Una SPAL combattiva, penalizzata forse in maniera troppo severa dal rosso di Mariani per l’intervento (comunque sconsiderato) di D’Alessandro, pareggia 2-2 contro il Milan dopo essere stata in vantaggio addirittura 2-0 e rimanda ancora l’appuntamento con la vittoria casalinga che manca ormai dal 5 ottobre scorso (1-0 contro il Parma). Di Valoti e Floccari le reti biancazzurre che illudono Di Biagio, allontanato dalla panchina nel finale e spettatore impotente dell’autogol di Vicari che lascia l’amaro in bocca e complica ulteriormente la corsa salvezza, già di per sé proibitiva.
VOTO DI SQUADRA 7,5 – Al netto dei difetti strutturali, delle assenze (pesanti) e degli errori dei singoli, la SPAL sfodera una prestazione inaspettata, di concretezza e orgoglio, e viene oltremodo punita dalla sfortuna di fronte ad un avversario forte e motivato. Fanno la differenza i dettagli: la condizione fisica, la sciocca espulsione di D’Alessandro, la tendenza all’errore in difesa. Peccato, vincere avrebbe dato una scarica di energia positiva senza pari.
LETICA 7,5 – Perfetto nel primo tempo, sia coi piedi sia con le mani. E’ spettacolare nel salvare su Calhanoglu in estensione. Ma è nella ripresa che tira fuori il coniglio dal cilindro, deviando in corner la conclusione a giro di Paquetà. Sta dimostrando, giornata dopo giornata, di meritarsi il posto da titolare, anche perché sui due gol rossoneri proprio non poteva fare nulla.
TOMOVIC 5,5 – Schierato inizialmente terzino destro, fa il compitino, non disdegnando anche qualche discesa palla al piede per alleggerire il lavoro dei centrocampisti. Nella ripresa, però, liscia il pallone che dà il via alla clamorosa rimonta del Milan e questo pesa sul giudizio finale.
VICARI 6,5 – Un peccato, un vero peccato. E’ senza dubbio il migliore del reparto difensivo, ma proprio allo scadere, dopo una prestazione lucida e concreta, con un intervento in scivolata devia nella propria porta un cross teso di Saelemaekers, fotografando con un’immagine perfetta la sfortunata serata – e più in generale l’intera stagione – della SPAL. Suo un salvataggio sulla linea che aveva tenuto in partita la SPAL.
BONIFAZI 6,5 – Ogni suo tocco trasuda sicurezza, a volte anche troppa, e un paio di palloni li perde malamente. Ma per il resto, aiutato da un buon Sala in fase di contenimento, soffre lo stretto indispensabile sul centro sinistra, garantendo a Vicari un aiuto sempre efficace. Esce per infortunio (dal 67′ SALAMON 6,5 – Esordio in campionato dopo un’apparizione in Coppa Italia proprio contro il Milan. Tenta il recupero clamoroso sul gol di Leao ma non riesce nel miracolo. Più solido del previsto).
SALA 6,5 – Dopo l’evanescente prova col Cagliari viene riproposto e contro il Milan tira fuori quella che – ma non ci voleva molto – è sicuramente la miglior prestazione della sua stagione. Spinge quando deve farlo, ma sempre con parsimonia e intelligenza, aiutando Bonifazi quando necessario.
D’ALESSANDRO 4,5 – Farsi espellere per un fallo totalmente inutile su Hernandez, in vantaggio per 2-0 contro il Milan e allo scadere del primo tempo vuol dire solamente una cosa: essere a corto d’ossigeno. Peccato, perché fino a quel momento si era proposto bene, ma questa ingenuità è imperdonabile in un momento della stagione in cui le energie – sue e dei compagni – vanno centellinate e preservate, e in parità numerica forse il risultato sarebbe stato ben diverso.
DABO 7,5 – Chiamarli assist forse non è corretto fino in fondo, ma ha poca importanza: i passaggi per le reti di Valoti e Floccari sono suoi e se li tiene stretti perché non sappiamo quante altre volte ricapiterà una prestazione del genere. In aggiunta, mette i muscoli al servizio della squadra e se il Mazza fosse stato sold out in tempi normali si sarebbe guadagnato una valanga di applausi al momento della sostituzione. (Dal 82′ CIONEK s.v. – Dentro per rinforzare la trincea).
VALDIFIORI 7 – Partita di grandissima sostanza, soprattutto nel primo tempo. Bravo a capire che forse c’è più bisogno di lui in aiuto che in regia, anche se quando la palla passa tra i suoi piedi viene sempre smistata con sapienza, spesso con imbucate in verticale. In inferiorità numerica è fondamentale nel fare da schermo al limite dell’area al cospetto di un Milan in costante pressione.
VALOTI 6,5 – Trova il suo terzo gol stagionale, questa volta in mischia e non con una giocata di qualità delle sue, ma il peso specifico è identico. Per il resto si fa vedere pochino, ma il merito di aver sbloccato il risultato è innegabile che vada dato a lui (dal 46′ MISSIROLI 6 – Non lascia grandi ricordi, fa il suo nel tempo giocato interamente a difendere la propria porta)
FLOCCARI 8 – Se a 38 anni uno è vecchio e non può più fare la differenza, allora Sergio è l’eccezione che conferma la regola. Ritrova il gol in A dopo più di un anno (e ancor di più in casa), ma il destro a palombella – splendido, geniale – che beffa Donnarumma è solamente la punta dell’iceberg di una prestazione da incorniciare per generosità e caparbietà, e solamente a causa della sciocchezza di D’Alessandro Di Biagio si vede costretto a rinunciare al suo capitano durante l’intervallo. (dal 46′ FARES 6 – Giusto il tempo di spedire un pallone in Ovest e poi esce per infortunio) (al 75′ STREFEZZA 6 – Qualche folata, ma poca roba)
PETAGNA 6,5 – Meno brillante che in altre circostanze, proprio contro la squadra che lo ha cresciuto. Lascia i riflettori ai compagni per metà partita, poi nel secondo tempo il piano tattico salta definitivamente e deve pensare più a dare una mano per difendere il fortino che ad attaccare. Di fatto non ha occasioni per farsi vedere dalle parti di Donnarumma.
DI BIAGIO 7,5 – Una presenza costante. Se avesse avuto gli scarpini in panchina se li sarebbe infilati per dare una mano ai suoi ragazzi, stavolta battuti solamente dalla sfortuna che ormai aleggia da mesi su Ferrara. Stravolge la formazione che aveva perso male a Napoli, ma conferma Valoti, che lo ripaga col gol dell’1-0. Anche la carta Floccari dà i suoi frutti, così come l’impiego di Sala, rispolverato recentemente dopo una stagione ampiamente deludente. Viene espulso nel concitato finale, ma nel silenzio del Mazza non è difficile farsi sentire dai giocatori e questo lo agevola, nonostante finisca spalmato e deluso sul parapetto che separa il terreno di gioco dalla tribuna blu.