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Il passaggio, per ora solo formale, di Andrea Petagna dalla SPAL al Napoli segna un momento decisivo non solo per il mercato del club biancazzurro, ma dell’intero campionato della squadra di Semplici.

L’attaccante, 25 anni il prossimo giugno, approderà in Campania solo al termine di questa stagione e potrà così finalmente fare il salto di qualità al quale da tempo ambiva apertamente. Nel contesto di una sessione di mercato tanto impellente quanto difficoltosa, la SPAL ha operato con calcolato realismo di fronte alla necessità di soddisfare gli interessi di tutte le parti coinvolte. Sarà senz’altro contento lo stesso Petagna, che andrà in vacanza col trasloco estivo già programmato e un ricco contratto (pare di cinque anni) in tasca. Lo sarà pure il Napoli, che ha inserito l’acquisto del n. 37 in un ambizioso piano di rinnovamento della squadra, partito con gli inserimenti di Demme, Lobotka, Politano e l’acquisto già programmato di Rrahmani. Una campagna da oltre 100 milioni di euro complessivi che la dice lunga sulle intenzioni di Aurelio De Laurentiis.

La SPAL, invece? Per come funziona il mercato, lo scenario ideale sarebbe stato quello di scatenare un’asta su Petagna a campionato concluso, confidando nella leva della salvezza e di un rendimento ancora una volta importante (15 gol o pochi di meno) da parte del diretto interessato. Ma le condizioni attuali sono lontane dall’ideale: la permanenza in serie A è una questione tutt’altro che scontata, la produzione offensiva di Petagna (e quindi della SPAL) nemmeno e il margine di manovra in questa sessione di riparazione è decisamente stretto. Inutile girarci attorno: una retrocessione in serie B svaluterebbe l’organico, con relativo impatto deleterio per un bilancio che deve essere sempre preservato con grande attenzione in un’ottica di medio-lungo termine. In più, particolare non secondario, alla SPAL servivano ulteriori risorse economiche da impiegare nell’immediato dopo il sacrificio di Kurtic e l’investimento su Bonifazi. Di pezzi pregiati onestamente ce ne sono pochi e le evidenti difficoltà a piazzare elementi di troppo come Salamon, Sala, Jankovic e Paloschi hanno evidentemente contribuito a fare valutazioni appropriate sulla sorte di Petagna. Il Napoli è stata la società più scaltra a intavolare un discorso convincente e così ha piazzato il colpo. Che poi i tifosi partenopei storcano il naso è un altro paio di maniche e deve interessare relativamente.

Qualcuno storce il naso anche a Ferrara, inevitabilmente. Gli addetti ai lavori che presidiano l’Hotel Sheraton di Milano – sede del calciomercato – hanno generalmente preso per buona la stima di 20 milioni di euro (17+3 di bonus) ipotizzata dall’esperto Gianluca Di Marzio di Sky e su questa valutazione si è imperniato un dibattito molto acceso che va avanti in una città e nell’altra. Fosse confermata questa cifra, la SPAL avrebbe fatto una plusvalenza stimabile in 5-6 milioni per un giocatore da 25 gol in 58 presenze. Tuttavia stime più ottimistiche parlano di un affare dal valore complessivo superiore a quello che è stato generalmente dato per buono, nell’area dei 24-26 milioni. In tal caso la SPAL si metterebbe in tasca una cifra considerevole, da reinvestire in parte nelle operazioni di gennaio. L’arrivo dal Cagliari di Lucas Castro (1989) è molto probabile, seppure non scontato, e prosegue anche la ricerca dell’attaccante giusto da affiancare a Petagna dopo la delusione procurata da Iago Falque. Il tempo però stringe, perché le operazioni si chiuderanno alle 20 di venerdì 31 gennaio.

Sullo sfondo c’è anche l’inevitabile chiacchiericcio sul presunto calo di motivazioni che potrebbe colpire Petagna da qui alla 38^ giornata. Si tratta di dubbi legittimi, ma che non tengono conto del carattere competitivo di cui il giocatore è dotato. Ma è la mentalità a fare la differenza, basti vedere il caso del giovanissimo Kulusevski (2000) passato dall’essere un ottimo prospetto ad un colpo da oltre 40 milioni per la Juventus. Lo svedese, dopo un paio di prestazioni un po’ opache, è tornato ai livelli di rendimento che avevano fatto le fortune del Parma nel girone d’andata. Petagna, almeno nell’esteriorità, si sente un uomo in missione: intende fare la sua parte per salvare la SPAL, in modo da presentarsi al San Paolo con le migliori credenziali possibili per smentire gli scettici.