Verona, atto terzo: una città che negli ultimi due anni ha rappresentato un crocevia fondamentale per le salvezze della SPAL quest’anno fa da ultima tappa della via crucis estiva della serie A. A tale proposito Luigi Di Biagio ha incontrato per la penultima volta i cronisti ferraresi.
LA LISTA DEGLI ASSENTI: Berisha, Sala, Reca, Castro, Floccari, Cerri.
PREPARAZIONE – “Al di là dell’ultima prestazione ci dobbiamo aspettare una partita in cui cercherò di utilizzare chi non ha giocato domenica, per ovvi motivi. La temperatura è alta e quindi daremo spazio a più gente fresca possibile. Sarà una partita dove cercheremo di proporre cose positive, alla ricerca di questa benedetta vittoria. Ci abbiamo provato fino all’ultimo col Toro, reagendo in maniera ottimale”.
I GIOVANI – “Bisogna stare attenti a metterli dall’inizio, non dico che verrebbero bruciati vista la classifica, ma gli verrebbero date troppe responsabilità. Con le dovute attenzioni appena possibile li metterò in campo. Personalmente devo fare i complimenti all’allenatore della Primavera (Luca Fiasconi, ndr) e al responsabile del settore giovanile per il lavoro che è stato fatto con questi ragazzi. Tutti e otto gli aggregati sono arrivati col giusto atteggiamento per stare con i grandi. Mi dispiace che Kryeziu, Zanchetta e Sare non siano ancora entrati perché non c’è spazio in panchina. La SPAL ha una buonissima Primavera quindi complimenti al settore giovanile. Iskra è un terzino affidabile, molto applicato, e sa spingere, farà carriera, poi è difficile dire dove potrà arrivare. Horvath e Cuèllar sono due schegge impazzite che possono causare disagi alle difese avversarie”.
SPENSIERATEZZA – “Una SPAL spensierata è quella che avrei voluto vedere nelle ultime settimane. Ci è riuscito in alcuni momenti, ma quando il risultato è pesante è difficile esserlo e giocare in maniera divertente. Col Torino per assurdo la partita è stata meno bella rispetto a quelle con Roma e Inter, ma anche di quella col Brescia. Continuo a pensare che là avremmo potuto fare risultato pieno per quello che abbiamo fatto vedere. Col Torino abbiamo iniziato un po’ troppo passivi e poi abbiamo avuto più spinta e coraggio. Vorrei vedere la squadra propositiva da subito”.
IL PORTIERE – “Letica l’ho dovuto far riposare perché un portiere che passa da zero minuti a nove partite in venti giorni è roba da fantacalcio. Da tre o quattro partite era in difficoltà e poi giocava con l’aiuto degli antinfiammatori perché ha avuto dei problemi. Ci ha voluto lo stesso dare una mano, ma nelle ultime gare le cose non sono andate bene. A Verona dovrebbe giocare lui, nonostante Demba (Thiam, ndr) abbia fatto un’ottima gara e abbia dimostrato di poter far parte di questa squadra. Sono contento di lui, dovrà stare tranquillo, avrà altre opportunità”.
IL LATO POSITIVO – “Per me questa è stata un grandissima esperienza e ringrazierò sempre chi mi ha dato l’opportunità di farla. Quando le cose vanno male è dura da digerire, perché ho speso tutte le mie energie per questa causa e non sono riuscito a ottenere quello che avrei voluto. Non so cosa dicano i ragazzi o la società, è innegabile che i risultati facciano la differenza e non li ho raggiunti. Dovrei ripetermi nel dire che rifarei qualunque scelta. Tornerei qui anche riavvolgendo il nastro. Continuo a pensare che questa squadra potesse fare molto di più. Ci sono state delle attenuanti e le varie problematiche le conoscete, è inutile tornarci sopra. Però mi fa piacere che i giocatori abbiano apprezzato il mio approccio, di quello mi sono accorto”.
SERIE A SURREALE – “Per me non si doveva ricominciare a giocare, l’ho detto a marzo a Parma e capisco che dirlo di nuovo oggi sembri una giustificazione. Se guardiamo nel nostro specifico sapevo avremmo avuto dei problemi. Per me è assurdo giocare ogni tre giorni, senza pubblico e trattare i giocatori come carne da macello. Farli giocare con 38 gradi, anche domenica scenderemo in campo prima delle 19.30. La salute dei giocatori interessa veramente poco in questo momento. Per me è stato tutto sbagliato. E’ un discorso che vale per tutto il calcio italiano, non per noi come SPAL. Quella del protocollo attuale è un’esperienza che probabilmente non verrà riproposta, a meno che a settembre la situazione non peggiori. Tutto è irreale, brutto, stempera un po’ la passione fuori e dentro al campo. Questo sta condizionando i valori di giocatori e squadre: le valutazioni non sono reali e bisogna stare attenti per gli operatori di mercato a giudicare i giocatori da questi due mesi”.