Fine dei giochi per i giovani calciatori. La scorso 16 aprile la Figc ha decretato la chiusura anticipata di tutti i campionati giovanili esclusi quelli della categoria Primavera, considerate le esigenze di tutela della salute degli atleti e le incertezze relative alla pandemia globale di Covid-19. Abbiamo così deciso di fare qualche domanda agli allenatori delle squadre della SPAL coinvolte da questa decisione, per capire cosa resta della stagione 2019-2020.
UNDER 15- Massimiliano De Gregorio
Andamento squadra al momento della sospensione: la squadra era 9^ in classifica con 24 punti conquistati in 19 partite, ancora in lotta per un posto ai playoff nonostante una concorrenza molto ampia. La stagione ha visto un inusuale avvicendamento in panchina, con mister De Gregorio che ha rilevato Riccardo Bovo a inizio gennaio. Il rendimento dei ragazzi ne ha beneficiato, passando da una media punti di 0,92 a una di 2,0.
Fine dei giochi: quali sono le sensazioni a caldo? C’era la speranza di riprendere ad un qualche punto?
“Eravamo in attesa come tutti e certamente la speranza dei ragazzi era di riprendere a giocare. Non nascondo che la decisione finale sia stata una delusione molto forte soprattutto per loro, che non credo avessero messo in preventivo di arrivare ad una sospensione definitiva. Se diamo uno sguardo ai risultati eravamo tra l’altro molto soddisfatti: quattro vittorie consecutive nelle ultime sei partite e un rendimento che stava crescendo col passare del tempo. C’erano stati grandi progressi e la voglia di continuare era molta”.
Come è stato vissuto l’ultimo mese e mezzo dai ragazzi e qual è stata la reazione generale alla notizia della chiusura anticipata del campionato?
“E’ stato un percorso in evoluzione che chiaramente ha seguito le dinamiche vere e proprie dell’emergenza: nelle prime settimane abbiamo continuato a rimanere in contatto coi giocatori svolgendo un’attività a distanza, basata su allenamenti atletici dettagliati in cui venivano continuamente inviati i dati delle loro prestazioni tramite app. Con l’aggravarsi della situazione, siamo riusciti a mantenere alta l’attenzione concentrandoci sulla preservazione della forma generale del calciatore, anziché su un lavoro indirizzato al campionato. I ragazzi stanno vivendo un periodo di crescita importante e la muscolatura va mantenuta tonica. È chiaro però che una volta uscito il comunicato le motivazioni sono crollate vertiginosamente. Abbiamo lasciato respirare i ragazzi nei primissimi giorni dopo la decisione, poi ci siamo mantenuti in contatto con le nostre videochiamate di gruppo, pianificando percorsi personalizzati. Tutto questo è sicuramente qualcosa di lontano dall’idea di calcio collettivo, ma serve per mantenere vivo lo spirito di gruppo, facendoci sentire tutti uniti in questa esperienza destabilizzante”.
Cosa resta della stagione 2019/2020, tra soddisfazioni e lavori incompiuti?
“Rilevare un gruppo a metà stagione, come ho fatto io, è un’anomalia che inevitabilmente fa provare sensazioni particolari. La bellezza di quello che s’è creato è innanzitutto il rapporto con lo staff, che ha fatto capire a tutti quanto potevamo dare a questo gruppo. La differenza la fa sempre l’unione tra più persone, la condivisione di molte idee indirizzate verso un obiettivo comune. Nelle ultime settimane i ragazzi avevano trovato grande fiducia in loro stessi, avevamo ottenuto buoni risultati e potevamo dire ancora qualcosa nel finale di campionato. Il rammarico più grande è appunto non aver finito. È stata dura accettare di interrompere un percorso proprio quando si iniziavano a intravedere importanti segnali di miglioramento sotto tanti punti di vista. Restiamo ottimisti, comunque. Consapevoli che prima o poi si riprenderà a giocare”.
Una nota personale: com’è la quarantena dell’allenatore?
“Per quel che mi riguarda dico che è molto difficile, perché sono una persona iperattiva e sentirsi obbligati a restare in casa è dura. Allo stesso tempo, però, con quello che si sente in giro, mi ritengo ovviamente una persona fortunata visto che sto bene. Mi occupo di cose che normalmente prima non facevo e trascuravo, ma prese invece seriamente in un momento diverso possono rivelarsi stimolanti. In più, ci sono i confronti tra i membri dello staff tecnico in cui si impara sempre qualcosa: facciamo tanta formazione sotto vari aspetti tecnici del mondo sportivo e condividiamo le nuove scoperte. La passione non c’è mai mancata e da questa situazione speriamo di potere uscire ancora più motivati di quanto già non lo fossimo prima del blocco”.
Puntate precedenti:
* Fabio Perinelli, SPAL U17
* Claudio Rivalta, SPAL U16