Nel giorno in cui probabilmente l’Udinese mette la parola fine alle speranza di salvezza della sua SPAL, è un Gigi Di Biagio ormai rassegnato quello che si presenta ai microfoni della stampa a fine partita. Queste le parole del tecnico biancazzurro:
“Quando succedono partite come questa le spiegazioni sono tante. Evidentemente in alcune situazioni, come i loro gol o le nostre occasioni negli ultimi trenta metri, i nostri avversari sono stati più incisivi di noi. Nonostante fossimo ordinati, sul primo gol siamo stati poco reattivi e quando succedono queste cose un episodio può cambiare l’andamento di una partita”.
“Nel primo tempo non riuscivamo a trovare le distanze, avevamo preparato alcune cose che non ci riuscite e quando vai in svantaggio con una squadra forte fisicamente, che ti colpisce in contropiede, diventa tutto più difficile. Nell’intervallo ho chiesto ai ragazzi di rimanere ordinati, di provare a fare il 2-1 per riaprire la partita e ci hanno provato, ma nel momento in cui non fai gol e ti allunghi in campo perdendo le distanze, non è facile. L’Udinese in questo momento sta sicuramente meglio di noi fisicamente”.
“I numeri raccontano poco, a fare la differenza non sono il 433 o il 442, ma la convinzione quando hai la palla nella metà campo avversaria e nel secondo tempo un po’ si è vista. Quello che rimprovero ai ragazzi, come a Genova, è di giocare con più verve solo quando si va in svantaggio, mentre dovremmo farlo dal primo minuto”.
“Per spiegare perché Strefezza non ha giocato dall’inizio magari bisognerebbe vedere gli allenamenti e le condizioni in cui siamo, ma non voglio cercare giustificazioni che non mi appartengono. Centellinare i giocatori e cercare la formula esatta per farli giocare ogni tre giorni è difficile, ma lo è per tutte le squadre. Avevamo sei infortunati, uno squalificato, gente in panchina che non poteva entrare come Di Francesco o come Reca che abbiamo rischiato. Mi viene da sorridere con certe domande perché chi le fa non vive il quotidiano”.
“In queste partite abbiamo dimostrato molto, poi quando non raccogli punti e non arrivano le vittorie diventa tutto difficile. Sicuramente dovevamo far vedere qualcosa in più in termini di approccio alla gara e non ci siamo riusciti, volevamo ripetere la partita col Milan, ma per stanchezza, distanze ed errori non è stato possibile. La volontà non era sicuramente quella di subire o di non trovare il gol. Il risultato è impietoso, ma se guardiamo i numeri abbiamo tirato più di noi, anche se sembra assurdo, ma questo mostra un problema di cattiveria quando si deve concludere”.
“È normale che sia difficile motivare i ragazzi ora, ma domani io ripartirò per cercare un miracolo calcistico per cui ad oggi è normale prenderci per matti, ma finché non la matematica non ci condannerà dovremo avere l’orgoglio, il buonsenso e la dignità per giocare in un certo mondo, perché dobbiamo avere rispetto di tante persone”.
“Sul futuro ho già risposto tempo fa. Il presidente mi aveva chiesto la disponibilità a rimanere e io avevo detto si a prescindere dalla categoria. Oggi parlare di categoria diventa difficile, qui si lavora bene e ci sono tutti i presupposti per fare ottime cose, ma stasera pensare al futuro è l’ultimo dei miei problemi, perché sono rammaricato per quello che non sto riuscendo a fare visto che il responsabile sono io”.