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Fine dei giochi per i giovani calciatori. La scorso 16 aprile la Figc ha decretato la chiusura anticipata di tutti i campionati giovanili esclusi quelli della categoria Primavera, considerate le esigenze di tutela della salute degli atleti e le incertezze relative alla pandemia globale di Covid-19.  Abbiamo così deciso di fare qualche domanda agli allenatori delle squadre della SPAL coinvolte da questa decisione, per capire cosa resta della stagione 2019-2020.

UNDER 17 – allenatore Fabio Perinelli

Andamento squadra al momento della sospensione: con 31 punti raccolti in venti giornate (10 vittorie -1 pareggio -9 sconfitte) la squadra di mister Perinelli occupava il quarto posto del girone B del campionato Under 17 alle spalle di Atalanta, Inter e Verona.

Fine dei giochi: quali sono le sensazioni a caldo? C’era la speranza di riprendere ad un qualche punto?
“Al primo stop pensavamo che avremmo ripreso nel giro di quindici-venti giorni, poi invece la questione è peggiorata. Durante la serrata ci sono stati comunicati i vari step, fino al comunicato ufficiale della federazione con cui hanno detto che ci saremmo dovuti fermare definitivamente”.

Come è stato vissuto l’ultimo mese e mezzo dai ragazzi e qual è stata la reazione generale alla notizia della chiusura anticipata del campionato?
“Inizialmente avevamo mandato ai ragazzi dei programmi per allenarsi a casa. Da quando c’è stata la chiusura definitiva ogni tanto mi sento con alcuni di loro che mi dicono che si stanno tenendo in allenamento, però chiaramente c’è molta differenza tra allenarsi da soli a casa e lavorare col gruppo. Penso, e questo mi sento di farlo valere non solo per noi ma per tutte le squadre, che rimettere in moto dei ragazzi che sono stati fermi quattro-cinque mesi sarà un problema. Per quanto riguarda l’aspetto morale, ricevo molti messaggi da parte loro in cui mi dicono che sono dispiaciuti che la stagione si sia conclusi così. Erano affiatati e stavano bene insieme”.

Cosa resta della stagione 2019/2020, tra soddisfazioni e lavori incompiuti?
“C’è un po’ di rammarico perché dopo sei mesi che stavamo insieme, in cui avevamo iniziato a conoscerci e in cui i ragazzi nuovi e gli stranieri avevano iniziato ad ambientarsi, sinceramente pensavamo di finire in crescendo. Nel girone di ritorno, per dire, avevamo già fatto due punti in più rispetto all’andata. C’erano quindi tutte le premesse per finire la stagione in una maniera positiva, ma purtroppo il virus ha deciso che dovevamo fermarci. A livello di risultati stavamo rispettando le attese iniziali e quindi si può dire che stessimo andando bene. La soddisfazione più grande è veder la crescita di questi ragazzi rispetto a quando li prendi, quando dopo tre-quattro mesi di lavoro riesci a vedere qualcosa di diverso rispetto a quando arrivano. Se invece guardiamo al campionato, la soddisfazione principale è stata quella di aver raggiunto un livello tale da potersela giocare con tutte, escluse Atalanta e Inter”.

Una nota personale: com’è la quarantena dell’allenatore?
“Lo sto vivendo come tutti: in casa, rispettando le regole e uscendo solo quando necessario. Essere costretti a stare in casa non è il massimo, quindi speriamo che già dalla settimana prossima ci diano il via per poter rivivere un minimo come prima, perché così è un po’ difficile”.

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