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Nella mattinata di lunedì il presidente della Figc Gabriele Gravina è intervenuto telefonicamente a “Radio Anch’io Sport”, il popolare programma del lunedì mattina di Radio1 Rai. Il numero uno del calcio italiano, nel corso della conversazione col conduttore Filippo Corsini e gli opinionisti Paolo Casarin e Alberto Cerruti, ha toccato vari temi e confermato come sia davvero troppo presto per capire quali saranno le sorti delle competizioni italiane e internazionali.

Domani (martedì, ndr) chiederemo un atto di responsabilità da parte della Uefa e un contributo di tutte le federazioni ad un percorso che miri innanzitutto alla tutela della salute degli atleti e degli appassionati. Non è un problema che riguarda esclusivamente l’Italia, ma tutto il mondo e l’Europa in particolare. Chiederemo alla Uefa di valutare con molta attenzione la tutela della salute prima di parlare di nuove date e altri progetti. Il rinvio dell’Europeo credo sia l’idea da seguire. Non ci sono ancora state ipotesi temporali, né sulle possibili formule, anche se mi pare che la mia idea di playoff e playout piaccia. Champions ed Europa League potrebbero essere definite entro giugno con i playoff. Ma sono tutte idee e riflessioni che richiedono attenzione. Domani ci confronteremo e a quel punto verrà fuori la decisione più responsabile, anche se oggi pensare che ci sia una soluzione ideale è davvero fuori luogo“.

Per quanto riguarda l’Italia, in questo momento qualunque ipotesi sarebbe infondata. Stiamo lavorando su auspici e speranze. Pensare a un campionato che si possa definire entro l’estate sarebbe qualcosa che tutti si augurano, ma oggi è davvero difficile delineare uno scenario. Stiamo lavorando e dobbiamo comunque pensare che dopo questo tsunami la vita continuerà e credo che lo sport e il calcio siano collanti sociali ai quali dobbiamo fare ritorno il prima possibile. Credo che questa pandemia potrebbe lasciare un segno nel farci capire quanto sia importante il principio di unità, compattezza, solidarietà e fratellanza in un momento così difficile. Se domani o nelle prossime settimane il mondo del calcio, a qualunque livello, dovesse risvegliarsi con l’idea di curare il proprio orticello o privilegiare una dimensione esclusivamente economica, credo che avremo dato un pessimo esempio. Ci dobbiamo concentrare in maniera assoluta nel privilegiare aspetti reali del nostro mondo. Sarebbe da irresponsabili se domani ciascuna delle 55 federazioni potesse pensare di portare avanti idee in maniera egoistica per la tutela dei propri interessi“.

Nella riunione con le altre federazioni chiederemo uniformità per la conclusione dei campionati, ma credo ci sia già questo tipo di orientamento. Bisogna però tener conto della tipicità di alcuni campionati e delle condizioni che sono già fissate all’interno dei nostri tornei. Ci sono delle differenze e delle condizioni soggettive che sono davvero molto diverse. Basti pensare a promozioni e retrocessioni o al livello di organizzazione. Questa dovrebbe essere un’altra riflessione da fare una volta superato questo momento di difficoltà. Dovremo lavorare a un processo di organizzazione uniforme dei campionati“.

Stiamo affrontando un tema per il quale non abbiamo certezze. Stiamo navigando a vista in un clima di nebbia assoluta. Come sapete abbiamo dei riferimenti da ordinanze che ci portano al 3 aprile. Sono convinto che sia una data troppo vicina per la ripartenza di tutte le attività, non solo quelle sportive. Per questo ho iniziato a parlare di un posizionamento ai primi di maggio, ma anche questo è un riferimento puramente teorico. Dobbiamo andare avanti di giorno in giorno, cercando comunque di avere dei riferimenti temporali perché altrimenti rischieremo di trovarci impreparati“.

Per quanto riguarda la sorte delle competizioni in questo momento non sono in grado di escludere nulla, nemmeno l’annullamento del campionato. Dobbiamo cercare di programmare con l’idea più ottimistica, ossia quella di finire i campionati. Ripeto, non escludo nulla, tanto che tra le diverse ipotesi avevo già preannunciato la possibilità di non-assegnazione del titolo, di assegnazione in base al congelamento delle graduatoria o facendo ricorso a un mini-torneo con playoff e playout per dare un risalto alla competizione sportiva. Oggi capisco che ci sia tanta curiosità e tanta attenzione su questo tema, però nessuno e lo sottolineo, è in grado di dire quale sarà il futuro. Siamo attenti e responsabilmente convinti che i tornei debbano essere definiti, ma se questo non sarà possibile adotteremo un altro tipo di decisione. Ne dico una: se tutto questo dovesse portare a un trascinamento della prossima stagione non è escluso che il campionato di oggi possa essere giocato su due annate diverse. Quindi ci sono diverse ipotesi. Dobbiamo pensare a tanta gente che sta soffrendo ed è imbarazzante per ciascuno di noi parlare di questi temi quando ce ne sono di maggiore rilevanza e interesse. Tuttavia cerchiamo di tracciare delle speranze per aiutare gli italiani a ritrovare un po’ di spensieratezza. La Coppa Italia? Non ne stiamo più parlando, affronteremo il discorso più in là. E’ uno dei tornei accantonati perché la priorità è rappresentata dai campionati“.