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Può sembrare strano, ma quando la SPAL ha vinto l’ultima partita in casa il mondo era un posto parecchio diverso da quello che conosciamo ora. Era il 4 dicembre 2019, si giocava per il quarto turno eliminatorio di Coppa Italia, c’erano quasi 5.000 persone allo stadio e sul tabellino finì persino il nome di Paloschi per un 5-1 al Lecce che sembrò rianimare temporaneamente una squadra in difficoltà. Non sapevamo che un virus stava per allungare i tentacoli su tutto il globo, con tutte le conseguenze che oggi conosciamo.

Da allora i biancazzurri hanno giocato dodici partite al “Paolo Mazza”, perdendone dieci e pareggiandone la miseria di due. Gli stravolgimenti del calendario calcistico, complici i 108 giorni di interruzione delle competizioni, contribuiscono senz’altro appesantire un digiuno casalingo che ha ormai superato i 300 giorni. Anche senza scomodare gli almanacchi, non c’è mai stato un tempo così lungo senza una singola vittoria interna.

L’impegno di Coppa Italia in programma mercoledì offre quindi un’altra opportunità a una SPAL che arriva favorita secondo i pronostici (la vittoria verrebbe pagata 1,60 dalla Snai), ma che dovrà stare molto attenta contro l’ambizioso Bari guidato in attacco da Mirko Antenucci. Gira e rigira il mondo, ma sempre una squadra pugliese potrebbe contribuire a spezzare il sortilegio in cui sono sprofondate le SPAL di Semplici e Di Biagio.

E se mai mercoledì dovesse andare male – perché il calcio post-Covid è ancora più strano, Beppe – ecco che sabato prossimo ci sarebbe la partita del quasi-anniversario. SPAL-Cosenza si giocherà infatti sabato 3 ottobre, a 364 giorni di distanza dall’ultimo scontro di campionato in cui s’è festeggiata la conquista dei tre punti. Bisogna infatti tornare a SPAL-Parma 1-0 (Petagna) del 6 ottobre 2019 per trovare un risultato favorevole. Da allora dieci giocatori hanno cambiato squadra, sulla panchina della SPAL sono passati due allenatori, la categoria d’appartenenza è diventata la serie B, è cambiato il direttore sportivo, ora negli stadi entrano solo mille persone a invito e tanta gente s’è disaffezionata. Non tanto ai colori biancazzurri, ma al calcio in generale, visto che ha assunto tratti di insopportabilità.

Infine c’è Paloschi: quel gol al Lecce in Coppa Italia è stato l’ultimo dei suoi 83 da professionista. Per lui i minuti di gioco senza un pallone infilato in rete sono 644 tra Ferrara e Cagliari. A meno che Pasquale Marino non voglia fargli passare davanti l’enfant prodige Esposito, per lui ci sarà un’altra occasione, a 267 giorni dalla scadenza del suo contratto con la SPAL. Ma questa – per dirla con una frase fatta – è davvero un’altra storia.