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Giorgio Zamuner trascorrerà un mese e mezzo sotto i riflettori dei media, visto che a lui è affidato il compito di costruire una SPAL in grado di fare bella figura in serie B. Per adesso il direttore non si sta particolarmente sbilanciando su nomi e cognomi dei possibili acquisti, ma nel frattempo ha rilasciato un’intervista a Lorenzo Buconi per il sito di Gianluca Di Marzio.

La SPAL è squadra a immagine e somiglianza della città” ha dichiarato Zamuner. “Per riaccendere la scintilla basta poco, questo è un popolo che ama incondizionatamente. La nostra deve essere una squadra che andrà in campo con grande determinazione, che suderà la maglia al di là del risultato, che uscirà tra gli applausi della gente. Questa è una piazza all’inglese, che vive con trasporto una bella giocata o un’azione di spessore anche se non finalizzata, che rispetta e apprezza chi lotta, che vive con lealtà la propria passione. E noi dobbiamo legittimare questi sentimenti. Voglio una SPAL… all’inglese. Una SPAL che faccia uscire i tifosi dallo stadio, il nostro gioiellino, felici e contenti. Che ci faccia cominciar bene la settimana. La scelta di Pasquale Marino va proprio in questo senso. E’ un allenatore preparato, che ama costruire, strutturare, che sa far divertire. E’ una persona con la quale voglio condividere gioie e dolori”.

Nel corso dell’intervista l’attuale ds ha ripercorso alcuni passaggi dei suoi giorni da calciatore a Ferrara, intrecciandoli col presente: “Il soprannome ‘Imperatore’ me lo diede un mio supporter per il mio modo di giocare. Diceva che ero dominante in mezzo al campo come un imperatore… Ora però meglio ‘direttore’: devo dimostrare tanto anche da dietro la scrivania. Spero di riuscire a trasferire questo ai calciatori: la voglia di lasciare un’impronta a Ferrara, come noi trent’anni fa. Che la gente si ricordi di loro come oggi si ricorda di quello che siamo stati noi. Forse è proprio questa l’essenza di tutto“.

Niente nomi, si diceva. Ma punti programmatici: “L’obiettivo è sicuramente quello di svecchiare un po’ la squadra. Poi è chiaro, qualche giocatore esperto lo vogliamo tenere e qualcuno arriverà. La mia idea sarebbe quella di avere dodici o tredici calciatori di esperienza in categoria e otto o nove giovani forti, che abbiano voglia, gamba e fame. Questa è una piazza mica da tutti, servono personalità e garra. Vogliamo costruire una squadra di livello che ci porti verso quell’ambizioso traguardo che ora meglio non nominare“.