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Pasquale Marino si è presentato all’ambiente SPAL con eleganza, equilibrio e la giusta dose di senso dell’umorismo. L’allenatore siciliano ha offerto una buona impressione ai cronisti presenti alla sua prima conferenza stampa da allenatore biancazzurro e ha toccato tutti i punti principali relativi al suo passato, ma anche alla sua idea di calcio per il presente e le aspettative future.

Sono contento che la SPAL abbia pensato a me perché è una piazza ambita, una società importante e che ha delle strutture di livello. Per un allenatore sapere di poter lavorare bene è importante e con una certo tipo di strutture diventa facile organizzarsi. Sono felice della scelta, anche per la correttezza che i dirigenti hanno avuto. Mi hanno chiamato qualche giorno prima della fine del campionato e mi hanno chiesto la disponibilità, che sarebbe stata effettiva solo alla fine dei playoff di serie B. Hanno avuto fiducia e pazienza. Ho accettato volentieri perché già avevo comunicato ad Accardi (il ds dell’Empoli) che non avrei più proseguito con l’Empoli. Là ho firmato per pochi mesi a causa di una situazione complicata e difficile. Non ho potuto lavorare col mio staff e i miei preparatori atletici, d’altra parte c’era un’organizzazione e non volevo stravolgerla. Per il proseguo avevo la necessità di lavorare col mio staff ed è quello che ho chiesto a Zamuner. Sono contento che mi abbiano dato l’opportunità di lavorare ed esprimere quello che ho dentro, con uno staff che ho da tanti anni, oltre ovviamente ad ascoltare le mie idee sulla costruzione della squadra. Negli altri anni c’era più tempo per programmare, ora sono ristretti. Sappiamo bene che alcuni calciatori sono interessati a rimanere, ma se arriverà una telefonata dalla serie A tutti ci faranno quantomeno un pensiero. Quello che ho chiesto è di avere a disposizione ragazzi dotati di entusiasmo e voglia di rimanere, che diano il massimo. Dal punto di vista psicologico con una retrocessione si fa un passo indietro e non si va più a San Siro, ma si va in altri stadi decisamente più piccoli. Bisogna trovare subito gli stimoli per poter fare bene. Conosciamo bene la B e per far emergere la tecnica servono agonismo e intensità“.

La richiesta della società è quella di fare un campionato competitivo e di praticare un calcio che sia apprezzabile e redditizio, perché non giochiamo per l’estetica. Dovremo essere concreti e riportare l’entusiasmo a cui si era abituati. Non possiamo dire che l’obiettivo sia quello dei playoff, bisogna sempre puntare a fare il meglio. Sappiamo però che in B ci sono grosse società e sarà un campionato duro. Se poi arriveremo ai playoff, visto com’è andato l’ultimo, ho chiesto a Zamuner di avere un rigorista da 100% di realizzazioni per avere un po’ più di certezze (ride, ndr)“.

A Ferrara sono stato da avversario e ho visto l’entusiasmo della gente. Qui c’è uno stadio bellissimo e quand’è pieno il pubblico è l’uomo in più. In più qui avrò la possibilità di lavorare con un ds che conosco, all’interno di una società organizzata. Essere stato scelto è motivo di orgoglio, ma anche una responsabilità, perché sarà un anno importante e dovremo lavorare bene nella costruzione della squadra. Se lo faremo adeguatamente ci potremo togliere delle soddisfazioni“.

Per quanto riguarda il modulo l’idea è di lavorare sul 433, ma in carriera non ho avuto problemi a modificare la mia idea. A Frosinone (2016-2017) avevo Dionisi e Ciofani a cui piaceva giocare vicini ed erano in grado di garantire 15-16 gol ciascuno. Con una coppia così affiatata non vedevo il motivo di separarla o allontanarla dalla porta. Il 433 non è imprescindibile e se ci sono due punte centrali in grado di avere quel tipo di rendimento si può anche variare. L’importante è costruire la squadra con i giocatori adatti. Il vantaggio di lavorare da inizio stagione sta proprio nella possibilità di costruire quasi da zero. Con l’organico attuale siamo in grado di proporre la nostra idea, le caratteristiche dei giocatori sono adatte. Ma il mercato dovrà dire il resto. Ci sono tanti ragazzi che hanno dato la disponibilità, ma dovremo verificare anche verso la fine del mercato. Spero non si arrivi negli ultimi giorni a doverci privare di qualche elemento importante“.

Floccari? L’ho chiamato e mi è sembrato entusiasta all’idea di rimanere. Credo che la società sia contenta di tenerlo, poi sugli accordi io non entro. Paloschi invece l’ho avuto per qualche mese a Parma (2010-2011), ma si infortunò con l’Under 21 e quando tornò venne venduto a gennaio. Ci ho parlato e magari avrò l’occasione per allenarlo. Lo conosco bene, è un ragazzo a posto, che ha voglia, ha fame e spero che rimanga con questo entusiasmo. Mi ha dato sensazioni molto positive. Di giocatori di altre squadre non intendo parlare, anche perché se lo facessi il prezzo aumenterebbe (ride, ndr)“.

Mezzini mi ha parlato spesso della SPAL e di Ferrara come una delle piazze in cui è stato meglio. Purtroppo ce l’ho sul groppone da tanti anni e parlo quasi di più con lui che con mia moglie (ride, ndr). Negli anni gli ho spesso suggerito di mettersi in proprio, ma non s’è voluto staccare e sono stato costretto a sopportarlo fino ad adesso. Massimo sa tutto di Ferrara e sicuramente per me è come essere qui da tempo. Ha il carico d’entusiasmo che ha trasmesso anche agli altri componenti dello staff“.

Ci sono quattro componenti nel mio staff, Mezzini compreso. Due devono trovare l’accordo per liberarsi da altri club, due invece arriveranno. Nei prossimi giorni saremo più chiari. Lavorare con persone che conosco da tanto tempo per me è fondamentale“.

Proverò sicuramente a costruire un rapporto coi tifosi e a farmi coinvolgere, ma mi riesce più facile vincendo le partite. La gente si avvicina quando si è vincenti. Cerco sempre di avvicinare i tifosi alla squadra perché allenatori, dirigenti e giocatori cambiano, ma i tifosi sono sempre lì. Per quanto mi riguarda, se si dovesse tornare alla normalità, farò porte aperte per gli allenamenti tranne che negli ultimi due giorni per evitare inviati delle squadre avversarie. Ma nel resto della settimana per me avere la presenza e la vicinanza dei tifosi rappresenta uno stimolo in più per i giocatori e questo mi fa un enorme piacere“.