo è riferito a chi non ci crede da settembre, ai disfattisti seriali, agli stormi di finti mister che popolano il web. Sia chiaro, sono illuminista, e quindi il diritto di parola e di opinione lo ritengo sacro, ma quanti di noi hanno le competenze per giudicare, sentenziare, pontificare?
Quanti hanno giocato a calcio?
L’80%.
Quanti hanno giocato a calcio a buoni livelli?
Il 5%
Quanti sono stati o sono allenatori?
Lo 0,2%
Quanti hanno vinto e ottenuto meriti sportivi nazionali al pari di Leonardo Semplici?
Lo 0,00001%
Ecco, appunto, la matematica non è un pignone, diceva un mio amico meccanico. Verissimo, ciò che dice pure monsieur Lapalisse: una rondine non fa primavera. Ma abbiamo vinto a Torino, in un campo super ostico, dove da secoli non portavamo a casa le penne, con un atteggiamento da squadra tosta, tripallica, generosa, vogliosa di ottenere risultato. Questo è. Certo, i signori di cui sopra mi attenderanno al varco per dirmi, alla prima sconfitta: vedi, è stato solo un colpo di culo. Perché certo, quando la sfiga si accanisce su di noi è colpa di squadra e mister, mentre quando gli episodi ci girano a favore è puramente merito della dea bendata. Qui mi verrebbe da scrivere un intercalare non adeguato, ma efficace, che non scriverò.
Sono certo di avere sentito le vostre esclamazioni e gli improperi sui cambi. Ma come si fa a togliere una mezza punta per un centrocampista. No, ancora un altro centrocampista, ma cosa fa? Mette DiFra. Vedi Mazzarri, lui sì che ha coraggio, inserisce Zaza. Vogliono vincere anche in dieci, altroché noi che abbiamo paura della nostra ombra. Ecco, appunto. Valdifiori ha avuto un impatto devastante sulla partita, tiri, assist, cross, alla faccia dei “saputi”. Vedete, di calcio si può parlare, ci mancherebbe. I luoghi consoni sono i banconi o i tavoli dei bar. Ancor meglio se appoggiati al frigo dei gelati del vecchio Bar Trentino, seduti sui campetti ascoltando la radiocronaca, ma su questi cazzo di social, diventa veramente una pena, per chi scrive e per chi legge. Le sentenze lasciamole all’inquisizione, lasciamole agli integralisti, prendiamo atto dei nostri limiti. Io ad esempio potrei parlare con cognizione di causa di esocidi, centrarchidi e salmonidi, ma non con Gian Domenico Bocchi. Non è che se uno ha baciato due ragazze, può disquisire sulle tecniche amatorie con il compianto John P38, o no?
Non riesco a vivere la S.P.A.L. alla TV, non è il mio ambiente, soffro in maniera ammalata lontano dalla mia gente, o sono sugli spalti o mi distruggo alla radio, tra le urla solitarie di un pazzo. Cosa c’è di più bello della fucilata di Strefezza che pareggia i conti? Quanta poesia nel cross di Valdifiori e nella zuccata di Petagnone che ci ridona i tre agognati punti, dopo un secolo di astinenza. La nostra squadra grande è tutta nell’abbraccio del mister e dei ragazzi sotto la curva ospiti, festeggiati dagli oltre trecento, giovani e forti e che vincono sempre. Le bocche si torcono, le mani si toccano, gli occhi brillano, le dita si indicano a vicenda. Noi siamo questa roba qua. Chi non ci crede, per le prossime feste, è meglio che estragga dal frigo il coniglio coi baffi che tiene gelosamente nascosto tra le vettovaglie, perché chi non ci crede… mangia i gatti.
Tanti auguri invece ai grandi cuori spallini, squadra, mister e società, fratelli miei in curva ed in ogni settore dello stadio e anche a chi per motivi personali allo stadio non viene, ma tiene nel cuore il cerbiatto. Per gli altri, invece, rimangono solo le corna del cerbiatto ed il famoso felino in salmì. Dimenticavo, designate Strefezza detto Finezza quale portavoce ufficiale della squadra, esempio lampante di integrazione e sodalizio alla causa. Un pensiero ad alcuni amici miei che hanno saltato la trasferta perché rimasti imbottigliati in autostrada in località Bosco dei Canarini. Ragazzi ci rifaremo, quando la nostra meta sarà in Europa. Forza vecchio cuore biancazzurro.