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Finisce a San Siro il cammino della SPAL in Coppa Italia. C’è poco da raccontare nella serata dei biancazzurri, se non i limiti di un organico già di per sé carente di qualità e per di più falcidiato dagli infortuni. Alla lista ora si aggiunge anche Tomovic, che ha lasciato San Siro sorretto dalle stampelle dopo l’entratataccia di Rebic nella ripresa.

VOTO DI SQUADRA 5 – Con una lunga lista d’assenti e due o tre giocatori mentalmente lontani dai giorni migliori, non ci si poteva certo aspettare chissà che. La SPAL a San Siro ha fatto poco più che la comparsa, palesando ancora una volta i suoi limiti più grandi: errori gravi in difesa e inconsistenza in attacco.

BERISHA 6.5 -L’estremo difensore biancazzurro si rende protagonista con un paio di interventi decisivi, ma non può fare nulla di più per scongiurare l’impeto offensivo del Milan. Sul raddoppio forse sottovaluta un po’ le potenzialità balistiche di Castillejo. Resta comunque una delle pochissime certezze di questa squadra.

TOMOVIC 5,5 – Balla insieme agli altri, forse in maniera meno vistosa. Decisivo nella ripresa, quando chiude Piatek col tempo giusto impedendogli di tirare. Esce per un infortunio apparentemente serio per colpa di un’entrata ai limiti di Rebic. (dal 20’ s.t. SALAMON ng: entra con la partita già indirizzata e guarda  l’incursione di Hernandez da spettatore. Tuttavia, qualche buon intervento in d’esperienza in copertura gli vale la sufficienza virtuale… facile da ottenere con la partita già virtualmente finita).

VICARI 5 – Giornataccia per il difensore romano. Inizia male quando perde Piatek sull’azione dell’1-0: la gravità dell’errore è temperata dall’ingenuità di Tunjov, che tiene in gioco l’avversario, ma poteva fare di più. Per il resto della partita, quando viene chiamato in causa non riesce mai ad essere decisivo e rischia in più di un’occasione.

IGOR 5 – Inizia con qualche incertezza di troppo e quando sembra prendere confidenza con la fascia di competenza si sveglia Castillejo, un cliente abbastanza scomodo da gestire. Il suo errore più grave lo compie nel primo tempo: una pessima marcatura sullo spagnolo permette all’esterno rossonero di prendere la mira indisturbato ed infilare la palla nel sette. Quando il ritmo si alza, aumentano anche le sue difficoltà in fase difensiva: può e deve fare di più.

STREFEZZA 5 – Il carico di partite consecutive probabilmente inizia a presentare il conto anche al tenace italo-brasiliano. Si impegna, ma a volte vuole strafare e questo lo penalizza. Perde i due palloni che generano il primo e il terzo gol. Avrebbe voluto rifarsi col rigore, l’intervento del VAR glielo porta via. Anche serate come queste saranno utili al suo percorso di crescita.

MURGIA 6 – Dalle sue parti si aggira Bonaventura e lui cerca di contenerlo come può. Cresce nel secondo tempo, giusto perché il Milan in fondo amministra più che accelerare. Sua una delle pochissime conclusioni parate da Donnarumma, suo il tiro che ha generato il rigore-fantasma.

DABO 6,5 – Desta un’eccellente impressione. Personalità, tempi di gioco, accortezza in copertura e lucidità nelle ripartenze gli valgono il titolo di migliore in campo, senza ombra di dubbio: dimostra di essere già da ora di poter essere un valore aggiunto nel centrocampo biancazzurro, mettendoci l’energia che manca. (dal 41’ s.t. ZANCHETTA ng: Classe 2002, ammira San Siro da una prospettiva nuova e senz’altro inedita per tanti dei suoi coetanei. Auguri per il suo futuro).

TUNJOV 5,5 – Parte con l’attenuante di essere un 2001 che debutta dal primo minuto a San Siro. Nei primi venti minuti fa un’ottima figura, mettendoci personalità, grinta e tanta corsa. Peccato per l’inesperienza, che lo coglie di sorpresa in due occasioni: la prima, pesantissima, quando nel primo tempo tiene in gioco Piatek, e la seconda nella ripresa, sempre sul numero nove: deve ringraziare Tomovic, che mette una pezza.

JANKOVIC 5 – Ci prova anche a mettersi in mostra, ma senza conseguire grandi risultati, principalmente a causa della sua leggerezza. Qualche dribbling, un paio di recuperi, ma quando è ora della giocata giusta per concludere l’azione non è mai incisivo e manca di qualità nelle scelte.Nel secondo tempo scompare all’ombra di Bennancer (dal 27’ s.t. VALOTI ng – Offre a Murgia uno dei pochi palloni pericolosi nell’area del Milan).

PALOSCHI 4,5 – Bilancio statistico dei suoi 94 minuti: 0 tiri, 1 dribbling, 38 palloni toccati, 78% di passaggi azzeccati, 10 palloni persi, 1 pallone recuperato. Materiale per i Ghostbusters.

FLOCCARI 6 – Dura fare reparto da soli, anche se in teoria si è in due. Si sobbarca tutto il lavoro sporco con una generosità che da sola vale la sufficienza. Accorcia, recupera, pressa, va persino al tiro. I suoi 38 anni gli presentano il conto nella ripresa.


SEMPLICI ng – Farebbe scelte delle diverse, se solo ne avesse la possibilità. Senza Felipe, Missiroli, Valdifiori (KO all’ultimo momento) e Petagna, oltre ovviamente a Fares, D’Alessandro, Sala e con Reca in panchina solo per far numero, gli restano solo quelli andati in campo. Se non altro Dabo si rivela un buon innesto e Tunjov può tutto sommato tornare utile per qualche scampolo di partita perché la personalità non gli fa difetto. La SPAL va malissimo, è ovvio, ma additarlo come unico responsabile appare davvero miope.