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Cinque giorni di intenso dibattito politico, amministrativo e mediatico hanno prodotto la decisione più logica e forse anche la più saggia: porte chiuse per cinque partite di serie A e quattro di serie B come forma di massima precauzione a fronte di un contagio sempre più ampio da Covid-19. Scongiurata quindi l’ipotesi di una temporanea chiusura del campionato causa virus, che avrebbe stabilito un precedente storico rilevante per il nostro calcio.

Per vedere sospesa l’attività della serie A sono infatti serviti eventi di ampia portata drammatica: la prima interruzione degna di nota, ad esempio, riguarda le stagioni 1915-16, 16-17, 17-18 e 18-19 che non si giocarono causa Prima Guerra Mondiale. I campionati si fermarono (evento comunque non scontato dato che nei territori austriaci dell’Impero Asburgico si continuò a giocare), ma la voglia di calcio e la necessità di svago per le truppe erano tali che i tornei principali furono rimpiazzati dalle coppe regionali e partite organizzare direttamente negli accampamenti. Basti pensare che quattro giorni dopo la disfatta di Caporetto, a Milano andò in scena nientemeno che Milan-Unione Sportiva Milanese. Conseguenza del conflitto mondiale e della continua necessità di uomini al fronte, molte formazioni furono letteralmente decimate ed a tanti caduti di guerra sono riconducibili diversi nomi di impianti sportivi italiani. Per gli appassionati di storia del calcio da ricordare “la partita di Natale”, in cui Inghilterra e Germania si sfidarono nella terra di nessuno senza regola alcuna.

Per trovare una ulteriore interruzione importante, ci si imbatte in un altro evento bellico di enorme rilevanza: le stagioni 1943-44 e 44-45 non si disputarono a causa della Seconda Guerra Mondiale. Anche in questo caso però federazione e club non si diedero per vinte ed organizzarono tornei a livello locale anche se non tutti furono riconosciuti come competizioni ufficiali, cui presero parte in modo misto squadre appartenenti alle Serie A, B e C. Il caso più noto e controverso è quello dello “scudetto” reclamato dallo Spezia, relativo alla vittoria del campionato Alta Italia del 1944 riconosciuto all’epoca dalla Figc nel contesto dell’esistenza della Repubblica Sociale Italiana. Il titolo a carattere onorifico fu assegnato solo nel 2002 al 42º Corpo dei Vigili del Fuoco di La Spezia e non formalmente allo Spezia Calcio.

In tempi più recenti il calcio si è fermato a causa di lutti ed eventi drammatici, ma anche per uno sciopero dei giocatori: nel gennaio 1995 ci fu una sospensione di una settimana in seguito alla morte del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo. Nel marzo 1996 uno sciopero indetto dalla AIC per rivendicazioni di carattere previdenziale fece slittare la 26^ di campionato. Nel 2001 le competizioni internazionali del 12 e 13 settembre furono sospese a causa dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, causando quindi uno slittamento a dicembre di un turno di serie A; mentre nell’aprile 2005 il campionato venne temporaneamente sospeso a causa della scomparsa di papa Giovanni Paolo II (venne aggiunto un turno infrasettimanale). Nel febbraio 2007 l’interruzione di una settimana venne decisa da governo e istituzioni calcistiche a causa della morte dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti, avvenuta nell’ambito di scontri tra tifosi di Catania e Palermo. Nel novembre dello stesso anno l’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri non portò alla stessa decisione e solo due partite (Inter-Lazio e Roma-Cagliari) vennero rinviate per paura di disordini.

Nel decennio appena andato in archivio un altro sciopero indetto dalla AIC, nel settembre 2011, fece slittare la prima di campionato, mentre altri fatti drammatici hanno portato il pallone a fermarsi. Come la morte in campo di Piermario Morosini in un Pescara-Livorno di serie B dell’aprile 2012 e l’altrettanto tragica scomparsa del capitano della Fiorentina Davide Astori, avvenuta alla vigilia delle gare della domenica del 27° turno di serie A 2017-2018. Nessuno stop collettivo invece per crollo del ponte Morandi di Genova del 14 agosto 2018, che causò 43 vittime. In quell’occasione si decise di rinviare solamente le gare delle squadre genovesi (Fiorentina-Sampdoria e Milan-Genoa) mentre per le restanti otto sfide della prima giornata fu garantito il regolare svolgimento.

Nel caso del contagio di Covid-19 hanno senz’altro pesato gli interessi dei network televisivi, ma anche la ragion pratica ha fatto la sua parte. Con i campionati da chiudere entro il 24 maggio a causa dell’imminente campionato Europeo, un rinvio generale avrebbe scombinato notevolmente i calendari, creando gravi difficoltà soprattutto alle squadra ancora coinvolte nelle competizioni continentali.