Malgrado l’emergenza relativa a Covid-19 sia entrata di prepotenza nel mondo del calcio italiano dopo l’annuncio della positività al virus di Daniele Rugani della Juventus, i presidenti della serie A continuano a ragionare sui possibili scenari in vista dell’appuntamento in federazione del prossimo 23 marzo.
Secondo Gazzetta dell Sport, l’orientamento generale che prevale tra presidenti e dirigenti federali è quello di provare a concludere la stagione con la disputa delle 12 giornate che mancano, in modo da non far saltare la competizione e quindi dover trovare un sistema diverso per determinare i verdetti di classifica. Il piano, se così lo si può chiamare, sarebbe ovviamente subordinato a due variabili: l’annullamento (o lo slittamento) degli Europei 2020 e il rispetto del termine del 30 giugno, data che segna la scadenza dei contratti di calciatori e tecnici. Il primo evento è tutt’altro che scontato, visto che la Uefa al momento non ha fatto alcuna apertura in merito e – secondo indiscrezioni – sarebbe assolutamente intenzionata a mantenere la rotta per avviare la competizione come da programma (prima partita il 12 giugno a Roma).
Così Alessandra Gozzini nel pezzo firmato giovedì 14 marzo su Gazzetta: “La Lega di A ha già predisposto due differenti bozze di calendario: la prima, molto ottimistica già prima della notizia di Rugani, fa riprendere il campionato subito dopo la scadenza del 3 aprile. Si giocherebbe sabato 4 e domenica 5. Ma anche se le condizioni di salute lo permettessero, Juve e Inter avrebbero poco tempo per allenarsi. Ipotesi difficile. La seconda si spinge oltre, ma è più realistica: sarebbe possibile concludere la stagione anche ripartendo il mese successivo, nel primo weekend di maggio, ossia sabato 2 e domenica 3. La distribuzione delle partite sarebbe già pianificata: club e Lega seguiranno l’evolversi degli eventi, per poi presentare le proposte definitive al consiglio federale del 23 marzo. L’ipotesi playoff e playout resta la soluzione estrema: molte società hanno già espresso al presidente della Figc Gravina, autore della proposta, le proprie perplessità. Servirebbero norme ad hoc, introdotte in via arbitraria, a cui i club potrebbero appellarsi. Playoff e playout coinvolgerebbero le prime e ultime quattro, ma è evidente che le posizioni di Juventus e Lazio sarebbero differenti rispetto a quelle di Inter e Atalanta. Così come quelle di Genoa e Lecce rispetto a SPAL e Brescia. La non assegnazione dello scudetto e la cristallizzazione dell’attuale classifica rimangono altre ipotesi estreme“.
Alla lotta salvezza e alla conseguente prospettiva dei playout Gazzetta riserva un approfondimento curato dalla stessa Alessandra Gozzini, nel quale viene dato conto di come Brescia e SPAL in questa fase stiano adottando una strategia attendista, evitando di esporsi nei confronti di qualunque ipotesi. “Genoa e Lecce sono ovviamente di parere contrario – riporta la rosea – che è poi quello più diffuso, oltre che il più verosimile. L’ipotesi playout vedrebbe i club contrari scendere in campo con i propri avvocati. Minaccia che verrà scongiurata: il presidente di lega Dal Pino è stato il primo a confortare i club interessati”
Il più battagliero al momento sembra essere Enrico Preziosi, presidente del Genoa: “Non si possono imporre regole nuove, mai utilizzate, diverse da quelle che conoscevamo in partenza. Non è previsto in alcun modo. E’ sbagliato a livello di principio oltre che nella pratica: chi come noi ha investito molto a gennaio vuol vedere riconosciuti i propri sforzi sul campo secondo le regole note a tutti“.