Archiviata la batosta di Marassi e alla vigilia della sfida casalinga contro l’Udinese, in via Copparo si respira un’aria leggermente meno serena del solito. Mister Luigi Di Biagio si presenta in sala stampa amareggiato dopo i tre gol per mano della Sampdoria, ma non smette di cercare presupposti per guardare avanti e credere nel miracolo.
IL BOLLETTINO MEDICO – Berisha, Fares e Valoti rimangono indisponibili, mentre Di Francesco tornerà tra i convocati. Zukanovic è fuori lista dalla scorsa settimana.
SPERANZE – “I motivi per sperare nella salvezza sono tanti. Al di là di quello, vedendo la classifica e gli altri, dobbiamo pensare a vincere una partita per poi ripartire. Ma sono cose che dico da diverse settimane, non dobbiamo soffermarci troppo sulla classifica altrimenti diventerebbe tutto più difficile. Dispiace perché in allenamento i ragazzi sono vivi, presenti e poi sono amareggiato per quello che succede in campo: siamo una squadra ordinata e carina, che fa il compitino e poi regala tanto, troppo, all’avversario. Questa è la cosa che fa più male perché ogni volta che subiamo gol più che bravura altrui c’è molto demerito nostro. Dobbiamo essere critici, io per primo, perché sono l’allenatore e devo dare qualcosa in più, e anche i calciatori devono capire che hanno una responsabilità importante e devono essere più presenti ed attenti perché si può perdere, ma non regalando praticamente tutti i gol. Fatico a commentare la sconfitta, sono amareggiato perché non mi aspettavo tutto questo, ma continuo a pensare in una salvezza miracolosa. E’ inutile girarci intorno: ognuno di noi deve prendersi responsabilità maggiori”.
LA SQUADRA ED I DUBBI DI FORMAZIONE – “Mi preoccupo più dei miei che dell’Udinese, perché dobbiamo pensare di vincere una partita contro un avversario in forma, che sta bene fisicamente e psicologicamente: dobbiamo convincerci che si può dire tanto e che si può dare tanto, per cui sono molto più concentrato sulla mia squadra. Di Francesco verrà convocato, sta lavorando tanto e stringendo i denti, ma non credo potrà essere nell’undici iniziale e lo stesso vale per Reca: oggi aumenteremo un po’ i carichi, come ieri, ma nonostante stiano lavorando bene difficilmente li vedremo dall’inizio. Non so se saranno impiegabili anche a partita in corso. Castro si sta allenando bene, potrebbe dare quel qualcosa in più che ci sta mancando col suo potenziale ed il suo modo di giocare, ci sarà e domani vedrò in quale ruolo. Sto pensando a due/tre varianti dietro e avanti, Tomovic e Sala possono giocare a destra, dipenderà anche da Reca che deve essere valutato. Felipe è un grande professionista che dà sempre il suo contributo in maniera importante quando lo chiamo in causa: è un difensore centrale, gioca anche come terzo di difesa e in emergenza può fare il terzino. Anche qualcuno della Primavera potrebbe essere utilizzato, ma per ora non faccio nomi. Data la situazione sto valutando a 360° gradi, vedremo che risposte avrò dall’ultimo allenamento“.
IL MOMENTO NEGATIVO – “C’è tanta delusione perché nessuno si aspettava quello che è successo in queste quattro partite e tutti avete visto gli episodi, nonostante l’atteggiamento positivo della squadra in certe circostanze. Quello che devo fare io è convincerli che niente è perduto e che occorre giocare a calcio in un certo modo altrimenti non si fa gol. La rabbia interiore di ognuno di noi è importante: ieri ho detto ai ragazzi che se avessero il 30% della mia rabbia capirebbero che si può fare ancora tanto. Continuo a vederli presenti e concentrati nonostante alcune disattenzioni imbarazzanti durante la gara e queste non devono succedere. Il fatto di pensare che la strada sia così lontana e quindi dobbiamo abbassare l’attenzione mi manderebbe su tutte le furie, perché non ce lo possiamo permettere per tanti motivi. Ognuno di noi, io per primo, dovrà dimostrare ancora di più di essere professionale e dare di più perché quando non arrivano risultati vuol dire che non si è fatto abbastanza”.
QUALCOSA è CAMBIATO – “Bisognerebbe distinguere a seconda di pre e dopo Covid. Pre-Covid eravamo partiti benissimo, avevamo giocato due partite stupende contro Lecce e Juventus ed era arrivata una vittoria importante: avevo la sensazione che fosse una squadra partita per centrare l’obiettivo. Poi è diventato un altro sport e si va a cercare la formazione che sta meglio fisicamente, ma è un problema di tutti, per cui nessuno deve cercare scuse. Io guardo la squadra, serve la spinta decisiva negli ultimi trenta metri e più lucidità in fase difensiva, perché se dovessimo prendere gol con giocate sensazionali nulla da dire, ma se si subiscono gol così, ed è una costante quest’anno, significa che manca qualcosa. I giocatori devono responsabilizzarsi e rendersi conto di quello che si stanno giocando, senza nasconderci e senza cercare un colpevole, perché alla fine la responsabilità è mia e non dei giocatori“.
I RAPPORTI CON LA DIRIGENZA – “La vicinanza con loro è la stessa di un mese fa, sono sempre vicini e presenti in allenamento, specialmente il direttore (Zamuner, ndr). Questo non cambia perché io devo trovare la soluzione per portare a casa dei risultati, è normale che la dirigenza si aspetti qualcosa in più e sono pronto a dare battaglia fino alla fine, vorrei che questo se lo mettessero in testa anche i giocatori. Io e il mio staff non dormiamo la notte per trovare soluzioni e siamo convinti in quello che facciamo: il calcio è talmente bello e pieno di sorprese che può succedere di tutto, nonostante la situazione si complichi ogni giorno di più. Dobbiamo raggiungere questa benedetta vittoria. Mi arrabbio quando sento parlare di sfortuna, perché la fortuna bisogna cercarla, con un po’ più di attenzione si potevano avere dei punti in più”.