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Pensavo mi avreste massacrato” ha detto Giorgio Zamuner, con un sorriso, appena spenti microfoni e telecamera nella sala stampa del centro sportivo “G.B. Fabbri”. Il direttore sportivo biancazzurro ha incontrato i giornalisti delle testate locali per fare un bilancio del calciomercato 2020 e se non è stato metaforicamente massacrato è perché le informazioni fornite sono state tutto sommato soddisfacenti sotto il profilo logico.

Il tema principale è stato senz’altro quello del mancato arrivo di un attaccante nel frenetico ultimo giorno di calciomercato: “Nella scorsa settimana avevo parlato della necessità di prendere una punta, a patto di riuscire a cedere Castro e Jankovic. Incideva anche la valutazione dell’infortunio di Floccari, che in un primo momento sembrava serio e successivamente è stato per fortuna ridimensionato in termini di tempi di rientro. Nonostante questo ho cercato fino alla fine di aggiungere un attaccante alla rosa perché volevamo un giocatore dalle caratteristiche diverse rispetto a quelle che già ci sono. Alla fine s’era creata l’opportunità di uno scambio Ardemagni-Jankovic col Frosinone, ma all’ultimo momento è saltato perché Jankovic ha fatto richieste diverse e il Frosinone s’è tirato indietro. Credo che comunque l’organico sia importante anche così e che l’attacco attuale ci permetta lo stesso di essere competitivi“.

Non è stato un problema di disponibilità economiche perché volendo avremmo potuto fare uno sforzo, ma senza le uscite di Castro e Jankovic avremmo avuto dei problemi anche a livello numerico. Al momento siamo in 27 e già così è un numero abbastanza alto perché in alcuni frangenti dell’allenamento ci sono giocatori che devono stare fuori a rotazione, per un allenatore non è l’ideale. Io continuo ad avere fiducia nel fatto che Paloschi possa fare un campionato importante e che Floccari possa essere ancora importante. Di Francesco lunedì sarà in gruppo ed è un recupero importante, stavolta ha avuto sfortuna perché non si è trattato di un infortunio muscolare, ma di una botta. Senza dimenticare che davanti abbiamo tutti giocatori bravi che possono fare i gol che ci servono. Onestamente non credo ci manchi un attaccante, dobbiamo piuttosto essere cattivi negli ultimi venti metri di campo, a volte anche cercare un po’ meno la giocata. Ho in testa che la squadra debba fare un calcio propositivo e mettere tanti palloni dentro permetterà alle nostre punte di fare i gol per essere protagonisti“.

Zamuner ha poi sottolineato come per tanti giocatori della SPAL le offerte siano proprio mancate: “All’inizio di questo mercato per noi c’era la necessità di riequilibrare l’aspetto finanziario perché abbiamo tanti contratti onerosi per la categoria. Ma abbiamo anche detto che alcuni giocatori li avremmo tenuti volentieri perché li consideriamo importanti e Berisha è uno di questi. A fronte di un’offerta buona per lui e per la società avremmo fatto delle valutazioni. Queste opportunità, visto il mercato in generale, non ci sono state e quindi siamo contenti di averlo tenuto. E questo vale per altri ragazzi. Stiamo sopportando un peso finanziario non di poco conto, ma con questo organico vogliamo essere protagonisti. Murgia e Valoti invece sono stati giocatori parecchio chiacchierati, ma di offerte precise o telefonate di gente davvero intenzionata a chiudere per loro non ne sono arrivate. Non credo per il valore dei giocatori, ma perché quest’anno il mercato si è ridimensionato tantissimo. In più la SPAL è retrocessa e ha chiuso molto male il campionato, per cui è comprensibile che su qualche giocatore l’interesse possa essere un po’ diminuito. Viviani? Secondo me è un giocatore forte, nella prima stagione a Ferrara l’ha dimostrato. Poi è scivolato ai margini e ha fatto una stagione particolarmente difficile a Livorno. Credo che con le giuste motivazioni e la condizione possa essere una risorsa. L’idea è di cercare di riportarlo nelle migliori condizioni, poi sta all’allenatore fare le scelte. Con le sue caratteristiche può dare un contributo importante“.

Ora che di telefonate, dirette a Zamuner come ai giocatori, non si parlerà più fino a dicembre inoltrato, resta solo il campo: “In questa serie B le squadre di vertice per me sono Monza, Lecce, Empoli e Brescia e credo che la SPAL possa stare in quel gruppo. Prima i giocatori sapranno calarsi nella mentalità di questa categoria e prima avremo la possibilità di essere protagonisti. Perché in serie A ci sono tante partite scontate, mentre in serie B sono molte meno e quella di sabato scorso col Cosenza ne è stata prova. Mi aspetto che i ragazzi, ora che il mercato è finito, trovino le motivazioni senza bisogno di essere stimolati più di tanto. Quando fui ceduto all’Empoli e tornai alla SPAL che nel frattempo era retrocessa non ebbi bisogno di molto per sentirmi motivato. Se tanti dei nostri giocatori vogliono tornare a giocare in serie A devono capire che farlo con la SPAL potrebbe essere un buon modo per riuscirci. D’altra parte se una società ti vuole perché ti ritiene importante non fa fatica a fare un’offerta. Noi non abbiamo posto chissà quali condizioni, abbiamo soltanto detto che i giocatori non li regalavamo visto che li abbiamo pagati a nostra volta. Questo non è successo per via del contesto generale e quindi se non hanno le motivazioni le dovranno trovare, perché il loro futuro passerà dai tre mesi che faranno qui. Se li faranno male non credo che a gennaio fioccheranno tutte queste offerte“.

Le prospettive del mercato di gennaio sono state quindi anticipate dal diretto interessato: “Se ci saranno movimenti saranno sempre finalizzati ad alleggerire il monte-ingaggi. Da qui al momento della chiusura del mercato invernale saremo arrivati alla 24^ giornata e a quel punto avremo le idee chiare sulle cose da fare. Se ne varrà la pena proveremo a trattenere certi giocatori fino alla fine alla stagione con la speranza di poter arrivare in fondo con un risultato importante. Questa sarà la nostra lettura della prima parte della stagione. Chi pensa che dall’anno scorso a oggi la SPAL si sia arricchito senza tirare fuori niente sbaglia, bisognerebbe conoscere i conti per rendersene conto. Perché è vero che sono stati venduti Petagna, Igor e Kurtic, ma nel frattempo sono stati comprati Bonifazi e Castro. Quindi la SPAL ha ceduto, ma ha anche speso. Poi che i movimenti di gennaio non abbiano sortito l’effetto sperato è un discorso diverso. Però la SPAL e la famiglia Colombarini non hanno assolutamente intenzione di smobilitare. Se non abbiamo svenduto tutti i giocatori è proprio perché la SPAL ha l’interesse a riaffacciarsi nella massima competizione come ha fatto negli ultimi tre anni. Se si fosse riuscito a risparmiare qualcosa saremmo stati contenti, ma non c’erano le condizioni per farlo più di quanto sia poi stato fatto. Allo stato attuale i costi sono più alti della media delle squadre che lottano per salire in serie A. E la volontà della proprietà è quella di provare a calcare di nuovo quei campi“.