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Una partenza come quella di Kurtic necessitava di un’entrata di altrettanto spessore e Lucas Castro (1989) potrebbe rivelarsi sicuramente come il nome giusto. Capello lungo, orecchini e tatuaggi, nonchè la nota passione per la musica, non devono distrarre gli animi. In otto anni di serie A Castro è stato un pilastro delle squadre in cui ha giocato, collezionando dal 2012 oltre 200 presenze con le maglie di Catania, Chievo e Cagliari.

Le prime impressioni, a distanza di un paio di settimane dal suo arrivo a Ferrara, le offre come d’abitudine il ds Davide Vagnati: “E’ passato un po’ di tempo rispetto all’arrivo dei ragazzi, ma per motivi che sapete bene abbiamo dovuto rinviare le conferenze stampa di presentazione. Per quanto riguarda Lucas non sto qua a elencarvi il suo curriculum. E’ un giocatore importante, con grande esperienza e di grande qualità. Nel corso del mercato abbiamo colto al volo un’opportunità perché a inizio mercato il Cagliari e Lucas non volevano separarsi. Appena però si è aperta una finestra siamo stati lucidi e veloci a portare il ragazzo a Ferrara. Lui era parte integrante del loro progetto e beneficiava di grande stima da parte del loro allenatore, con cui aveva lavorato tanti anni (Castro è stato allenato da Maran sia al Chievo sia a Cagliari, ndr). Lui crede molto nel nostro progetto e nella salvezza. Siamo molto contenti che sia qua e speriamo faccia vedere il prima possibile le sue qualità”.

Parola che passa dunque al centrocampista di La Plata: “Sono venuto qui perché sono pienamente convinto che possiamo centrare l’obiettivo salvezza. La SPAL non occupa il giusto posto in classifica. Sono ottimista: il campionato è ancora lungo e noi dobbiamo crederci, perché ci sono ancora tante partite da sfruttare e se ci impegniamo possiamo salvarci. In momenti così delicati serve più la testa che il fisico. Dobbiamo supportarci l’un l’altro, motivarci a vicenda e tenere la testa alta, cercando di capire che ci sono ancora possibilità senza mai abbatterci. Non penso che questa squadra serva un leader, ma piuttosto un gruppo unito, perché tutti, giovani ed esperti, possono aggiungere qualcosa al collettivo”.

“Ho avuto poco tempo con Semplici, ma sinceramente mi è sembrata una persona straordinaria e gli auguro il meglio. So che lui mi aveva voluto tanto. Di Biagio si vede subito che ha voglia e capacità e sono convinto che possa dare una grossa mano in questo momento. Dobbiamo ascoltarlo e cercare di portare avanti la sua idea di gioco. Penso che cambiare allenatore sia stata una decisione positiva per provare a voltare pagina”.

“In campo ho fatto sempre l’interno, sia a destra sia a sinistra, anche se mi piace molto giocare trequartista e andare nell’area avversaria. Ma non ho problemi, io sono sempre disponibile e faccio anche il terzino o il portiere se il mister mi dice di farlo. Fuori dal campo cerco di rilassarmi facendo musica. Scrivere e suonare canzoni è un hobby che coltivo da quando ero bambino”.