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Meno cinque e poi Luigi Di Biagio potrà, con un certo sollievo, rinunciare all’obbligo di Lega di sottoporsi a conferenze stampa ormai formalmente inutili. Dietro l’angolo c’è l’ultima partita della stagione contro una squadra dai valori più o meno simili. In palio ci sono punti che non modificheranno il destino delle stagioni di Brescia e SPAL, ma entrambe le squadre intendono quantomeno evitare l’ultimo posto in classifica.

Non è bello pensare alla partita in questi termini – ha spiegato LDB – perché non era quello che avremo voluto in questo momento della stagione. Al di là dello spareggio, se così lo si vuole chiamare, c’è qualcosa che dobbiamo trovare dentro di noi per potere dare un piccolissimo senso al finale di stagione. L’obiettivo, a questo punto, è quello di non arrivare ultimi. I risultati non sono stati quelli che speravamo, ma l’impegno non è mai mancato. Mi rendo conto che da fuori possa sembrare diversamente. Ci sono state alcune gare nelle quali avremmo potuto dare di più, ma anche l’altra sera i giocatori sono stati encombiabili. Si gioca ogni tre giorni e ce la stanno mettendo tutta. Chiaro che i ragazzi si devono prendere le loro responsabilità perché non è possibile accettare alcune prestazioni. C’è amarezza nello spogliatoio, hanno lavorato bene in allenamento e meno bene in alcune partite“.

Capisco chi invoca l’uso dei giovani, ma al momento non ci sono le condizioni per farli giocare. Siamo in 24 e se schierassi loro dovrei lasciare a casa altri. Stiamo cercando di recuperare alcuni giocatori come Valoti, Di Francesco e Fares. Anche se non sono pronti per giocare dal primo minuto verranno tutti con noi. Purtroppo fin dall’inizio ci siamo ritrovati sempre con sei o sette infortunati ed è un problema che ci si trascina da tempo. Questo ha creato dei rallentamenti alla crescita del gruppo. Berisha? Non penso giocherà da qui alla fine, ci vorrebbe un miracolo. Penso gli servirà dell’altro tempo“.

Se a Brescia avremo lo stesso atteggiamento dell’altra sera non dovremmo avere problemi a fare risultato. L’atteggiamento giusto te ne fa perdere poche, anche se non conta solo quello. Dobbiamo andare in campo come se la classifica non esistesse per l’orgoglio personale, non è accettabile subire questa situazione senza far niente. La grande amarezza è non aver potuto lavorare ogni settimana. Numericamente non eravamo all’altezza e non eravamo pronti per questo mini-torneo. Non rinnego la mia scelta e la mia convinzione rispetto alla salvezza che ritenevo difficile, ma non impossibile. Sono arrivato alla SPAL con la squadra già ultima in classifica e tanti problemi da risolvere. In parte nelle prime gare erano stati risolti e ora sono stati addirittura peggiorati. La speranza è di conquistare una posizione in più“.