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I 57 giorni di silenzio stampa di Walter Mattioli sono stati interrotti nel giorno della presentazione di Luigi Di Biagio come nuovo allenatore della SPAL. Chi pensava che il presidente avrebbe esternato tutto il malessere accumulato in quasi due mesi ha avuto ragione, perché nel suo intervento s’è parlato più del vecchio tecnico, Leonardo Semplici, che del nuovo che gli sedeva a pochi metri di distanza.

So che sembrerà strano, ma noi tutti crediamo ancora fortemente nella salvezza. Se sembrerà strano però è solo per via delle cose che leggo. Crediamo nella salvezza, così come crediamo di avere e quindi vogliamo salvarci. Abbiamo fatto diversi interventi anche a gennaio e siamo convinti ci possano portare un grosso contributo. Abbiamo reinvestito sul mercato, ma purtroppo vedendo le ultime partite, in particolare quella di Roma (con la Lazio, ndr) che ci ha fatti vergognare per interpretazione e impostazione, abbiamo preso questa decisione.

Credo sia giusto evidenziare alcuni numeri. Abbiamo perso 16 partite su 23. Abbiamo incassato 40 gol e ne abbiamo fatti 17. Qualcuno mi ricordava che la SPAL faceva un buon possesso palla. Quello va bene se vinci, non quando perdi. Mi fa specie quello che sto leggendo in questi giorni sui giornali. Sembra che Semplici venga beatificato e quindi la società abbia agito malissimo e messo a disposizione una squadra non all’altezza, con lui povero santo che non è riuscito a esprimersi. Io ringrazierò tutta la vita Semplici: ha fatto un grandissimo lavoro ed è una persona meravigliosa, però quest’anno non abbiamo visto qualcosa di particolare. Quest’anno abbiamo giocato male, a parte qualche partita. Spesso e volentieri abbiamo visto partite giocate male, giocatori che andavano in campo senza rabbia, svuotati dentro. Una squadra che può essere anche scarsa, come dite voi (giornalisti, ndr). Personalmente penso sia ottima e andava caricata, preparata. Quindi non voglio crocifiggere nessuno, ma neanche passare per il presidente coglionazzo che ha fatto una squadra non all’altezza e quindi Semplici non è riuscito ad allenarla. Parlo poco e se devo leggere sui giornali commenti negativi nei confronti della dirigenza penso smetteremo del tutto di parlare con voi. E’ un messaggio diretto che voglio lanciare“.

Questo che abbiamo fatto è un cambio giusto, probabilmente tardivo. Dovevamo farlo prima, per quanto visto. La società guarda al proprio futuro e fa scelte per il suo bene, come per quello di tifoseria e città. Quindi siamo convinti di questa scelta, poi sarà il tempo a dire se verrò smentito o meno. Anche in questa occasione abbiamo agito nell’interesse della società, prendendo un allenatore che secondo noi è quello giusto. Leggo che gli viene rimproverata l’inesperienza. Anche Semplici non ce l’aveva in serie A e nel suo percorso l’abbiamo aiutato. Se è cresciuto e ha fatto benissimo è perché la società l’ha sempre supportato. Anche qualche scapaccione del presidente è stato utile per fare i suoi interessi e quelli della SPAL. A Semplici siamo stati vicini fino all’altro giorno, credendo sempre e comunque in lui. Ma dopo queste due ultime esibizioni era giusto fare questo cambio“.

Mi dispiace dover leggere che gli errori sono della società. Semplici ha partecipato alla costruzione di questa squadra e non mi stava bene che mi dicesse: ‘alleno quelli che mi hanno messo a disposizione’. Semplici allenava la migliore squadra che gli potessimo mettere a disposizione, la migliore che lui potesse allenare. Questo è il modo giusto di fare le cose. Sono sei anni che facciamo miracoli qui a Ferrara e le cose che facciamo le facciamo col cuore, con le disponibilità che ci sono. La nostra squadra la dobbiamo considerare la migliore in assoluto e chi la allena deve dire che quelli che ha a disposizione sono i giocatori migliori al mondo. Non ce l’ho con Semplici, sia chiaro. Fino all’altro giorno l’ho protetto, lo considero un bravo mister e un’ottima persona. Però alla SPAL serviva qualcosa di diverso e pensiamo d’aver trovato la persona questa scossa e la aiuteremo a raggiungere il traguardo. Torno a ribadire un concetto che ho espresso tante volte: se proprietà, società, giocatori, allenatori e tifosi sono uniti allora si possono fare dei risultati. Altrimenti andare avanti così è molto faticoso“.