Dal potenziale 1-0 al beffardo 0-1 finale. La SPAL incassa la sesta sconfitta consecutiva al Paolo Mazza e probabilmente dice addio alle timide speranze di rimonta per la salvezza, pagando come al solito per i suoi limiti tecnici e psicologici.
VOTO DI SQUADRA 5 – Il problema rimane quello di sempre: la SPAL fatica terribilmente a creare occasioni a prescindere dal numero di interpreti offensivi schierati. Il furore annunciato alla vigilia non s’è visto granché e alla fine è arrivata la classica beffa già vista in altre occasioni in questa stagione.
LETICA 5 – Da 6 (e anche qualcosa in più) per 92 minuti e mezzo, grazie al miracolo su Rog nel primo tempo. Poi respinge in maniera un po’ pigra il tiro di Rog, contribuendo così al gol del Cagliari. Peccato, se l’era cavata discretamente sui pochi pericoli creati dai sardi.
CIONEK 5,5 – Ha il cliente peggiore (Joao Pedro) e soffre, arraggiandosi come può, anche con le cattive maniere. In impostazione ne azzecca poche, anche se c’è da apprezzare l’impegno. Suo il primo tiro in porta della SPAL.
VICARI 5,5 – Rimane coinvolto nel pasticcio finale, ritrovandosi Joao Pedro sul pallone dopo la respinta corta di Letica. Probabilmente non se l’aspettava. Fino a quel momento non era dispiaciuto e si era pure immolato su un paio di conclusioni degli avversari.
BONIFAZI 5,5 – In alcuni momenti si ritrova a marcare persino Sala che gli si appiccica fin troppo in fase di ripiego. Porta a casa un cartellino giallo, perde Joao Pedro al 38′ st e viene graziato, poi rimane impietrito a guardare Simeone sull’azione decisiva, confidando in un fuorigioco che non c’è.
SALA 5 – Attenuanti: è un destro che deve giocare da terzino sinistro; dalle sue parti spesso si aggira Nandez. Aggravanti: fa sembrare irresistibile uno come Mattiello; non offre alcun contributo significativo in fase di spinta (dal 18′ s.t. RECA 5 – Non combina alcunché di memorabile, malgrado la stanchezza degli avversari).
VALOTI 5 – Si fa notare soprattutto per un paio di recuperi di palla nel primo tempo, ma palla al piede non riesce a creare giocate particolarmente utili, eccezion fatta per un cross in avvio (dal 18′ s.t. FARES 6 – Buono il suo impatto: anticipato da Cacciatore su un buon inserimento in area, confeziona il cross al volo che Cerri spara addosso a Olsen).
VALDIFIORI 6 – È l’unico che prova con convinzione la giocata in verticale per gli attaccanti. Prezioso anche quando è ora di sporcare i palloni altrui, chiude zoppo dopo una partita di grande generosità.
CASTRO 5 – Il Castro di marzo era sorprendentemente inconcludente, quello di giugno è la stessa identica cosa. Giocatore da rimettere a nuovo, fisicamente e mentalmente. Ammesso sia possibile. (dall’11’ s.t. MISSIROLI 5,5 – Entra per provare a mettere ordine e pur senza grandi cose lo fa, anche se sul tiro di Rog che porta al gol sembra decisamente timido).
D’ALESSANDRO 5,5 – Mezzo voto extra per l’impegno encomiabile nella prima mezz’ora, a 276 giorni dall’ultima apparizione da titolare (e in assoluto). Si propone, partecipa anche alla fase difensiva, ma poi sparisce rapidamente dalla partita. (dall’11’ s.t. DABO 5 – Dovrebbe garantire dinamismo, mantiene solo inalterato il livello di confusione al centro del campo).
STREFEZZA 5 – Inizia con un deragliamento su Nandez che gli frutta un’ammonizione, poi spreca un tre contro tre andandosi a imbucare al centro. Suo uno dei pochi tiri del primo tempo, ci aveva abituati meglio. (dal 34′ s.t. CERRI 5,5 – Spara addosso a Olsen sul cross di Fares: non poteva fare molto di più dopo aver bruciato in velocità i centrali del Cagliari).
PETAGNA 5 – Imprigionato per gran parte del match tra i difensori rossoblù. Mancano imbucate e cross e il linguaggio del corpo lascia trasparire una certa frustrazione. Quando entra Cerri si rinvigorisce, avendo facoltà di allargarsi col pallone tra i piedi. Spara in curva il pallone della potenziale vittoria, un errore gravissimo.
DI BIAGIO 5 – È la prima vera sconfitta della sua gestione in cui si vedono i riflessi delle sue scelte. La SPAL rimane una squadra tendenzialmente lenta, con poca inventiva e scarsa qualità. I propositi d’attacco non bastano per invertire una tendenza innescata da tempo e il gol di Simeone rischia di dissolvere la piccola carica di ottimismo portata dal nuovo allenatore.